di Bonfiglio Mariotti (*) - Rubrica a cura di AssoSoftware
Sono passati esattamente due anni dal 25 novembre 2015, data nella quale proprio tra le righe del Quotidiano degli enti locali e della Pa si leggeva l'articolo «Anagrafe nazionale, allarme sull'avvio» nel quale Assosoftware e Confindustria Servizi Innovativi denunciavano le gravi carenze del progetto che avevano comportato il ritardo fino ad allora accumulato.
La prima era il «centralismo» con cui era stato disegnato il passaggio alla banca dati unica che prevedeva l'eliminazione delle anagrafi locali e la sostituzione dei gestionali dei Comuni con la web application di Sogei; la seconda la mancanza di un sostegno economico ai Comuni e alle software house in un'attività così complessa e strategica. I due punti erano stati più volte sollevati nei confronti delle istituzioni preposte senza ricevere riscontro o addirittura sollevando al contrario reazioni negative, quasi minacciose, che andavano nella direzione dell'imposizione delle ragioni di Stato.
Mi duole ricordare che anche tra i rappresentanti delle imprese alcuni sostenevano la necessità di abbandonare le giuste rimostranze per allinearsi alle strategie ministeriali e solo la tenacia e caparbietà di Assosoftware ha permesso di mantenere sempre viva la speranza nelle imprese di rilanciare il progetto in un modo diverso.
Ostacoli rimossi
Fortunatamente, come spesso si dice, «il tempo è galantuomo» e dopo due anni di assoluta paralisi nell'avanzamento del progetto (sono solo una ventina i Comuni finora subentrati ad Anpr), ora possiamo dire di aver finalmente rimosso quegli ostacoli che avevano compromesso fortemente il successo dell'operazione.
È notizia di questi giorni la pubblicazione del decreto della Funzione Pubblica che mette a disposizione dei Comuni fondi dedicati al subentro all'Anagrafe nazione della popolazione residente (Anpr), si tratta di 14,4 milioni di euro da ripartire tra tutti i Comuni, in base a classi demografiche, che subentreranno ad Anpr entro il 31 dicembre 2018. Fondi che potranno essere utilizzati per l'acquisizione di software, consulenze e competenze utili al passaggio all'Anagrafe nazionale. Si tratta di una svolta, a mio avviso determinante, che sbloccherà la situazione di impasse che si è venuta a creare per mancanza di risorse, soprattutto nei Comuni medio piccoli che già soffrono per problemi di bilancio.
Le novità
Parallelamente il nuovo Piano triennale per la Pa e le modifiche all'articolo 62 del Cad, presenti nello schema di decreto in consultazione pubblica, prevedono lo «sdoganamento» della base dati locale, a pieno titolo utilizzabile per i servizi da erogare al Comune e l'uso delle API come modalità primaria per interoperare tra il gestionale comunale e i servizi di Anpr.
Il merito del cambio di direzione nel progetto oltre che ad Assosoftware, che fin dall'inizio ne è stata paladina, va senz'altro al Team Digitale di Diego Piacentini, che ha cambiato l'approccio pubblico nell'attuazione dell'Agenda Digitale, facendo del dialogo con le software house e dell'interoperabilità con i software privati l'elemento fondante per rilanciare la digitalizzazione nella Pa, da tempo arenata tra rigidità burocratiche e mancanza di risorse.
C'è da sperare che le nuove iniziative su Anpr diventino una best practice anche per altri progetti pubblici sul fronte digitale che stentano a decollare come PagoPA e Spid.
(*) Presidente di AssoSoftware
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