A cosa porta l’assenza di dialogo
Dispiace davvero quando si vengono a creare situazioni sgradevoli, come quella che ho dovuto seguire in prima persona in questi giorni, e che ha coinvolto potenzialmente alcune migliaia di dichiarazioni Isee, elaborate in modo non corretto. Dispiace perché il tutto ha avuto origine da una banale incomprensione tecnica, del tutto evitabile, dovuta a un parametro di calcolo mal documentato, indicato nelle specifiche dell’Inps come facoltativo, e che invece facoltativo non era e, anzi, influenza il calcolo in maniera rilevante.
Nulla di tragico, al più qualche contribuente ha dovuto rinunciare a qualche agevolazione per qualche giorno (l’Isee determinata era più elevata di quella spettante) fino a che le dichiarazioni non sono state rielaborate e ritrasmesse all’Inps.
Ma comunque si tratta di un disagio per tutti, in particolare per i contribuenti. Senza voler toccare l’aspetto costi per la software house che ha dovuto correggere «l’errore».
C’è la generalizzata convinzione, in gran parte veritiera, che i computer non sbagliano mai. Il che come operatori informatici ci fa molto piacere, ma è anche doveroso sottolineare che i computer non sbagliano se vengono istruiti in modo corretto. E possono essere istruiti in modo corretto quando le indicazioni che vengono fornite da chi stabilisce le regole sono corrette, chiare e complete. E questo può accadere solo quando vi è un dialogo tecnico diretto, immediato e continuo, tra chi stabilisce le regole e chi realizza i software, senza inutili quanto spesso dannose intermediazioni.
Ci sembrano concetti chiari, semplici, che dovrebbero essere entrati in una consuetudine operativa granitica, in un mondo dove l’informatica è sempre più al servizio delle imprese e dei cittadini. Ma non è sempre così. Ancora oggi troppo spesso i ruoli vengono confusi: chi stabilisce le regole tecniche tende a dialogare con i destinatari delle regole stesse, nel tentativo, spesso vano, di illustrare i tecnicismi adottati, ignorando il fatto che sarà poi qualcun altro a realizzare i software atti a produrre il risultato richiesto. Un modello di comunicazione che quando esclude i produttori di software, laddove il software abbia un ruolo centrale rispetto all’adempimento, si rivela inevitabilmente inefficace ed inefficiente, mentre il tutto funziona in modo ottimale quando le regole tecniche vengono illustrate e preventivamente verificate, tramite appositi tavoli tecnici, con coloro che realizzano le procedure informatiche.
Tanta premessa perché mi sembra doveroso, nei confronti delle aziende associate che la nostra associazione rappresenta e, per effetto indotto, a beneficio di tutte le controparti, fino a includere il singolo cittadino, chiedere nuovamente all’Inps un diverso modo di interagire con i produttori di software. Serve una mentalità più finalizzata al risultato.
Quello illustrato è uno dei casi, forse non tanti ma neppure così pochi, in cui le regole non erano sufficientemente chiare e non risultava possibile per gli analisti software ottenere delle risposte direttamente dall’Inps, in quanto l’Inps in certi ambiti come quello dell’Isee da sempre dialoga solo con i Caf e i Patronati, rimbalzando ogni tentativo di intavolare una collaborazione ufficiale con le software house. E vi assicuro che non sempre è possibile far transitare i quesiti tecnici dai referenti dei Caf e dei Patronati, se non altro perché non è possibile dialogare su ambiti strettamente tecnici attraverso i referenti degli intermediari, che tecnici non sono. Strano poi, perché, invece, in ambito Emens il dialogo con l’Inps è stato, ed è ancora, eccellente e ha consentito all’Istituto una realizzazione ottimale del progetto.
Ebbene, dopo anni di collaborazioni con moltissimi enti pubblici, primo fra tutti l’Agenzia delle entrate in ambito fiscale, penso che sia chiaro che l’unico obiettivo che abbiamo come Assosoftware è quello di far acquisire ai nostri associati tutte le conoscenze necessarie a produrre i software, conoscenze che talvolta su alcuni aspetti anche normativi ci costringono ad avere una preparazione davvero molto elevata, per cui il confronto risulta spesso molto utile anche ai nostri interlocutori. Sugli aspetti di merito, invece, poco o nulla ci interessa, per cui la nostra posizione non sarà mai in contrasto né con quella degli enti, né tanto meno con quella dei destinatari delle regole o con i loro intermediari. Tutto ciò è oramai ben chiaro all’Agenzia delle entrate, ma lo è anche a moltissimi altri enti con cui collaboriamo sugli aspetti tecnici relativi a qualsiasi problematica gestionale, come per il ministero dell’agricoltura per la gestione della filiera vitivinicola o l’Agid e lo stesso Mef per i progetti legati all’Agenda digitale.
E spero vivamente lo sarà presto anche per l’Inps, laddove una maggiore collaborazione tecnica, e ribadisco tecnica in quanto è la sola che ci interessa, porterebbe, senza alcun dubbio, benefici anche all’Istituto, oltre che evidentemente a tutti gli attori coinvolti (consulenti del lavoro, commercialisti, Caf, e non ultimi ai cittadini).
Campolibero, la rivoluzione del Mipaaf
Nel corso degli ultimi mesi, con la firma dei decreti interministeriali attuativi del provvedimento «Campolibero», il Mipaaf (ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) ha dato il via alla dematerializzazione dei registri obbligatori in agricoltura con particolare riferimento a pasta, zucchero, latte in polvere, burro e attività vitivinicola. Si tratta di una vera rivoluzione per gli operatori del settore e per gli addetti ai controlli, che in futuro non dovranno più fare i conti con i supporti cartacei e le problematiche di vidimazione, stampa e archiviazione, ma potranno beneficiare di un sistema completamente digitale, semplificato sia per le aziende che devono alimentarlo, sia per chi è addetto ai controlli periodici. Ovviamente, come avviene per tutte le innovazioni nella pubblica amministrazione, il nuovo sistema ha bisogno di un adeguato periodo di sperimentazione e di avviamento che deve essere accuratamente calibrato per far fronte a tutte le problematiche tecniche, informative e organizzative che man mano devono essere affrontate dagli operatori del settore. Le software house che assistono le imprese nell’utilizzo dei loro prodotti gestionali sono, come sempre, in prima linea per adeguare i prodotti ai nuovi requisiti informatici e per accompagnare gli operatori nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Non è un processo facile perché spesso coinvolge parti strutturali degli applicativi gestionali e le modifiche, anche funzionali, che devono essere apportate possono avere un impatto significativo nelle attività aziendali quotidiane. Per affrontare in modo strutturato il dialogo con il Mipaaf e supportare i produttori di software durante la delicata fase di sviluppo del nuovo sistema, Assosoftware, in qualità di interlocutore istituzionale del ministero, si è proposta come coordinatrice della fase di sperimentazione, accogliendo istanze e osservazioni da tutte le software house di settore, anche non associate. Nel corso dei mesi di maggio e giugno sono state organizzate due riunioni cui hanno partecipato più di 30 aziende interessate e le risultanze sono state successivamente discusse con i responsabili del Mipaaf. Riservato alle aziende associate, si aggiunge lo strumento del Forum Assosoftware, che permette di condividere problemi e soluzioni con gli altri associati e di avere nel contempo un canale diretto con i tecnici del Mipaaf, sotto la supervisione e moderazione dei responsabili dell’Associazione. A differenza di altri ambiti della p.a. (basti pensare all’oramai famigerato Sistri), questo nuovo progetto di innovazione parte con il piede giusto, coinvolgendo da subito le imprese che devono utilizzare il nuovo sistema e le aziende di software che devono implementarlo. Ci si augura che anche la roadmap della fase di sperimentazione e di avviamento sia concordata tra le parti, in modo che gli obiettivi di semplificazione e di efficienza siano veramente raggiunti e condivisi da tutti.
Anomalie sotto la lente
Anche quest’anno è attivo sul sito istituzionale di Assosoftware, liberamente accessibile già dal mese di giugno a tutti gli intermediari, senza la necessità o di credenziali o di registrazione, il servizio di monitoraggio delle anomalie segnalate dai software di controllo dei modelli di dichiarazione dei redditi. Il servizio è frutto dell’intenso lavoro svolto dalle software house aderenti all’associazione, che quotidianamente si confrontano, tramite il Forum Assosoftware, con i referenti incaricati delle Entrate e di Sogei. La sintesi di questa attività è un documento in formato Excel, continuamente aggiornato, che offre agli intermediari un quadro completo circa la possibile inesattezza di alcune segnalazioni di anomalia generate dai Controlli Sogei, inesattezza che comporta l’impossibilità per gli operatori di comprendere la natura di tali segnalazioni. Scaricando liberamente dal sito www.assosoftware.it il file Excel che contiene tutte le indicazioni necessarie, gli intermediari possono verificare se le segnalazioni «dubbie» eventualmente rilevate rientrano fra quelle catalogate da Assosoftware quali anomalie dei software di controllo. Nell’elenco sono registrate esclusivamente le anomalie «certe», cioè verificate dalle software house e convalidate dalla Sogei. Per agevolare la ricerca, le segnalazioni sono inoltre ordinate in modo cronologico e differenziate per versione del software di controllo, e mettono puntualmente in evidenza se l’anomalia è ancora presente o se è già stata oggetto di opportuna correzione con una release successiva. Ricorrendo a questo servizio, se l’anomalia riscontrata è tra quelle censite, l’intermediario dovrà semplicemente attendere il rilascio da parte della Sogei della nuova versione del software di controllo. Solo nel caso in cui la segnalazione del diagnostico non sia stata ancora documentata da Assosoftware, questi dovrà contattare la propria software house o il call center dell’amministrazione finanziaria. Il servizio rimarrà attivo fino al termine di scadenza della presentazione dei modelli Unico.