Bilanci totalmente digitalizzati

Dal 2015 si aggiungerà il documento di nota integrativa
 di Sergio Mattiuz*  

 

Dal 2015 il deposito del bilancio in formato elettronico XBRL sarà completato dal documento di nota integrativa: un altro passo verso la digitalizzazione dei bilanci delle imprese italiane. Questo importante risultato consentirà di acquisire pubblicamente anche il dettaglio esplicativo dei prospetti di bilancio, permettendo la costruzione di una formidabile base dati presso lo stesso registro. L’arricchimento dei dati di dettaglio, combinato con l’impiego di strumenti software d’indagine, permetterà di analizzare in profondità i rendiconti delle imprese e di sviluppare processi di «distillazione della conoscenza» dalla base dati. Il documento di nota integrativa per il bilancio ordinario è stato modellato, nella nuova tassonomia, con circa 50 tabelle di dati strutturati. Naturalmente per ciò che riguarda il bilancio abbreviato, che rappresenta la stragrande maggioranza dei depositi delle imprese italiane, il dettaglio aggiuntivo è minore. Nella nuova tassonomia sono stati inclusi soltanto i concetti definiti ed esplicitati dal codice civile e solo in seguito è prevista l’integrazione e l’aggiornamento in base ai Principi contabili rilasciati dallo standard setter nazionale. Per il futuro è inoltre immaginabile l’inserimento di altre informazioni che oggi sono per esempio richieste da altri Enti e per altre finalità, si consideri per esempio i questionari Istat o le informazioni raccolte da Banca d’Italia, con l’obiettivo di razionalizzare appunto la richiesta di informazioni alle imprese. Lo sviluppo della nuova tassonomia ha richiesto un lungo lavoro di confronto e condivisione tra numerosi soggetti istituzionali e non. Una delle sfide principali è legata al fatto che il codice civile non propone schemi di riferimento, come per i prospetti quantitativi, e ciò ha richiesto un approfondimento che prendesse in considerazione anche l’evoluzione contabile a livello europeo (direttiva contabile Ue) e internazionale (Ifrs).

Ma quali sono i passi previsti per entrare a regime? Già lo scorso anno si è effettuata una prima sperimentazione sul campo della tassonomia completa e proprio in questi giorni è stata avviata una seconda sperimentazione, su base volontaria, che coinvolgerà un significativo numero di imprese pilota. Successivamente verrà avviato l’iter approvativo, secondo quanto previsto dal dpcm pubblicato nella G.U. del 31/12/2008, n. 304, che ne prevede anche la pubblicazione sul sito dell’Agenzia digitale.

Questo risultato è un altro tassello importante nel processo di modernizzazione e innovazione del paese e completa uno degli obiettivi strategici che stiamo perseguendo con determinazione, dalla costituzione di XBRL Italia. Le altre priorità, in ambito di bilancio, sono poi lo sviluppo della tassonomia Ifrs per le imprese che adottano i Principi contabili internazionali e soprattutto l’introduzione dell’enorme potenzialità della standardizzazione anche in ambito pubblico.

* coordinatore XBRL Italia

Tassonomia pronta per la sperimentazione

  di Claudio Bodini, consigliere XBRL Italia, già delegato Ict C.N. Dottori commercialisti e E.C. 

 

Con la nota integrativa in XBRL si completa un cammino verso l’innovazione iniziato dieci anni fa. Esattamente nel 2004, un gruppo di lavoro, formato da una task force di Infocamere, coordinata dall’allora direttore generale Giovanni Nasi, il professor Luca Erzegovesi con l’università di Trento e le due commissioni con delega all’informatica dei Consigli nazionali di ragionieri e dottori commercialisti, rispettivamente coordinate da chi vi scrive e da Roberto D’Imperio, iniziarono a considerare l’ipotesi di rendere direttamente elaborabile il bilancio annuale di esercizio che un milione di aziende italiane depositavano annualmente al Registro delle imprese.

Infatti si stimava che gli errori, di vario genere, dovuti alla compilazione manuale ammontassero a percentuali ben superiori alle due cifre il che generava conseguenze importanti sull’elaborazione delle analisi economiche. La tentazione iniziale fu quella di adottare un sistema aperto di piano dei conti, rispondente alle esigenze di tutte le tipologie di imprese italiane, ma, di fatto, ciò era contrario alla logica della standardizzazione. Un secondo problema era lo standard telematico di trasmissione dati, ovvero l’individuazione della scatola dove inserire fisicamente i dati.

La risposta al primo problema la diede il codice civile, grazie allo schema di bilancio dettato dall’art. 2423 e seguenti, una soluzione parziale ma che apriva le porte ad una modalità condivisa ed incontestabile. Il secondo problema fu risolto grazie all’utilizzo di uno standard che in quegli anni stava prendendo sempre più piede soprattutto oltreoceano, l’XBRL, un idioma figlio di XML che attraverso etichette e valori dettava le caratteristiche di ogni cella numerica, bastava seguire il dizionario ed il gioco era fatto. L’ultimo passo per realizzare il vero passaggio al digitale del documento contabile delle imprese italiane era quindi la Nota integrativa. La commissione XBRL imprese non quotate, coordinata da Pierluigi Sodini di Unioncamere con la collaborazione di Infocamere, le Università di Macerata, Trento e Ca’ Foscari di Venezia e alcuni colleghi commercialisti tra i quali Giuseppe Scolaro di Torino terminarono il lavoro in pochi mesi e alla fine del 2013 le tabelle della Nota integrativa elettronica erano testate, grazie al contributo di Assosoftware e di alcune grandi imprese italiane, furono pronte per l’approvazione dal parte del Consiglio XBRL Italia, cosa che avvenne con il vaglio preventivo dell’Oic.

Rimane ora, come avvenne per gli schemi di bilancio, l’ultimo passaggio normativo, ovvero la pubblicazione della tassonomia a cura della Presidenza del consiglio dei ministri attraverso l’Agenzia per l’Italia Digitale. Nel frattempo la tassonomia della nota integrativa è disponibile per la sperimentazione sul sito XBRL Italia al link http://www2.xbrl.org/it/nmpxbrl.aspx?id=413.

Se riusciremo, tutti assieme, a posizionare l’ultimo tassello il puzzle sarà completato e così il panorama digitale dei dati economico finanziari delle imprese italiane. Aiutiamo il nostro paese a vincere la sfida dell’innovazione.

 

Un notevole impegno per software house e clienti

  di Gabriela Subinaghi 

 

L’adozione del formato elettronico XBRL anche per la Nota Integrativa (di seguito N.I.) costituisce elemento di rottura rispetto all’approccio sino ad oggi seguito nella stesura di questo documento di bilancio. Ciò richiederà un rilevante carico di lavoro in capo alle software house per riformulare completamente i modelli di N.I. messi a disposizione dei propri clienti, nonché una radicale revisione delle abitudini consolidate da parte dei redattori del bilancio d’esercizio, ai quali è richiesto uno sforzo di flessibilità per abbandonare gli schemi acquisiti e adeguarsi alla logica della tassonomia.

Per comprendere la portata innovativa dell’applicazione della tassonomia XBRL denominata «2014-01-10» alla N.I. (estesa e abbreviata), focalizziamo alcune delle implicazioni operative di maggior rilevanza. Anzitutto, le scelte operate dagli estensori della tassonomia innovano totalmente la successione logica del contenuto del documento: si abbandona lo schema dettato dall’art. 2427 c.c., ritmato da oltre 30 punti – su cui si innestavano le informazioni richieste da altri articoli del c.c. e dai Principi contabili – per adottare una successione degli argomenti basata sugli schemi di Stato patrimoniale e Conto economico. Per esempio, se fino ad oggi era consueto che le prime tabelle dessero conto dei movimenti delle immobilizzazioni, la nuova tassonomia esordisce con gli oneri finanziari capitalizzati, seguiti dalla variazione dei crediti v/soci per versamenti ancora dovuti e dalle operazioni di locazione finanziaria.

Inoltre, posto che le tabelle attualmente contemplate dalla tassonomia XBRL sono circoscritte al dettato letterale del c.c. ed esulano dai Principi contabili nazionali, tutte le informazioni, descrittive e/o tabellari, raccomandate dai principi contabili saranno inserite nelle parti testuali della tassonomia, così da garantire che le N.I. possano continuare a dirsi redatte nel rispetto del c.c. e in ottemperanza alle raccomandazioni formulate dai Principi contabili nazionali.

Ancora si pensi al fatto che, nelle tabelle dedicate all’analisi delle variazioni delle poste di bilancio, è prevista la sola variazione netta (differenza tra valore della voce di bilancio dell’esercizio corrente rispetto a quello precedente), senza neppure distinguere gli incrementi e i decrementi che l’hanno originata.

I produttori di software avranno quindi cura di riformulare i propri modelli di N.I. così da garantire ai clienti che la differente distribuzione formale del contenuto non ne precluda l’esaustività. Ai software gestionali è perciò demandato il compito di:

a) compilare correttamente le tabelle standardizzate;

b) utilizzare tutte le parti testuali previste dalla tassonomia per sviluppare opportunamente i contenuti e le informazioni, in forma sia descrittiva sia tabellare, tipici della N.I.

Possiamo poi considerare l’adozione del formato elettronico XBRL una questione di forma o, meglio, una rivoluzione formale della N.I., ma non possiamo ignorare le novità sostanziali che a breve toccheranno il bilancio d’esercizio:

– l’adozione dei Principi contabili revisionati e aggiornati dall’Oic, relativamente ai quali ci risulta concluso l’iter di elaborazione e consultazione, per cui non resta che attendere la divulgazione dei testi definitivi e conoscerne la decorrenza;

– il recepimento della direttiva comunitaria n. 2013/34/Ue in materia di bilanci, che dovrà avvenire entro luglio 2015, con effetti sulla redazione dei bilanci dal 2016, e comporterà l’abrogazione della famigerata IV Direttiva Cee, cui sono conformati il c.c. e, ovviamente, la tassonomia «2014-01-10».

In definitiva si può affermare che l’adozione della tassonomia, per la sua intrinseca natura di standard, pone forti limitazioni alla discrezionalità degli amministratori, per cui sarà compito dei produttori di software garantire la disponibilità di soluzioni capaci di un felice connubio fra le tabelle standardizzate e la potenza informativa attribuita al documento dal c.c. e dai Principi contabili nazionali.

Articolo Italia Oggi_08-05-2014.pdf