In questi giorni AssoSoftware sta ricevendo dai propri associati diverse segnalazioni in merito all’errata compilazione delle fatture elettroniche emesse da alcune piattaforme digitali di e-commerce, per conto dei propri utenti soggetti passivi Iva che effettuano le cosiddette vendite a distanza.
Regime Oss
In particolare, si tratta di quelle fatture che vengono emesse dalle suddette piattaforme per conto dei propri utenti soggetti passivi Iva che aderiscono al regime Oss (di cui all’articolo 74 sexies, del Dpr 633/1972), nei confronti dei clienti privati residenti nei paesi della comunità europea. Fatture il cui corrispettivo è già comprensivo dell’Iva del paese in cui risiede il cliente. Di regola queste fatture (la cui emissione è facoltativa) devono riportare la Natura N7. Tuttavia – come precisato dall’agenzia delle Entrate al Telefisco 2022 – qualora l’emissione della fattura sia finalizzata alla formazione del Plafond Iva, di cui all’articolo 8, comma 1, lettera c, è preferibile utilizzare la Natura N3.2, corrispondente all’operazione intracomunitaria effettuata, in quanto di significato prevalente (in questo caso l’emissione della fattura è obbligatoria).
Circa la modalità di compilazione della fattura elettronica, AssoSoftware aveva lo scorso marzo pubblicato la Faq 8 marzo 2022 – Chiarimenti sulle operazioni Oss/Ioss, in aggiornamento alla precedente Faq del 22 ottobre 2021, con la quale aveva fornito importanti indicazioni operative circa le modalità di compilazione della fattura elettronica, qualora questa fosse emessa facoltativamente a fronte di un’operazione di vendita a distanza rientrante nel regime Oss (si veda il link: Monitor fatturazione elettronica – Assosoftware).
L’errore delle piattaforme di e-commerce
Ebbene, nonostante tutti i chiarimenti forniti, ai clienti delle software house associate ad AssoSoftware sono state recapitate fatture emesse da alcune delle più note piattaforme di e-commerce compilate riportando l’Iva estera nel tag <Imposta>, campo che è invece riservato esclusivamente all’Iva italiana.Tale modalità di compilazione risulta piuttosto “rischiosa” per il contribuente per conto del quale la piattaforma emette la fattura in quanto, indicando che si tratta di Iva italiana, che non verrà mai versata in quanto tale, lo potrebbe esporre a un complesso contenzioso con l’agenzia delle Entrate, stante che queste fatture transitano regolarmente dallo Sdi e hanno piena rilevanza fiscale. Chiaramente anche ai fini Esterometro e registri Iva precompilati.
Senza dimenticare che tali fatture vengono anche acquisite nel ciclo attivo dai software degli intermediari fiscali che assistono il contribuente i quali, rilevando un’Iva italiana, potrebbero contabilizzarla a debito nella liquidazione periodica Iva, ancorché tale Iva estera vada versata fuori liquidazione, con le apposite modalità di versamento e dichiarative previste per il regime Oss.Quindi veramente un grande pasticcio generato dai software di queste piattaforme di fatturazione conto terzi, che evidentemente sono realizzati da ottimi tecnici che però non conoscono a fondo le regole fiscali di compilazione della fattura elettronica. Con l’aggravante che lo Sdi le lascia passare senza alcuna segnalazione.
AssoSoftware ha interpellato l’agenzia delle Entrate affinché vengano al più presto previste contromisure o almeno fornite indicazioni più comprensibili anche ai non addetti ai lavori che si cimentano in ambito fiscale.Va peraltro ulteriormente segnalato che alcune di queste fatture vengono emesse in valuta estera, ad esempio in złoty (Pln), laddove l’agenzia delle Entrate ha sin da subito precisato che le fatture elettroniche che transitano dallo Sdi possono essere esposte esclusivamente in euro, ancorché contrattualmente si possa essere stabilita una diversa valuta (ciò avviene, ad esempio, nel settore petrolifero).
Non si sa ancora come siano interpretate a livello fiscale tali fatture dallo Sdi e dalle Entrate, anche se è lecito presumere che siano trattate come se fossero in euro, con tutte le conseguenze del caso.
La raccomandazione
In ogni caso al momento non si può che raccomandare la massima attenzione agli intermediari fiscali che assistono le imprese per le quali queste piattaforme emettono le fatture elettroniche, affinché il loro clienti non subiscano gli effetti negativi di un’errata fatturazione.In attesa di una presa di posizione ufficiale dell’agenzia delle Entrate , che si auspica possa fornire con l’occasione risposta a una serie di ulteriori quesiti sull’argomento posti da AssoSoftware.