di Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware
Nelle ultime settimane è ritornata di attualità la notizia che potrebbero venir meno, a partire dal 1° gennaio 2022, gli attuali esoneri dall’obbligo di fatturazione elettronica, che consentono ancora oggi, a determinate categorie di soggetti passivi Iva, di poter emettere le fatture in modalità cartacea.
Finora la stampa specializzata ha principalmente posto in evidenza i vantaggi di questo obbligo in riferimento alla lotta e al contrasto all’evasione fiscale, nonché il fatto che la fatturazione elettronica rende di fatto più agevoli le procedure di pignoramento. Ciò in quanto l’ente creditore è più facilmente a conoscenza dei rapporti creditori vantati dal contribuente moroso e può aggredire tali rapporti in modo più semplice (documento congiunto elaborato dalla commissione Finanze della Camera e dalla commissione Finanze e tesoro del Senato).
In pochi, tuttavia, hanno posto l’accento sui benefici che l’adozione della fatturazione elettronica fornisce a livello gestionale sia alle aziende, anche alle più piccole, sia ai propri consulenti fiscali.
Con costi oramai risibili è infatti possibile fruire delle funzionalità rese disponibili dalle piattaforme di fatturazione on line che, oltre a rendere il ciclo di fatturazione attiva quasi sempre ben più rapido e delocalizzabile rispetto a quanto può avvenire con la fatturazione cartacea in formato «.doc», permettono di beneficiare, quasi sempre gratuitamente, di ulteriori «plus» oramai indispensabili anche per i soggetti più piccoli.
Tra questi «plus» abbiamo quasi sempre la gestione integrata anche del ciclo passivo (le fatture di acquisto vengono trasmesse automaticamente dallo Sdi alla piattaforma semplicemente comunicando al fornitore il codice destinatario o impostando una tantum lo stesso sul sito «Fatture e corrispettivi»), la possibilità per l’azienda di ottenere situazioni contabili e finanziarie aggiornate in tempo reale, grafici di confronto dell’andamento aziendale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, scadenziari e infine la possibilità di utilizzare tantissime altre funzioni che i diversi produttori di software declinano in base alle specificità proprie e dei propri clienti.
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Tant’è che da sondaggi effettuati presso gli intermediari fiscali, risulta che una parte non irrilevante dei soggetti esonerati dalla fatturazione elettronica l’hanno in realtà già adottata da tempo, proprio perché i vantaggi, sia per l’azienda sia per l’intermediario stesso, che può acquisire automaticamente tali fatture al pari delle altre, sono tali da superarne i maggiori costi.
Ecco che quindi quella che appare come un’imposizione e non una libera scelta – al di là del fatto che tale rimane – non risulta necessariamente un fatto negativo a livello economico-aziendale. Siamo in realtà in una di quelle situazioni in cui lo Stato, seppur mosso da finalità e interessi propri, riesce indirettamente a perseguire quello che potremmo definire il “bene comune” delle nostre piccole imprese.
Con vantaggi anche per le software house associate ad AssoSoftware che realizzano i portali di fatturazione elettronica, che potranno fornire i propri servizi, oramai consolidati da tempo e disponibili a costi del tutto accessibili, a una platea ancora più ampia di soggetti.
In conclusione, l’obbligo di emissione della fattura elettronica dal 1° gennaio 2022 dovrebbe essere esteso:
• ai contribuenti che applicano il regime forfettario (articolo 1 della legge 190/2014);
• alle società e associazioni sportive dilettantistiche che nel periodo precedente abbiano conseguito proventi per attività commerciali non superiori al limite di 65mila euro;
• alle operazioni di natura sanitaria, quest’ultime escluse temporaneamente per ragioni legate alla privacy su indicazione del Garante (il divieto di emissione della fattura elettronica è stato infatti escluso per le prestazioni sanitarie solo fino al 31 dicembre 2021).
Se tutto ciò si concrettizzerà realmente, saremo di fronte a un altro passo avanti verso la digitalizzazione del nostro sistema paese.