La fatturazione elettronica, già obbligatoria da anni in Italia negli scambi B2G e B2B, è in via di adozione, con tempistiche variabili, anche in altri Paesi UE.
Al fine di promuoverla ulteriormente, la Commissione Europea, nell’ambito del programma “Vat in digital age” , ha proposto lo scorso 8 dicembre una serie di nuove misure per combattere il “tax gap” che vi è tra i vari Stati membri, individuando nell’adozione della “fatturazione elettronica intracomunitaria” il principale strumento attuativo.
AssoSoftware, allo scopo di fornire ai propri associati un aggiornamento sullo stato dell’arte della diffusione europea della fatturazione elettronica e una prima sintesi delle novità allo studio e delle possibili ricadute a livello Paese, ha organizzato lo scorso 13 febbraio un webinar cui ha partecipato, in qualità di relatore, l’Ing. Fabio Massimi, funzionario AgID, presidente della commissione UNinfo e-Business CT522, già co-fondatore e responsabile Peppol e rappresentante per l’Italia in vari gruppi tecnici internazionali. A seguire un breve inquadramento degli scenari che ci attendono in un prossimo futuro.
Partiamo dalla proposta avanzata dalla Commissione europea lo scorso 8 dicembre, che si appoggia su tre “pilastri”:
① il “Digital Reporting” (“DR”), ossia l’introduzione di un obbligo di comunicazione digitale delle informazioni relative a ciascuna operazione nazionale che i soggetti passivi dovranno trasmettere alle autorità fiscali in modo standardizzato. Tale obbligo coinvolgerà anche gli Stati membri che, come l’Italia, hanno adottato già la fatturazione elettronica, in quanto la proposta di direttiva potrebbe modificare il ruolo dello SdI, rendendo necessaria la trasmissione delle informazioni fiscali contenute nella fattura tramite “DR”;
② l’aggiornamento delle norme Iva applicabili alle cosiddette “piattaforme online”, rafforzando il loro ruolo nella riscossione dell’Iva quando queste facilitano la prestazione di servizi di locazione di alloggi a breve termine o di servizi di trasporto passeggeri;
③ il miglioramento e l’ampliamento dei sistemi esistenti dello sportello unico Oss e dello sportello unico per le importazioni Ioss, nonché dell’inversione contabile, al fine di ridurre al minimo i casi in cui un soggetto passivo è tenuto a registrarsi in un altro Stato membro.
Le proposte della Commissione europea dell’8 dicembre saranno soggette a un periodo di confronto che terminerà il 3 aprile 2023. Dopodiché la Direttiva dovrà essere approvata all’unanimità da tutti gli Stati membri. A seguire gli Stati membri dovranno recepirla con norme nazionali entro il 31 dicembre 2023.
I principali impatti della riforma
Limitati gli impatti dal 1° gennaio 2024, data a partire dalla quale gli Stati membri potranno adottare la fatturazione elettronica obbligatoria, senza la preventiva approvazione della UE. La fattura elettronica dovrà essere emessa, trasmessa e ricevuta in un formato elettronico strutturato che ne consenta il trattamento automatico ed elettronico.
Più rilevanti gli impatti a partire dal 1* gennaio 2028, data a partire dalla quale:
- la “fatturazione elettronica intracomunitaria” diventerà obbligatoria per tutte le operazioni fra gli Stati membri, mentre nessun obbligo vi sarà per le operazioni domestiche;
- la fattura elettronica (nazionale o intracomunitaria) dovrà essere emessa entro due giorni lavorativi dall’evento imponibile, mentre l’attuale termine può arrivare anche a 45 giorni;
- non saranno più consentite le fatture riepilogative, neppure per le operazioni nazionali. Ciò in quanto gli attuali tempi sono troppo lunghi e non permettono un efficace contrasto alle frodi Iva. Inoltre, le fatture riepilogative risultano poco elaborabili e quindi rendono i sistemi di controllo poco efficaci;
- all’attuale contenuto obbligatorio delle fatture saranno aggiunte alcune informazioni antifrode, in particolare l’identificativo del conto bancario di accredito del pagamento della fattura, la data concordata e l’importo di ciascun pagamento e, nel caso di fattura di rettifica, il numero identificativo della fattura rettificata;
- le attuali dichiarazioni riepilogative periodiche (ad esempio la Li.Pe.) saranno sostituite dal “DR”, che avrà una natura transazionale (quindi legato a ciascuna operazione) e non aggregata;
- la trasmissione delle informazioni sugli acquisti intracomunitari non sarà più facoltativa, ma obbligatoria. I dati raccolti alimenteranno un Vies centrale di nuova realizzazione;
- verranno liberalizzate le regole di emissione delle fatture elettroniche e verranno altresì meno le attuali autorizzazioni agli Stati membri, per cui – ad esempio – l’attuale sistema di trasmissione e consegna delle fatture tramite SdI non dovrebbe essere più consentito.
È evidente che le novità non sono poche, né di poco conto. È vero che mancano quasi cinque anni al 1° gennaio 2028, tuttavia per chi opera e gestisce le infrastrutture informatiche è già ora di cominciare a pensarci, visti gli investimenti necessari che occorrerà effettuare e i tempi di realizzazione che non sono mai quelli previsti inizialmente.
AssoSoftware, come di consueto, supporterà le software house associate nell’affrontare consapevolmente il nuovo contesto evolutivo, cercando allo stesso tempo di fornire supporto decisionale a tutti gli stakeholders, affinché le decisioni prese vadano nella direzione di predisporre infrastrutture effettivamente realizzabili e foriere di un elevato valore aggiunto per l’intero sistema paese.