di Fabio Giordano, Comitato tecnico AssoSoftware
In quest’ultimo anno sono stati istituiti molti crediti d’imposta a favore delle imprese. Da una parte come forma di agevolazione fiscale per fronteggiare la crisi economica derivante dall’emergenza Covid-19, dall’altra per sostituire precedenti meccanismi agevolativi come quelli del super e dell’iperammortamento, ritenuti oramai obsoleti.
Tra tutti, per citare solo i più importanti e recenti, senza pretesa alcuna di esaustività, ricordiamo, ad esempio, quelli introdotti dal Dl34/2020 (decreto Rilancio):
– il credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda (articolo 28);
– il credito d’imposta del 50% dei costi di costituzione o trasformazione in società benefit (articolo 38-ter);
– il credito d’imposta per la mancata partecipazione a fiere e manifestazioni commerciali (articolo 46-bis);
– il credito d’imposta per contenere gli effetti negativi sulle rimanenze finali di magazzino nel settore tessile, della moda e degli accessori (articolo 48-bis);
– il credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro (articolo 120);
– il credito d’imposta ottenuto come trasformazione delle detrazioni fiscali in sconto utilizzabile dal fornitore, credito d’imposta peraltro anche cedibile a terzi (articolo 121);
– il credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione (articolo 125);
– il credito d’ imposta per le attività di ricerca e sviluppo nelle aree del Mezzogiorno e nelle regioni colpite dagli eventi sismici degli anni 2016 e 2017;
– il credito d’imposta per i soggetti che effettuano conferimenti in denaro, in una o più società, rivolti all’aumento del capitale sociale, finalizzati al rafforzamento patrimoniale delle imprese di medie dimensioni (articolo 26).
Il meccanismo del credito d’imposta fornisce alle imprese un’agevolazione indiretta, che, diversamente dalle agevolazioni dirette, come ad esempio l’erogazione di contributi a fondo perduto o di finanziamenti da restituire gradualmente, si concretizza come un risparmio fruibile per l’impresa solo all’atto del versamento di imposte e/o contributi effettuato tramite il modello F24.
Non bisogna tuttavia pensare che l’effetto sia esclusivamente finanziario, visto che l’utilizzo del credito d’imposta ha un impatto civilistico importante, sia a livello patrimoniale sia economico, che obbliga il beneficiario a eseguire specifiche scritture sul libro giornale, per contabilizzare sia il credito d’imposta stesso (SP Dare) sia il corrispondente contributo (CE Avere). Ciò indipendentemente dal fatto che, nella stragrande maggioranza dei casi, essendo tale beneficio fiscalmente irrilevante, le scritture che hanno effetto a conto economico debbano essere accompagnate da corrispondenti variazioni in diminuzione in dichiarazione dei redditi.
Nel caso poi, ad esempio, del credito d’imposta spettante per le spese sostenute a titolo di investimento in beni strumentali nuovi, per il quale si opti per la modalità contabile che prevede di considerare il contributo come ricavo anticipato, da imputare per quote di competenza al conto economico in relazione alla durata degli ammortamenti dei beni agevolati, vi è anche la necessità di contabilizzare il contributo (CE Avere) utilizzando la tecnica dei risconti passivi, per spalmare lo stesso in base alla durata del periodo di ammortamento. Scritture specifiche vanno poi eseguite al momento dell’utilizzo del credito d’imposta all’interno del modello F24, laddove la compensazione dei debiti esposti in delega con il credito d’imposta deve trovare esatta corrispondenza in contabilità, con la riduzione del credito d’imposta (in Avere) per effetto del suo utilizzo.
Tutto ciò premesso, è evidente che l’espandersi da parte del legislatore dell’utilizzo del credito d’imposta come strumento per erogare benefici in favore delle imprese, comporta a sua volta la necessità di un’automazione specifica anche a livello di generazione automatica delle scritture contabili da parte dei software gestionali.
È chiaro che siamo solo all’inizio.
Gli analisti normativi delle software house associate ad AssoSoftware, che conoscono bene le diverse tecniche contabili, stanno valutando con i tecnici le soluzioni operative che si potrebbero adottare per automatizzare le scritture contabili legate al sorgere, all’utilizzo e all’estinzione di tutti i crediti d’imposta.In primis, chiaramente, quelle legate al credito d’imposta spettante per le spese sostenute a titolo di investimento in beni strumentali nuovi, in quanto collocabili all’interno degli applicativi “Cespiti” che gestiscono l’ammortamento dei beni strumentali e che già prevedono funzioni di registrazione automatica delle scritture di ammortamento e di plus/minusvalenza.
Tuttavia, se è forse vero che è prematuro pensare a moduli software dedicati specificamente alla gestione dei diversi crediti d’imposta, anche in attesa dei prevedibili pronunciamenti dell’Ade in via interpretativa, non lo è sicuramente cercare di avere sempre le idee chiare e una visione prospettica delle attività da pianificare nel futuro. Per la realizzazione delle funzionalità software, saranno poi la spinta propulsiva dei clienti e i riscontri nei confronti delle proposte di sviluppo che le aziende vorranno loro sottoporre a confermare o meno la roadmap che i product manager definiranno, ciascuno per la propria azienda.
AssoSoftware, come di consueto, supporterà le aziende associate nel reperimento delle informazioni necessarie alla predisposizione dei software gestionali e nel mettere a fattor comune le soluzioni interpretative che risulteranno maggiormente condivise.