di Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware

La scorsa settimana abbiamo iniziato a esaminare le principali novità connesse alla nuova normativa fiscale sui gruppi Iva, evidenziandone i principali vantaggi, in particolare in relazione al rilevante risparmio d’imposta connesso, in alcuni casi, all’adozione di questo regime (clicca qui per leggere l’articolo ).

 

In particolare è utile ricordare che sono sicuramente interessate al gruppo Iva quelle tipologie di aziende per le quali il risparmio d’imposta è correlato alla possibilità di qualificare le operazioni poste in essere all’interno del gruppo come «non rilevanti ai fini Iva», potendosi così annullare gli effetti negativi – nel caso in cui intercorrano tra i vari soggetti sia operazioni imponibili che operazioni esenti – del pro-rata di indetraibilità, non essendo più tali operazioni qualificate come operazioni Iva. In questo secondo appuntamento, dopo aver elencato alcuni passaggi operativi connessi all’adozione del gruppo Iva, ne analizziamo in linea generale i benefici e proviamo – aiutandoci con un semplice quanto articolato esempio numerico – a quantificare gli effetti a livello di risparmio di imposta. Una quantificazione essenziale, per gli amministratori delle aziende interessate, per poter decidere se intraprendere o meno la nuova via del gruppo Iva.

Passaggi operativi e benefici del gruppo Iva
Va segnalato che, ai fini Iva, vi sono una serie di obblighi specifici indicati dall’articolo 2, del Dm Economia del 6 aprile 2018, che comportano l’espletamento di alcune attività preliminari (o conclusive in caso di fuoriuscita).
In particolare:
•per effetto della sua costituzione, il gruppo Iva deve applicare le disposizioni relative alla rettifica della detrazione, all’articolo 19-bis2, del decreto Iva, con riferimento alla data in cui i beni e i servizi sono stati acquistati dai partecipanti;
•i singoli partecipanti si impegnano ad assumere gli obblighi e i diritti derivanti dall’applicazione delle disposizioni in materia di Iva con riferimento alle operazioni per le quali l’imposta diventa esigibile o il diritto alla detrazione è esercitabile anteriormente alla data di ingresso nel gruppo Iva ovvero successivamente alla sua cessazione;
•in caso di cessazione, il credito Iva maturato e non utilizzato dal gruppo Iva prima della cessazione deve essere chiesto a rimborso ai sensi dell’articolo 30 del decreto Iva oppure deve essere computato in detrazione dal rappresentante del gruppo nelle proprie liquidazioni o nella propria dichiarazione annuale.

Per quanto riguarda i benefici, quelli derivanti e connessi all’adesione al gruppo Iva riguardano:
■gli efficientamenti amministrativi e organizzativi connessi alla riorganizzazione di tutti gli adempimenti Iva, che vengono concentrati in capo al responsabile del gruppo, con la possibilità di effettuare economie di scala derivanti dall’abbattimento degli oneri amministrativi di fatturazione, approfittando anche del passaggio alla fatturazione elettronica dal 1° gennaio 2019, e di annotazione sui registri Iva e di dichiarazioni periodiche e annuali;
■la possibilità di seguire logiche di mercato nella determinazione del prezzo applicato ai servizi resi all’interno del gruppo;
■la possibilità di qualificare le operazioni all’interno del gruppo come non rilevanti ai fini Iva, limitando gli effetti negativi connessi all’eventuale applicazione del pro-rata di indetraibilità.

Quest’ultimo è certamente il beneficio che risulta di maggiore interesse in quanto – come già anticipato in premessa – per effetto dell’adesione al nuovo regime, tutte le operazioni intercorse tra i soggetti partecipanti al gruppo Iva perdono la loro rilevanza ai fini Iva, diventando di fatto operazioni “fuori campo” Iva e da annotarsi ai soli fini contabili.
I vantaggi in termini di imposta sono tanto più rilevanti quanto tra i soggetti aderenti al gruppo Iva vi siano società con un’alta limitazione al diritto di detrazione.
Nel sistema finora vigente, a ogni soggetto passivo si applica un proprio pro-rata di detraibilità, calcolato con riferimento a tutte le operazioni da questi poste in essere, nessuna esclusa. Mentre nel gruppo Iva il pro-rata viene determinato in funzione delle sole operazioni complessivamente effettuate nei confronti di terzi, da tutti i partecipanti del gruppo Iva. Molto spesso con effetti positivi sul pro-rata di indetraibilità, poiché le operazioni interne tra i partecipanti al gruppo non vengono più qualificate come operazioni Iva.

Un esempio numerico
Ipotizziamo di avere due aziende A e B, l’azienda A pone in essere esclusivamente operazioni imponibili (con aliquota Iva del 10%) mentre l’azienda B pone in essere esclusivamente operazioni esenti. Inoltre l’azienda A pone in essere 1/3 delle sue operazioni nei confronti dell’azienda B e viceversa l’azienda B pone in essere 1/3 delle sue operazioni nei confronti dell’azienda A.

Per semplicità espositiva ipotizziamo che ciascuna di esse (A e B) effettui operazioni degli stessi importi:
•vendite esterne 10mila (Iva mille);
•vendite infra-gruppo 5mila (Iva 500);
•totale vendite 15mila (Iva 1.500);
•acquisti esterni 8mila (Iva 800);
•acquisti infra-gruppo 4mila (Iva 400);
•totale acquisti 12mila (Iva 1.200).
In sintesi una situazione perfettamente speculare, se non per il fatto che A opera in regime di imponibilità e B in regime di esenzione.

Qualora operino autonomamente:
•l’azienda A “incasserà” Iva per 1.500 e detrarrà Iva per 1.200 (costo per Iva indetraibile pari a 0);
•l’azienda B non “incasserà” Iva e non detrarrà Iva (costo per Iva indetraibile 1.200);
•complessivamente le due aziende A e B avranno un “incasso” di Iva per 1.500, un esborso di Iva di 300 (=1.500 – 1.200 detraibile) e un costo per Iva indetraibile 1.200.

Proviamo a vedere che cosa succederebbe qualora l’azienda A e B operassero all’interno di un gruppo Iva, sterilizzando le variabili relative alle vendite infra-gruppo 5mila (Iva 500) e agli acquisti infra-gruppo 4mila (Iva 400):
•vendite esterne 20mila (di cui 10mila imponibili con Iva 1mila e 10mila esenti);
•pro-rata di detraibilità 50% (vendite esterne 10mila imponibili diviso 20mila complessive);
•acquisti esterni 16mila con Iva 1.600 (di cui 800 detraibile e 800 costo);
•complessivamente il gruppo Iva avrà un “incasso” di Iva per 1mila, un esborso di Iva di 200 (=1.000 – 800 detraibile) e un costo per Iva indetraibile 800.

In sintesi in questo esempio il passaggio al gruppo Iva comporterebbe:
■un esborso di Iva di 200 (incasso 1mila e detrazione 800) anziché di 300 (incasso 1.500 e detrazione 1.200);
■un costo di Iva indetraibile di 800 anziché di 1.200.

È chiaro che il vantaggio può essere superiore o inferiore in base al volume delle cessioni e degli acquisti di ciascuna azienda e alla tipologia di operazioni effettuate. Detto questo, fatte le dovute verifiche, il risparmio per alcune tipologie di aziende potrebbe essere davvero rilevante e tale da giustificare le complessità di adeguamento dei sistemi informativi e dei processi amministrativi.

Le software house aderenti ad AssoSoftware che forniscono servizi alle aziende interessate sono già al lavoro per analizzare gli impatti a livello di procedure e per supportare a livello tecnico i propri clienti in questa complessa fase decisionale.

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