di Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware
Sono due questa settimana i focus della nostra rubrica: il primo riguarda le problematiche e le proposte connesse all’invio dati fatture, il secondo l’accesso al servizio di monitoraggio delle anomalie dei diagnostici Entratel.
INVIO TELEMATICO DATI FATTURE
In queste settimane, i contribuenti e gli intermediari, che devono materialmente effettuare l’invio telematico, ed i produttori di software che hanno predisposto le procedure e che li assistono in tutte le fasi di trasmissione, sono alle prese con l’esperienza surreale che riguarda l’invio delle comunicazioni liquidazioni periodiche Iva. A breve ci aspetta però anche l’invio dati fatture (da effettuarsi per obbligo, ai sensi dell’articolo 4, comma 1, del Dl 193/2016, ovvero per facoltà, ai sensi dell’articolo 1, comma 3, del Dlgs 127/2015, in caso di opzione per il regime premiale), il cui termine di trasmissione è fissato al 18 settembre 2017, sul quale le software house hanno necessariamente già dovuto iniziare lo sviluppo delle procedure con l’obiettivo di rilasciarle non oltre il mese di luglio.
Programmare il rilascio entro luglio non è solo un problema di ferie, come qualcuno potrebbe facilmente ironizzare, ma un’esigenza reale delle aziende e dei professionisti che devono poter iniziare a predisporre i flussi per tempo, stante la novità dell’adempimento e la numerosità dei dati richiesti. La disponibilità delle procedure è inoltre un elemento necessario per poter consentire la formazione degli operatori che materialmente dovranno gestire l’adempimento. È proprio su questo punto che vogliamo porre l’attenzione, in quanto in fase di analisi e di sviluppo abbiamo riscontrato una serie di problemi reali e potenziali, che è opportuno evidenziare per tempo.
Le premesse
Per comprendere meglio il contesto, occorre premettere che:
■l’invio dati fatture interessa le fatture annotate sui registri Iva nel trimestre di riferimento, a nulla rilevando la data di emissione del documento. Non bisogna infatti “confondere” questo adempimento con la fatturazione elettronica B2B, che fa riferimento alla data di emissione, ancorché le fatture B2B (così come quelle alla Pa) possano essere non incluse in questa trasmissione in quanto già a disposizione dell’agenzia delle Entrate;
■i dati da trasmettere, per ciascuna fattura, sono tutti quelli anagrafici (denominazione, indirizzo, ecc…) del cliente e del fornitore (ed eventualmente quelli del rappresentante fiscale o della stabile organizzazione, se presenti in fattura) e del riepilogo Iva della fattura. Non sono presenti i dati di corpo, in quanto questo adempimento ha esclusivamente la finalità di creare la base dati per le attività di controllo da parte dell’agenzia delle Entrate, nonché per l’assolvimento degli obblighi di informativa comunitaria, le cui informazioni in passato erano fornite dalla vecchia e abrogata comunicazione Iva;
■a livello di flussi da inviare, ciascun file Xml contiene – ad esempio per le fatture attive – i dati del cedente (fornitore), in relazione a questo fino a mille cessionari (clienti), e per ciascun cessionario fino a mille fatture. Questo significa, di fatto, che per determinare la “capienza” di ciascun file Xml sarà di fatto sufficiente far riferimento al numero di cessionari (clienti), il tutto chiaramente in relazione al trimestre di invio. Stesse regole valgono anche per le fatture passive, che devono comunque essere inserite in un distinto file Xml;
■per quanto riguarda le ricevute, valgono le medesime regole già conosciute per la comunicazione liquidazioni periodiche Iva, quindi un file di ricevuta per ciascun file Xml di fatture, con possibilità di fare puntamento sulla singola fattura contenuta nel file Xml nel caso fosse necessaria la rettifica o la cancellazione successiva della stessa.
I problemi riscontrati
Ebbene, fatta questa doverosa premessa, i principali problemi al momento riscontrati in fase di analisi e di predisposizione delle procedure software sono i seguenti:
■la sovrabbondanza di dati anagrafici, la maggior parte del tutto inutili quando si tratta di soggetti già identificati dall’anagrafe tributaria e quindi in possesso di codice fiscale e/o partita Iva italiani, genera spesso errori bloccanti di validazione sullo schema Xml, laddove siano presenti per esempio nella denominazione caratteri non ammessi, con conseguente scarto dell’intero file Xml. Quello che è curioso è che nel vecchio spesometro, che abbiamo inviato per l’ultima volta lo scorso aprile, questo problema non sussisteva essendo richiesti il solo codice fiscale o la partita Iva nel caso di soggetti passivi italiani;
■la presenza di dati anagrafici, per le fatture attive, crea problemi di duplicazione di file Xml qualora vi sia stata anche solo una variazione dei dati del cedente nel corso del trimestre di invio (in quanto ciascun file può contenere i dati di un solo cedente) e di duplicazione di occorrenze (Tag) all’interno del medesimo file Xml, in caso di variazioni dei dati del cessionario (cliente), rendendo i controlli oltremodo complessi per gli operatori, spesso forse inutilmente preoccupati di dover gestire queste variazioni già in fase di registrazione delle fatture. Chiaramente lo stesso problema sussiste anche per le fatture passive, a parti invertite;
■la dimensione dei file da inviare, già particolarmente rilevante per il fatto stesso che la scelta tecnologica di utilizzare l’Xml comporta a livello di sintassi non solo l’indicazione del dato, ma anche la sua etichettatura, è inutilmente ridondata di informazioni superflue, il che crea problemi non solo di stoccaggio sui server di elaborazione (è vero che gli hard disk costano sempre meno, ma sostituirli costa comunque), ma anche di archiviazione documentale, laddove in molti casi la conservazione sostitutiva viene fatta pagare dai provider specializzati sulla base della dimensione dei file archiviati.
La proposta AssoSoftware: obiettivo once only
La nostra proposta, come AssoSoftware, è quella di fare un rapido tuning alle specifiche tecniche e agli schemi di validazione dei file Xml, permettendo l’indicazione, per i soggetti passivi già identificati all’Anagrafe tributaria, del solo codice fiscale e/o partita Iva. Solo negli altri casi in cui uno dei due soggetti non fosse identificato, oppure vi fosse la necessità di indicare i dati della stabile organizzazione (anche nel caso di rappresentante fiscale è sufficiente l’indicazione del codice fiscale e partita Iva) si dovrebbero compilare tutti i dati anagrafici.
Per concludere, auspichiamo un maggior coinvolgimento delle parti interessate: in questi mesi abbiamo sentito più volte rimarcare, da parte dei rappresentanti istituzionali che stanno portando avanti la digitalizzazione in Italia, l’importanza del principio «once only», principio secondo il quale le pubbliche amministrazioni dovrebbero evitare di chiedere a cittadini e imprese informazioni già in precedenza fornite. Un principio alla base della rivisitazione della progettazione ed erogazione dei servizi web di fondamentale importanza e pienamente condivisibile. Nell’auspicare che questo principio venga esteso a tutti i dati condivisi tra e con le pubbliche amministrazioni, gradiremmo che almeno non ci fossero chiesti dati già disponibili proprio presso la stessa amministrazione che ce li sta richiedendo.
ASSOSOFTWARE CONTROLLA GLI INVII TELEMATICI: UN SERVIZIO UNICO RISERVATO AGLI INTERMEDIARI
Disponibile online il documento che riepiloga le segnalazioni dei diagnostici e la soluzione ai problemi riscontrati. Anche quest’anno sarà attivo dal mese di giugno, su www.assosoftware.it , e liberamente accessibile a tutti gli intermediari, il servizio di monitoraggio delle anomalie segnalate dai software di controllo Sogei dei modelli di dichiarazione dei redditi. Il servizio è il risultato di un approfondito lavoro effettuato dalle software house aderenti all’Associazione che quotidianamente si confrontano, per il tramite di AssoSoftware, con i referenti incaricati di agenzia delle Entrate e Sogei.
Il quadro completo e continuamente aggiornato delle anomalie è presentato in un file Excel che permette agli intermediari di verificare se le segnalazioni «dubbie» eventualmente rilevate rientrano fra quelle catalogate da AssoSoftware quali anomalie dei software di controllo. Per agevolare la ricerca, le segnalazioni sono ordinate cronologicamente e differenziate per versione del software di controllo; per ogni anomalia è indicato se è ancora presente o se è già stata oggetto di opportuna correzione con una release successiva.
Solo nel caso in cui la segnalazione del diagnostico non sia stata ancora documentata da AssoSoftware l’intermediario dovrà contattare la propria software house o il call center dell’amministrazione finanziaria. Il servizio di consultazione delle anomalie segnalate rimarrà attivo fino alla scadenza della presentazione dei modelli Unico.
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