di Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware
Manca poco alla scadenza del 18 aprile 2019, data a partire dalla quale le “amministrazioni aggiudicatici” e gli “enti aggiudicatori” saranno obbligati a ricevere ed elaborare non solo le fatture elettroniche conformi allo standard italiano, ma anche quelle conformi allo standard europeo sulla fatturazione elettronica negli appalti pubblici.
Il suddetto obbligo di ricevere ed elaborare le fatture elettroniche conformi allo standard europeo, scatta in virtù delle disposizioni contenute nel Dlgs n. 148/2018 recante “Attuazione della direttiva (Ue) 2014/55 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014, relativa alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici”, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 14/2019.
Le nuove norme si pongono l’obiettivo di uniformare lo standard della fatturazione elettronica a livello comunitario, per agevolare la partecipazione alle gare d’appalto agli operatori di un paese diverso.
Le disposizioni contenute nel decreto si applicano a tutte le “amministrazioni aggiudicatici” (ai sensi dell’articolo 3, comma 1, lettera a), del Dlgs n.50/2016) e agli “enti aggiudicatori” (ai sensi dell’articolo 3, comma 1, lettera e), del Dlgs n.50/2016) di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
Le citate disposizioni non si applicano, invece, alle fatture elettroniche emesse a seguito dell’esecuzione di contratti che rientrano nell’ambito di applicazione del Dlgs n.208/2011, inerenti a contratti pubblici, stipulati nel settore della difesa e della sicurezza, e qualora l’aggiudicazione e l’esecuzione del contratto siano dichiarate segrete o debbano essere accompagnate da speciali misure di sicurezza secondo le disposizioni legislative, regolamentari o amministrative vigenti.
Entrata in vigore
Il Dlgs n.148/2018 Attuazione della direttiva (Ue) 2014/55 è entrato in vigore lo scorso 01/02/2019, ma solo dal 18/04/2019 il Sistema di Interscambio sarà operativo nella ricezione delle fatture elettroniche in formato europeo provenienti dalle aziende europee e nella consegna delle stesse alle Pa italiane. Ciò in quanto è proprio quest’ultima la data in cui entrerà in vigore l’obbligo di ricevere le fatture elettroniche redatte secondo la norma EN16931:2017.
La direttiva (Ue) 2014/55 prevede, infatti, che il nuovo standard di fattura elettronica entri in vigore dopo 18 mesi dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, quindi 18 mesi a partire dal 17/10/2017.
Dal 18/04/2019, “amministrazioni aggiudicatici” ed “enti aggiudicatori” italiane saranno obbligati a ricevere ed elaborare le fatture elettroniche conformi allo standard europeo sulla fatturazione elettronica negli appalti pubblici, ovvero quelle che rispettino la Core Invoice Usage Specification (CIUS) per il contesto nazionale italiano, il cui uso è previsto nello standard europeo EN 16931-1:2017.
Per le “amministrazioni aggiudicatici” sub-centrali (ai sensi dell’articolo 3, comma 1, lettera c), del Dlgs n.50/2016) l’obbligo decorre dal 18/04/2020.
Le attività in corso in Italia
Per rendere più semplice l’individuazione dei soggetti obbligati, e per ciascuno di essi il corretto termine di entrata in vigore (18/4/2019 ovvero 18/4/2020), l’agenzia delle Entrate – oltre all’attivazione dello Sdi – sta valutando di abilitare l’attuale Indice delle pubbliche amministrazioni anche alla ricerca e individuazione delle Pa e dei soggetti diversi dalle Pa soggette all’obbligo introdotto dal Dlgs n.148/2018.
Un apposito provvedimento del direttore dell’agenzia delle Entrate definirà poi le regole tecniche specifiche da aggiungersi a qUelle già esistenti sulla fatturazione elettronica interna.
Parallelamente è in corso un’attività che vede coinvolte l’agenzia delle Entrate, l’agenzia per l’Italia digitale, Uninfo e altri soggetti pubblici e privati, che stanno lavorando per implementare all’interno del Sistema di interscambio una funzione di traduzione del formato fattura Pa al modello semantico di fattura elettronica introdotto dalla EN16931:2017-parte1 e delle sintassi indicate nello standard EN16931:2017-parte2, cioè UBL e UN/CEFACT.
Si tratta di un’attività non semplice e talvolta neppure possibile, in quanto lo standard italiano prevede, quali obbligatorie, una serie rilevante di informazioni non previste nello standard europeo, per cui in molti casi, dopo la “traduzione” automatica, rimarranno comunque da compilare molte delle informazioni necessarie per soddisfare le esigenze dell’amministrazione finanziaria italiana.
Tavolo per l’e-fattura
L’articolo 5, del Dlgs n.148/2018, prevede inoltre che sia istituito – con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – un tavolo tecnico permanente per la fatturazione elettronica presso l’Agenzia per l’Italia Digitale.
Tale tavolo tecnico dovrà avere le seguenti finalità:
-aggiornamento delle regole tecniche e delle modalità applicative;
-monitoraggio della corretta applicazione delle stesse;
valutazioni degli impatti per la pubblica amministrazione e di quelli riflessi per gli operatori economici;
raccordo e coinvolgimento, fin dalla fase di definizione, di tutte le iniziative legislative e applicative in materia di fatturazione e appalti elettronici.
Il tavolo tecnico permanente per la fatturazione elettronica è composto da un componente indicato dall’Agenzia per l’Italia digitale, due componenti indicati dal Ministero dell’economia e delle finanze, due componenti indicati dall’agenzia delle Entrate, tre componenti indicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, un rappresentante indicato dall’Unione province italiane (Upi) e due rappresentanti indicati dall’Associazione nazionale comuni italiani (Anci).
Il legislatore italiano non ha però coinvolto i rappresentanti del mondo privato, fatto che appare strano in considerazione del fatto che il tavolo permanente ha, tra le sue finalità, anche quella di effettuare «valutazioni degli impatti per la pubblica amministrazione e di quelli riflessi per gli operatori economici».
Il fatto è curioso, perché l’esperienza del Forum europeo della fattura elettronica (Emsfei) ha invece evidenziato come siano fondamentali i confronti e i dibattiti all’interno del forum multi-stakeholder, che ad esempio hanno permesso di pubblicare un documento di raccomandazioni che sono state recepite dal legislatore europeo nel testo della direttiva (Ue) 2014/55.
Senza un confronto tra tutti gli stakeholders – all’interno del tavolo permanente sulla fatturazione elettronica – è ragionevole attendersi norme legislative e regolamentari inutilmente più gravose del necessario per il settore privato.
Le attività delle software house
Le software house sono al momento in attesa dell’emanando Provvedimento del direttore dell’agenzia delle Entrate, che definirà le regole tecniche specifiche da aggiungersi a quelle già esistenti sulla fatturazione elettronica interna.
La problematica va chiaramente affrontata sia dal punto di vista del ciclo passivo, che del ciclo attivo.
Per quanto riguarda il ciclo passivo delle Pa italiane, occorrerà capire come dovrà essere acquisita una fattura europea convertita dallo Sdi nel tracciato italiano, stante che potrebbero mancare molte delle informazioni necessarie. Si auspica che il citato Provvedimento possa contenere tutte le indicazioni operative e tecniche necessarie, utili per poter adeguare da parte delle software house le funzioni di acquisizione delle fatture all’interno delle procedure gestionali in uso alle pubbliche amministrazioni.
Per quanto riguarda il ciclo attivo dei fornitori di Pa europee, va detto che il decreto nulla disciplina, in quanto si occupa esclusivamente delle fatture ricevute dalle Pa italiane. In questo caso è presumibile che ci dovrà attenere alle normative di ciascuno dei Paesi cui appartengono le Pa cui verranno destinate le fatture delle aziende e dei professionisti italiani.
Saranno quindi coinvolti i software gestionali di fatturazione in uso alle imprese e ai professionisti italiani che operano nei confronti di Pa europee, i quali dovranno essere in grado di predisporre le fatture elettroniche secondo la norma EN16931:2017.
È probabile che non tutti i software – almeno inizialmente – si adegueranno al nuovo standard, stante la non elevata diffusione di tali tipologie di operazioni, le valutazioni verranno comunque effettuate dalle software house in base alla tipologia e alle richieste dei propri clienti.
L’adozione dello standard europeo sulla fatturazione elettronica negli appalti pubblici è in ogni caso solo il primo passo, cui seguirà – come avvenuto in Italia – il passaggio all’obbligo di applicazione dello standard europeo anche per le operazioni B2B. Quando ciò avverrà, chiaramente tutti i software gestionali dovranno essere adeguati.
AssoSoftware, come di consueto, interfacciandosi costantemente con gli enti preposti, offre un presidio e un supporto costante alle aziende associate, consentendo loro di implementare le procedure in modo rapido ed efficiente.