La collaborazione tra Agenzia delle Entrate e software house sul fronte della fatturazione elettronica è un modello a cui molte altre pubbliche amministrazioni dovrebbero ispirarsi.
L’utilizzo di sistemi interoperabili secondo il paradigma M2M (machine to machine) va adeguatamente studiato e sperimentato all’inizio, ma, una volta avviato, garantisce un grande livello di automazione con benefici operativi evidenti per tutti gli attori del processo, a partire dalle aziende e dai contribuenti che inviano e ricevono i documenti fattura.
Forse è proprio per i benefici operativi tangibili della fatturazione elettronica e per la velocità d’esecuzione delle registrazioni sul fronte amministrativo che, quando s’inceppa qualcosa, le ore d’attesa per i riscontri del Sistema d’interscambio sembrano secoli se raffrontate ai minuti della normale attività.
Il blocco di Sogei
È quanto è successo il 30 marzo scorso allo Sdi che, per un problema elettrico alla server farm Sogei, ha interrotto il funzionamento per alcune ore riprendendo la completa operatività nel corso del giorno successivo. Si è trattato di un blocco veramente breve ma che, essendo avvenuto a cavallo della fine del mese, ha generato qualche difficoltà alle imprese che solitamente concentrano proprio in quei giorni il maggior flusso di invii (si veda l’articolo «Il black out della Sogei paralizza siti del Fisco e piattaforma green pass»).
La proroga di dieci giorni
L’agenzia delle Entrate, ben conscia della situazione, ha immediatamente pubblicato un comunicato stampa (si veda l’articolo «Blocco informatico delle Entrate, in arrivo la proroga») già il 31 marzo, anticipando l’uscita di un provvedimento di irregolare funzionamento degli uffici per i giorni 30 e 31 marzo, avviando quindi la procedura che proroga automaticamente di dieci giorni tutti gli adempimenti in scadenza in quei giorni (si veda l’articolo «Blocco telematico alle Entrate, proroga all’11 aprile. Cessioni fino al 5 aprile con bonus subito nel cassetto»). Quindi da un punto di vista formale il comportamento dell’agenzia delle Entrate è stato ineccepibile nei tempi e nei modi della comunicazione agli interessati, tuttavia, come spesso capita anche con le interruzioni delle trasmissioni da parte di operatori telefonici, la ripartenza dei sistemi sconta sempre dei ritardi che sono fisiologici per lo smaltimento dei dati nel frattempo accumulati durante l’interruzione.
Proprio su questo punto è intervenuto il comunicato stampa di AssoSoftware il 14 aprile scorso, con il quale l’Associazione, a beneficio delle software house e dei loro clienti, ha precisato che eventuali ritardi nelle notifiche allo Sdi «potrebbero essere in relazione al carico elaborativo legato all’accumulo dei documenti nel frattempo accodati e che, in ogni caso, la situazione si è normalizzata già da diversi giorni». Questo messaggio, in linea con lo spirito di collaborazione e trasparenza che contraddistingue il rapporto tra AssoSoftware e agenzia delle Entrate, aveva anche l’obiettivo di tranquillizzare gli operatori rispetto ad eventuali ritardi nell’emissione dei documenti sempre collegati ai tempi tecnici della ripartenza dello Sdi.
Anche per questi casi di invii avvenuti nei giorni immediatamente successivi al 30 e 31 marzo, adeguatamente documentati, l’eventuale ritardo di notifica Sdi oltre i 12 giorni dall’effettuazione dell’operazione non può essere imputabile all’azienda cedente, essendo, come riportato nel comunicato stampa, «il superamento dei termini riconducibile ai ritardi conseguenti l’accertato irregolare funzionamento dei servizi dell’agenzia delle Entrate».