di Roberto Bellini, direttore generale AssoSoftware
La fattura elettronica è un processo irreversibile, lo dicono tutti, dai politici ai referenti istituzionali e accademici. Non ultimo, rispetto allo scenario anche solo di qualche mese fa, abbiamo raccolto segnali di un importante cambio di direzione, in particolare da parte del viceministro Casero, che prospettano e auspicano l’introduzione, seppur graduale, dell’obbligatorietà della fatturazione elettronica.
Una richiesta in tal senso è stata avanzata dal ministro Padoan alla Ue e non è escluso che nei prossimi mesi si possa delineare un percorso obbligatorio, magari partendo dalle imprese di maggiori dimensioni. Tuttavia, come abbiamo potuto vedere in questi mesi, il percorso è ancora lungo e vanno quindi individuati e proposti i driver che possano accelerare la consapevolezza che la fatturazione elettronica porta vantaggi e conviene veramente a tutto il sistema economico italiano.
Un contributo importante lungo la via virtuosa della digitalizzazione dei documenti viene da AssoSoftware e dalla comunità delle software house con la definizione dello Standard di codifica della fatturazione elettronica. È un esempio di gioco di squadra in cui aziende concorrenti sullo stesso mercato si accordano per offrire una soluzione condivisa e trasversale che renda interoperabili i software gestionali, a prescindere dal produttore del software stesso. Dal punto di vista tecnico si tratta di una un arricchimento del tracciato ministeriale, noto come Fattura-Pa, all’interno del quale, utilizzando un’apposita area parametrica, sono state inserite delle codifiche condivise tra tutte le software house.
L’obiettivo è rendere il più possibile automatica l’acquisizione delle fatture di acquisto ai fini gestionali, contabili e Iva, senza gravare però sull’operatore che emette i documenti e senza obbligare la software house a modificare il proprio applicativo. Tutto lo sforzo deve essere concentrato (facoltativamente) nella fase di ciclo passivo, interpretando, grazie alle nuove codifiche e appositi algoritmi, il contenuto della fattura, riducendo, fino a eliminarlo, l’intervento manuale dell’operatore. Da sottolineare che le tabelle e le codifiche standardizzate sono comunque indipendenti dalla specifica sintassi utilizzata nel tracciato FE e quindi potranno essere inserite anche in un futuro, non troppo lontano, linguaggio standard europeo.
Un caso significativo, che fa ben capire perché è necessaria una codifica aggiuntiva, riguarda le righe di maggiorazione o riduzione/sconto presenti nel corpo fattura. A fronte di una riga negativa che riduce quantità e/o valore della fattura, per una corretta interpretazione del suo contenuto e per quadrare il documento con quanto già presente nel sistema gestionale (ordine o ddt) deve essere noto se si tratta di uno sconto merce, di uno sconto incondizionato, di un abbuono ovvero di uno sconto di piede che è stato necessariamente rappresentato nel corpo fattura. Un discorso analogo riguarda la codifica degli articoli.
Anche in questo caso la quadratura con il carico di magazzino sullo specifico prodotto/articolo può avvenire solo se è dichiarata la tipologia di codifica utilizzata dall’emittente in modo da poter ricercare il medesimo prodotto/articolo nel proprio database (es. si tratta del codice del cliente? del fornitore? una codifica Ean?). Il nuovo standard di codifica della fattura elettronica, di cui AssoSoftware si fa garante per il mantenimento e lo sviluppo futuro, viene quindi proposto al mercato come un contributo aggiuntivo e originale dell’ecosistema delle software house a cui tutti possono aderire con l’obiettivo ultimo di semplificare la vita alle aziende e agli operatori. Il documento tecnico dello standard, è pronto e può essere liberamente consultato e scaricato accedendo al sito di AssoSoftware .
Per implementarlo è richiesta, alle software house, la sottoscrizione di uno specifico protocollo d’intesa che permette di monitorarne la diffusione e rendere pubblico l’elenco delle aziende aderenti.
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