di Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware

 

La scorsa settimana abbiamo fatto il punto nuovi obblighi che partiranno dal prossimo 1° luglio 2018 riprendendo gli interventi di Mario Carmelo Piancaldini e Gerardo De Caro, dell’agenzia delle Entrate, al convegno AssoSoftware dal titolo «Le novità normative fiscali, lavoro, gestionali 2018 e lo sviluppo software: istruzioni per l’uso» tenutosi a Bologna il 6 e 7 marzo scorso.

Proseguiamo con il nostro resoconto, illustrando alcuni aspetti più operativi legati all’entrata in vigore generalizzata degli obblighi a partire dal 1° gennaio 2019.

Infrastruttura tecnologica e aspetti operativi
La fatturazione elettronica obbligatoria B2B (Business to business, ossia tra aziende “private”) si appoggerà sulla medesima infrastruttura tecnologica che già da qualche anno supporta sia la fatturazione elettronica alle Pubbliche amministrazioni (Sistema di interscambio, lo Sdi), sia anche la fatturazione elettronica facoltativa B2B che – ricordiamo – è già operante dall’inizio dello scorso anno.
Tale infrastruttura sarà opportunamente dimensionata per sopportare il nuovo carico di lavoro derivante dall’introduzione dell’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica a quasi tutti i soggetti passivi Iva (fanno eccezione solo i minimi, i forfetari e pochi altri soggetti).
Non ci saranno, quindi, novità sostanziali a livello di interfacciamento e di funzionalità, e anche il formalismo Xml delle fatture elettroniche rimarrà sostanzialmente lo stesso.
Per quanto riguarda il lato attivo della fatturazione, le aziende e gli operatori del settore che già ora utilizzano software gestionali per trasmettere in modo automatico le fatture elettroniche allo Sdi, ad esempio nei confronti delle Pubbliche amministrazioni, potranno continuare a utilizzare le funzioni integrate di predisposizione, di firma, di invio delle fatture e di recupero delle ricevute.
Lato passivo, invece, sono in fase di completamento gli adeguamenti dei software gestionali per l’interfacciamento con lo Sdi per lo “scarico” delle fatture di acquisto. In questo caso gli operatori dovranno attenersi alle indicazioni della propria software house, in quanto ciascuna di esse potrà implementare tale interfacciamento con lo Sdi utilizzando soluzioni tecniche specifiche, ognuna delle quali comporta operatività differenti a carico degli utilizzatori.

Interfacciamento con lo Sdi e invio e ricezione delle fatture elettroniche
La maggior parte delle informazioni circa le modalità di interfacciamento per l’invio e la ricezione delle fatture elettroniche la si può reperire già da tempo all’interno del sito http://www.fatturapa.gov.it, che pur essendo stato realizzato specificamente per la fatturazione elettronica alle Pubbliche amministrazioni, può essere di fatto utilizzato anche con riferimento alla fatturazione B2B.
Qualora si utilizzi un software gestionale, lo stesso farà uso più frequentemente, in alternativa:
•del canale «Posta elettronica Certificata (Pec)»;
•dei canali accreditati «Servizio Sdicoop o Sdiftp – Trasmissione/Ricezione».

L’utilizzo della casella Pec pur essendo una modalità largamente conosciuta e apparentemente semplice si porta dietro una serie di problematiche, quali:
•un costo annuale di gestione della casella Pec, cui potrebbe aggiungersi un ulteriore costo nel caso di superamento delle dimensioni massime della casella stessa;
•il rischio di blocco del servizio qualora lo spazio a disposizione della casella risulti saturo.
•la necessità di un monitoraggio continuo che per quanto automatizzabile non sempre è del tutto efficiente.

Qualora, invece, il software gestionale implementi l’invio tramite i «Servizi Sdicoop o Sdiftp – Trasmissione» e la ricezione tramite i «Servizi Sdicoop o Sdiftp – Ricezione» (in entrambi i casi si opera con web services integrati), si potranno avere due ulteriori scenari:
•l’accreditamento viene fatto direttamente dalla software house a suo nome, in veste di «Intermediario tecnico», la quale poi – previo accordo contrattuale – può anche fungere da «Soggetto emittente» e apporre la firma elettronica nelle fatture;
•l’accreditamento viene fatto da ciascun cliente della software house, al quale lo Sdi rilascerà un proprio certificato personale da integrare nella procedura e da utilizzare per la trasmissione.

I principali vantaggi dell’utilizzo dei canali «Servizi SdiCoop e Sdiftp -Trasmissione/Ricezione» sono:
•nel caso di accreditamento della sola software house, non vi è nessun adempimento burocratico per attivare il servizio;
•non è necessario disporre di una Pec
•vi è un completo automatismo nella comunicazione da e verso lo Sdi, per cui tutte le attività di monitoraggio e gestione sono in carico al software.

L’indirizzamento delle fatture ai destinatari
Le funzioni del Sdi sono le seguenti:
•ha il ruolo di certificare l’emissione della fattura elettronica. Infatti in caso di mancata trasmissione allo Sdi, la fattura elettronica si considera non emessa;
•ha il compito di recapitare la fattura al cliente. In questo contesto vi saranno alcune eccezioni che riguardano le fatture emesse nei confronti dei privati e le fatture emesse nei confronti di soggetti appartenenti alle “filiere”, in entrambi i casi il recapito non sarà obbligatorio.

Per poter fornire allo Sdi le informazioni di recapito della fattura è necessario, quindi, che il cliente comunichi al suo fornitore in alternativa:
•la casella di Posta elettronica certificata (Pec) che utilizza per ricevere le fatture elettroniche;
•il «Codice destinatario» a 7 caratteri, fornito dalla propria software house nel caso si utilizzi i canali «Servizi Sdicoop o Sdiftp – Ricezione».
Il fornitore, a sua volta, inserirà tale informazione all’interno della fattura elettronica rispettivamente nell’elemento «PecDestinatario» ovvero nell’elemento «CodiceDestinatario».
In alternativa a tale operatività, l’agenzia delle Entrate sta predisponendo – per la scadenza del 1° gennaio 2019 – una modalità alternativa di indirizzamento che prevede che ciascun soggetto passivo Iva (in veste di cliente) possa comunicare allo Sdi la modalità di ricezione prescelta. Tale modalità – qualora diversa da quella indicata dal fornitore all’interno della fattura elettronica – avrà prevalenza e sarà utilizzata dallo Sdi per l’inoltro della fattura.
Al momento tale funzione non è comunque ancora disponibile e quasi sicuramente non lo sarà per il primo termine del 1° luglio 2018.
Per quanto riguarda le ricevute di trasmissione, invece, potrebbero esserci alcune novità importanti rispetto a quanto avviene attualmente in riferimento alla fatturazione alle Pubbliche amministrazioni.
In particolare l’agenzia delle Entrate sembra al momento orientata a semplificare il flusso delle ricevute di trasmissione recapitate al fornitore a seguito dell’invio di una fattura elettronica. Di fatto sembra prospettarsi una soluzione molto leggera, in cui al fornitore viene recapitata obbligatoriamente solo la ricevuta di consegna, che fa fede ai fini dell’emissione della fattura elettronica. Tutte le ulteriori ricevute in uso per la fatturazione alle Pubbliche amministrazioni diventerebbero quindi facoltative senza alcun automatismo («decorrenza termini»).
D’altra parte già oggi la spedizione e consegna della fattura cartacea, così come la trasmissione della fattura in formato Pdf, non sono quasi mai governate da processi di controllo particolarmente rigidi e ogni eventuale contenzioso tra le parti viene risolto applicando le norme del codice civile. Ne consegue che questa probabile semplificazione potrebbe essere auspicabile.
Rimarrebbero, in questo caso, da disciplinare le cosiddette «Regole di rifiuto» in particolar modo per consentire al destinatario di comunicare allo Sdi che una determinata fattura è stata rifiutata. Sul punto si attendono ulteriori indicazioni dall’agenzia delle Entrate.

I punti aperti
Dubbi ce ne sono parecchi. Fra quelli a carattere fiscale, ne segnaliamo uno fra i tanti: come farà l’acquirente a comunicare allo Sdi l’assolvimento dell’Iva con il metodo del reverse charge? Qualora non gli venisse consentito, come potrà essere elaborata correttamente la liquidazione dell’Iva che verrà predisposta dall’agenzia delle Entrate per alcune categorie di soggetti?

Un altro dubbio riguarda l’obbligatorietà della firma elettronica, che secondo le indicazioni che arrivano dall’Unione europea, dovrebbe essere resa facoltativa. Sul punto, pur condividendo il principio che tutto ciò che può semplificare e sburocratizzare gli adempimenti è benvenuto, non possiamo non far notare che la firma elettronica è una tutela per le parti, e quindi è sempre comunque opportuno provvedere all’apposizione.

Per ultimo, si è ancora in attesa di poter disporre di sistemi automatici di interrogazione dell’Anagrafe tributaria (con web services) al fine di poter verificare che le Partite Iva indicate nelle fatture siano reali e attive. Sul punto l’ agenzia delle Entrate sta valutando, insieme al Garante della privacy, quali soluzioni tecniche potranno essere rese disponibili alle software house e ai propri clienti.

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