di Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware
Il Dm Economia del 19 ottobre 2020 (pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» 270 del 29 ottobre 2020) ha ridefinito, tra le altre cose, le modalità e i termini dell’invio dei dati delle spese sanitarie al sistema Tessera sanitaria (Ts) dal 2021, ai fini delle dichiarazioni precompilate.
Nel nuovo tracciato trovano collocazione le seguenti nuove informazioni:
• il tipo di documento fiscale emesso, ossia se trattasi di fattura o di documento commerciale;
• l’aliquota Iva ovvero la natura Iva applicata sulla prestazione;
• l’espressa indicazione dell’eventuale opposizione da parte del paziente a rendere disponibili i dati fiscali della fattura o del documento commerciale all’agenzia delle Entrate, ai fini della predisposizione del modello 730 precompilato, in quanto dal prossimo anno i dati delle spese sanitarie dovranno comunque essere trasmessi al sistema Ts, anche in caso di opposizione.
Ma la novità più rilevante per tutti è il cambio di periodicità da annuale a mensile, che dovrebbe partire già da inizio 2021. Abbiamo usato il termine “dovrebbe” perché non sono poche le difficoltà tecniche che, accompagnate da tempi di realizzazione davvero compressi, potrebbero non rendere del tutto certa la possibilità, da parte dei produttori di software, di riuscire ad adeguare tutte le procedure esistenti sul mercato, perlomeno entro il mese di febbraio.
Ma veniamo al nocciolo del problema. Innanzitutto, premettiamo che tra i soggetti che erogano prestazioni sanitarie, ce ne sono alcuni che emettono fattura e altri che emettono documento commerciale (scontrino). Per entrambi il nuovo decreto sancisce l’obbligo di invio dei dati delle spese sanitarie con cadenza mensile dal 2021.
Esiste poi una norma (l’articolo 10-bis del Dl 119/2018), attualmente in vigore per il 2019 e 2020, ma che verrà prorogata anche per il 2021, che prevede il divieto di emissione della fattura elettronica per le spese sanitarie, in ossequio alle indicazioni a suo tempo fornite dal Garante della Privacy. Quindi se viene emessa la fattura, questa deve essere necessariamente cartacea e non deve essere trasmessa allo Sdi.
Ne consegue che l’agenzia delle Entrate, non disponendo dei dati Iva relativi a tali tipologie di fatture, non potrà predisporre per il 2021 la liquidazione Iva precompilata e a seguire la dichiarazione Iva del soggetto che eroga la prestazione.
Si tratta di uno stop provvisorio, in quanto è in corso di realizzazione un progetto che consentirà, negli anni a venire, di far generare, direttamente dal sistema Ts, il documento elettronico contenente i dati Iva da trasmettere all’agenzia delle Entrate in luogo della fattura. Il tutto a partire dai flussi che i soggetti obbligati inviano con il canale Ts. Progetto che tuttavia non si è ancora concretizzato.
Proprio in tal senso vanno intese le disposizioni contenute nel nuovo decreto (articolo 2, comma 2) che prevede – per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2021 – che i soggetti tenuti all’invio dei dati al sistema Ts debbano integrare i dati trasmessi con l’indicazione del tipo di documento emesso (fattura o documento commerciale) e di alcuni dati Iva (aliquota ovvero natura) della singola operazione. Il tutto finalizzato proprio alla predisposizione delle precompilate Iva.
Considerato tuttavia il ritardo in cui versa il progetto di far generare dal sistema Ts il documento elettronico con i dati Iva da trasmettere all’agenzia delle Entrate, l’invio mensile dei dati al sistema Ts per l’intero 2021 appare perlomeno prematuro.
Si potrebbe, a nostro avviso, introdurre tale obbligo in modo più graduale, ad esempio a partire da metà 2021, in modo da consentire un adeguamento completo di tutte le piattaforme gestionali.
Stante comunque che tale obbligo di invio mensile sembrerebbe significativo solo per i soggetti che emettono fattura, visto che, nel caso di emissione del documento commerciale, l’invio dei dati Iva è già ora effettuato insieme ai corrispettivi.
Come AssoSoftware, in queste ultime settimane, abbiamo richiesto chiarimenti operativi a tutti gli enti interessati, esprimendo queste nostre perplessità. Rimaniamo quindi in attesa di capire come si evolverà la situazione, in modo da poter programmare gli interventi software necessari, nei tempi e con le modalità richieste.