Tra le novità che troveremo nella prossima dichiarazione dei Redditi 2023 abbiamo la completa deducibilità dell’Imu ai fini fiscali. Va, infatti, ricordato che la legge di Bilancio 2020 (legge 160/2019), nell’introdurre alcune modifiche in riferimento alla deducibilità fiscale dell’Imu, aveva stabilito l’anticipazione della deducibilità integrale dell’Imu al 2022 (articolo 1, comma 772).
Deduzione Irpef e Ires
In questi ultimi anni, quindi, la deduzione Irpef/Ires è variata notevolmente ed è stata applicata nella misura del:
- 20% dal 2013 fino al 2018;
- 50% per l’anno 2019, ovvero per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018;
- 60% per gli anni 2020 e 2021, ovvero per i periodi d’imposta successivi a quello in corsorispettivamente al 31 dicembre 2019 e al 31 dicembre 2020;
- 100% a decorrere dal 2022, ovvero dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2021.
L’Imu rimane invece indeducibile ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap).
Le soluzioni in campo
Ebbene, proviamo a vedere a livello pratico come è possibile, ovvero conveniente, operare utilizzando i software gestionali prodotti dalle società di software associate ad AssoSoftware.
Le soluzioni “native” predisposte dalle software house sono sostanzialmente di due tipi:
① quelle che prevedono il riporto diretto in dichiarazione dell’importo deducibile dall’applicativo Imu, ovvero da quello dell’F24 da cui è possibile acquisire l’importo effettivamente versato;
② quelle che prevedono il riporto in dichiarazione mediante l’utilizzo di conti dedicati nel PdC, con specifica deducibilità dell’Imu per ciascun esercizio contabile.
I software che adottano la prima soluzione richiederanno un semplice adeguamento della percentuale di deducibilità in relazione al modello Redditi 2023, per il periodo d’imposta 2022. Le dichiarazioni degli anni precedenti manterranno la percentuale in vigore per ciascun periodo d’imposta.
I software che adottano la seconda soluzione richiederanno l’adeguamento della percentuale di deducibilità dei conti dedicati all’Imu. Va infatti ricordato che la generalità dei software gestionali dispone di un PdC “fiscalizzato”, in cui a ciascun conto di conto economico è abbinata una percentuale di deducibilità per l’Irpef/Ires e una per l’Irap. Nel caso di utilizzo di conti dedicati all’Imu è possibile – in linea generale – gestire la nuova deducibilità in tre diverse modalità:
1°) modificando su ciascun conto la percentuale di deducibilità dal 60% al 100%;
2°) aggiungendo nuovi conti con la nuova percentuale di deducibilità al 100%, mantenendo nel proprio PdC anche quelli con le percentuali vigenti negli esercizi precedenti (60%, ecc.);
3°) mediante una tabella di gestione delle deducibilità di ciascun conto per esercizio contabile, che permette di mantenere le percentuali di deducibilità precedenti (60%, ecc.) fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e quella del 100% per i periodi d’imposta successivi.
La prima modalità, molto semplice, ha l’evidente controindicazione che i bilanci fiscali antecedenti al 2022 risulterebbero non più corretti, così come anche i riporti in dichiarazione dei redditi nel caso di dichiarazioni integrative.
La seconda modalità prevede la coesistenza di più conti Imu nel proprio PdC, che potrebbe rendere difficoltoso – da parte degli operatori di contabilità – individuare il conto corretto da utilizzare in base all’esercizio contabile. Quindi valida, ma non ottimale.
La terza modalità permette di utilizzare sempre il medesimo codice conto per tutti gli esercizi contabili, con la sola descrizione che varia. È forse la meno intuitiva, ma sicuramente la più efficace.
È in ogni caso fondamentale, per ridurre il rischio di errori e per rendere molto più rapida la predisposizione delle dichiarazioni dei Redditi, affidarsi alle funzionalità predisposte dalle software house associate ad AssoSoftware delegando alle stesse l’onere di mantenere sempre aggiornate le funzioni di fiscalizzazione dei costi.