Come previsto dal Dlgs 127/2015 sulla fatturazione tra privati, il 17 dicembre u.s. è stato convocato il Forum Nazionale sulla Fatturazione Elettronica per analizzare il decreto ed ascoltare tutti gli stakeholder, prima dell’emanazione dei decreti attuativi da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il punto più discusso è stato l’Art.1 e la previsione di strumenti gratuiti messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate per la generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche.

Roberto Bellini, direttore generale di Assosoftware, è intervenuto nel corso della discussione, riportiamo di seguito uno stralcio del suo intervento:

 

“A mio avviso bisogna partire dalle intenzioni del legislatore che a leggere il testo del dlgs non sembrano chiarissime…infatti se l’obiettivo, come è stato più volte dichiarato, era quello di incentivare la fatturazione elettronica, il Legislatore, utilizzando le sue armi, doveva prevedere incentivi ben più importanti di quelli attualmente inseriti nell’art.3, quali ad esempio l’eliminazione dell’obbligo di tenuta dei registri IVA o uno scudo dall’accertamento induttivo o altro ancora; diversamente se l’obiettivo era potenziare l’attività conoscitiva e di controllo per combattere l’evasione fiscale (come recita l’art.9 della Stabilità 2014 che ispira il Dlgs) la soluzione sarebbe stata quella di obbligare tutti i contribuenti ad inviare i dati delle fatture attive (a questo punto non sarebbero servite le passive..), sostituendo con un unico flusso tre adempimenti (Spesometro, blacklist e Intrastat) e , senza parlare di fatturazione elettronica (altrimenti scattava il veto della UE sull’obbligo), identificare il tracciato fattura PA per l’invio delle informazioni rilevanti.
Invece la prima preoccupazione del Legislatore, all’art.1, è stata quella di fornire strumenti gratuiti per la generazione, trasmissione e conservazione delle fatture, completamente slegati dagli adempimenti, diventando di fatto un player di mercato. La presentazione a cui ho assistito oggi, non è molto diversa dalle demo fatte da alcune piccole software house che propongono soluzioni semplici e a basso costo per la gestione della fatturazione; di fatto si pone in concorrenza con queste con la differenza che a proporre la soluzione è la Pubblica Amministrazione. Noi non siamo contrari a soluzioni sussidiarie della PA che vadano coprire le esigenze del micro imprenditore o del cittadino sprovvisto di software gestionale ma è evidente che una proposta sostitutiva o sovrapposta alle soluzioni attualmente esistenti, per di più gratuita, non è assolutamente accettabile. Quindi chiediamo che la proposta dell’Amministrazione Pubblica per la fatturazione B2B sia assolutamente basica, limitata ad un pubblico non professionale, con limiti evidenti e dichiarati sulle funzioni disponibili e sui volumi gestiti; non sono accettabili opzioni di import da gestionali esterni o funzionalità di stampa in locale con schema o fincatura per la produzione cartacea (il decreto parla solo di strumenti di fatturazione elettronica). Anche la Conservazione digitale deve essere strettamente legata al servizio di fatturazione elettronica; in nessun modo deve essere proposto un servizio di conservazione attiva slegata dallo strumento di predisposizione della fattura, come non è accettabile la conservazione di altri documenti al di fuori della fattura attiva.”