di Roberto Bellini (*) – Rubrica a cura di AssoSoftware

 

La fatturazione elettronica e PagoPA sono stati i primi passi significativi per digitalizzare i processi amministrativi-contabili all’interno della Pa. FatturaPA ha finalmente fornito certezza sull’esposizione debitoria della Stato, verso imprese e professionisti, e sui tempi di pagamento, mentre con PagoPA si sono standardizzate le modalità di pagamento nei confronti delle imprese e dei cittadini grazie a un’infrastruttura centrale che collega Ente Pubblico, sistema bancario e utente finale.

Per completare l’automazione dei flussi finanziari all’interno della pubblica amministrazione rimaneva da coprire l’ultimo miglio, quello relativo ai pagamenti della Pa, che coinvolge le banche tesoriere e che attualmente è regolato da un ginepraio di sistemi – misto cartaceo ed elettronico -che va sotto il nome di ordinativi e reversali.

Il nuovo sistema
A questo aspetto ha dato risposta l’articolo 1, comma 533, della legge 11 dicembre 2016 (legge di bilancio 2017), che ha previsto l’evoluzione della rilevazione SIOPE in SIOPE+, secondo cui, gradualmente a partire dal 1° luglio 2017, le amministrazioni pubbliche dovranno ordinare incassi e pagamenti al proprio tesoriere o cassiere utilizzando esclusivamente ordinativi informatici (OPI) emessi secondo lo standard definito dall’AgID e, a seguire, trasmettere, nelle modalità indicate nelle regole di colloquio emesse da Banca d’Italia, gli OPI al tesoriere/cassiere solo ed esclusivamente per il tramite dell’infrastruttura SIOPE+, gestita dalla Banca d’Italia.
Il 6 aprile scorso, Agid, Mef e Banca d’Italia hanno presentato questa evoluzione ai rappresentanti degli Enti (Comuni, Regioni e Province) e alle Associazioni dei fornitori, tra cui AssoSoftware, illustrando il programma di sperimentazione che partirà da subito coinvolgendo qualche decina di Enti e i relativi partner informatici.

Le proposte di AssoSoftware
Non si tratta di un’operazione semplice perché presuppone la contemporanea disponibilità e attivazione dell’Ente, della software house e della Banca Tesoriere e, vista le peculiarità dei vari Enti e le caratteristiche delle aziende fornitrici, è auspicabile che il numero dei soggetti coinvolti cresca rappresentando il più possibile la varietà del territorio.
Anche sul fronte della tempistica (partenza graduale dell’obbligo dal 1° luglio) sarebbe preferibile definire un periodo più ampio di accompagnamento degli Enti all’uso dei nuovi strumenti, prolungando la sperimentazione fino a fine anno.
Per un’attività di test efficace e approfondita, da parte delle software house, sarebbe opportuno avere a disposizione un ambiente di test e collaudo parallelo all’ambiente effettivo da mantenere anche oltre l’avvio del progetto per tutte le verifiche e le messe a punto successive, anche a seguito di eventuali aggiornamenti e nuove release.
Un ulteriore auspicio è che si trovino anche le risorse economiche per supportare gli Enti più piccoli che, diversamente, non potranno che rallentare le attività e non rispettare le scadenze previste nel progetto, cosa peraltro che sta succedendo anche per PagoPA e da ultimo, ma non meno importante, è necessario chiarire in modo incontrovertibile che i costi delle attività e degli eventuali investimenti in software e tecnologie per integrare la nuova piattaforma SIOPE+ saranno esclusi dal taglio lineare del 50% dei costi ICT previsti dal Piano Triennale.

(*) Direttore generale AssoSoftware

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