I temi della settimana

ECONOMIA, BONOMI: CON GUERRA UCRAINA FORTE INCERTEZZA. STIME DI CRESCITA DIMEZZATE. ABBANDONARE LE ILLUSIONI. SERVONO AZIONI STRUTTURALI

“Con l’invasione russa dell’Ucraina che ha ulteriormente aggravato tutte le tensioni sui prezzi, la scarsità di materie prime e input di produzione, e i colli di bottiglia nel commercio globale che già erano potentemente in opera prima del conflitto, formulare previsioni in queste circostanze è molto difficile. L’incertezza assoluta di quanto ancora possa durare la guerra, quando e come sarà possibile una cornice condivisa tra Mosca e Kyiv per il cessate il fuoco prima e poi per l’evoluzione in un vero accordo di pace, il cui rispetto sia garantito anche da altri Paesi: da tutto questo dipenderà l’intensità e la solidità del raffreddamento delle conseguenze economiche che oggi sono di fronte a noi”. Così il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, durante la conferenza stampa a conclusione della presentazione del Rapporto di previsione del Centro Studi Confindustria, che ha la­vo­ra­to ad un pro­prio con­tri­bu­to re­dat­to sul­la base di tre ipo­te­si di­ver­se: una più ot­ti­mi­stica, una in­ter­me­dia, e in­fi­ne una av­ver­sa. Se­con­do il Pre­si­den­te, “oggi, an­che nel­lo sce­na­rio più ot­ti­mi­sti­co, la con­se­guen­za è che avre­mo una cre­sci­ta del PIL 2022 sot­to il 2% (1,9%) e non più ol­tre il 4% come at­te­so, e del­l’1,6% nel 2023. Cioè in­fe­rio­re al solo ef­fet­to di tra­sci­na­men­to sul 2022 del for­te rim­bal­zo del­l’an­no pre­ce­den­te, con una re­ces­sio­ne tec­ni­ca nei pri­mi 2 tri­me­stri del­l’an­no non com­pen­sa­ta dal ri­tor­no alla cre­sci­ta nel­la se­con­da metà del 2022. Nel se­con­do sce­na­rio, la cre­sci­ta 2022 scen­de­reb­be ul­te­rior­men­te al­l’1,6%, e al­l’1% nel 2023. Nel­lo sce­na­rio più se­ve­ro, nel 2023 sa­rem­mo in re­ces­sio­ne con­cla­ma­ta”. Per que­sto Bo­no­mi ha sot­to­li­nea­to che “an­che nel mi­glio­re dei casi, la pro­du­zio­ne in­du­stria­le pas­se­reb­be que­st’an­no dal +11,7% del 2021 al +1,5%, se e solo se nel­la se­con­da metà del 2022 le cose mi­glio­re­ran­no”. Per il Pre­si­den­te “è ar­ri­va­to il mo­men­to di ab­ban­do­na­re le az­zar­da­te il­lu­sio­ni e adot­ta­re mi­su­re strut­tu­ra­li e ade­gua­te, in quat­tro di­ret­tri­ci di azio­ne. La pri­ma ri­guar­da l’in­du­stria e la ma­ni­fat­tu­ra ita­lia­na, la se­con­da il mix ener­ge­ti­co e del FIT for 55, la ter­za di­ret­tri­ce in cui ope­ra­re è la ne­ces­si­tà di mi­su­re na­zio­na­li che mi­ri­no ad at­te­nua­re il for­tis­si­mo ral­len­ta­men­to in cor­so, e in­fi­ne una quar­ta di­ret­tri­ce è pen­sa­re a un fon­do ga­ran­ti­to in­sie­me da UE e USA per ri­co­strui­re l’U­crai­na, e al­l’av­vio di un pac­chet­to di mi­su­re di re­ci­pro­co in­te­res­se eco­no­mi­co per la nuo­va Rus­sia post-in­va­sio­ne”, ha con­clu­so.

PMI, BARONI: A GIUGNO A BARI ASSISE DELLE PICCOLA INDUSTRIA. RIPARTIRE DA PROPOSTE CONCRETE

Una “tem­pe­sta per­fet­ta” che sta col­pen­do l’e­co­no­mia, tra co­sti ener­ge­ti­ci alle stel­le e ca­ren­za di ma­te­rie pri­me, ri­schia di tra­vol­ge­re di­ver­se Pmi: “Il ri­schio che ci sia uno stop del­la pro­du­zio­ne per al­cu­ne pic­co­le azien­de è con­cre­to. Ma a dif­fe­ren­za del­le gran­di, per le Pmi che sono più fra­gi­li uno stop an­che di una set­ti­ma­na po­treb­be tra­dur­si in una chiu­su­ra de­fi­ni­ti­va. Per que­sto c’è gran­de ti­mo­re e at­te­sa”. Così Gio­van­ni Ba­ro­ni, pre­si­den­te Pic­co­la In­du­stria, in un’in­ter­vi­sta al So­le24O­re ha rac­con­ta­to lo sta­to d’a­ni­mo del­le pic­co­le e me­die im­pre­se as­so­cia­te, “mol­to pre­oc­cu­pa­te” per la si­tua­zio­ne at­tua­le e in “gran­de at­te­sa di prov­ve­di­men­ti con­giun­tu­ra­li ma an­che strut­tu­ra­li da par­te del Go­ver­no che mi­ti­ghi­no gli ef­fet­ti di que­sta cri­si”. E lo ha fat­to alla vi­gi­lia di un “mo­men­to iden­ti­ta­rio di ascol­to del­la no­stra As­so­cia­zio­ne che ser­vi­rà per rac­co­glie­re le istan­ze e ar­ri­va­re poi al mo­men­to del­le pro­po­ste al­l’e­ster­no”. Ba­ro­ni nei pros­si­mi gior­ni darà il via a una road­map sul ter­ri­to­rio in tut­ta Ita­lia, che cul­mi­ne­rà nel­le As­si­se di Pic­co­la In­du­stria che si ter­ran­no il 17 giu­gno a Bari. Un’oc­ca­sio­ne per par­la­re del­l’e­mer­gen­za at­tua­le e di ma­cro temi come il ca­pi­ta­le uma­no, la di­gi­ta­liz­za­zio­ne, la svol­ta green e la fi­nan­za per la cre­sci­ta. “Per­ché an­che in que­sto mo­men­to di cri­si ci sono le op­por­tu­ni­tà per cre­sce­re, pen­so a nuo­ve fi­lie­re le­ga­te al green in cui le Pmi pos­so­no tro­va­re nuo­vi sen­tie­ri di cre­sci­ta”. Tan­ti i nodi toc­ca­ti da Ba­ro­ni, a par­ti­re dal caro bol­let­te su cui “le so­lu­zio­ni in­di­vi­dua­te da Con­fin­du­stria si ap­pli­ca­no an­che alle azien­de più pic­co­le”, e il tet­to sul prez­zo del gas “da fare su­bi­to a li­vel­lo eu­ro­peo o ita­lia­no”, per fi­ni­re alla dif­fi­col­tà per le PMI “di fare i prez­zi, da qui a un anno, per pro­ble­mi di ap­prov­vi­gio­na­men­to di al­cu­ne ma­te­rie pri­me. Le pic­co­le azien­de poi non han­no la for­za di fare gran­di scor­te e in pra­ti­ca sui prez­zi la­vo­ra­no al buio”.

SOSTENIBILITA’ PAROLA CHIAVE DEL FUTURO, MA SERVE APPROCCIO STRUTTURALE E DI LUNGO PERIODO

“La sfida della transizione sostenibile è già da tempo al centro delle priorità delle imprese e di Confindustria. Ma alla luce della estrema complessità che stiamo attraversando, è importante sottolineare la necessità di un approccio graduale per accompagnare la transizione, che tenga conto della tenuta economica e sociale del sistema e della stabilità finanziaria. È necessario, inoltre, che la transizione sia supportata anche da un’adeguata copertura finanziaria e da investimenti pubblici e incentivi. In questo contesto, il Pnrr può e deve rappresentare una leva determinante”, ha affermato il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, aprendo i lavori del Sustainable Economy Forum. “Allo stesso tempo, non possiamo però non tenere conto degli effetti del conflitto russo-ucraino. Questo pone un tema di fattibilità del PNRR, legato ai prezzi alla scarsità dei materiali che potrebbero rendere difficile realizzare gli investimenti nei tempi previsti. Senza ridiscutere alcune linee del Piano e rimodulare alcune scadenze, vengono meno le condizioni che sono alla base del concetto stesso di sostenibilità, che è appunto ambientale ma anche economica e sociale” ha sottolineato Bonomi. Sono sta­ti ol­tre 500 i par­te­ci­pan­ti a se­gui­re la quar­ta edi­zio­ne del Su­stai­na­ble Eco­no­my Fo­rum, pro­mos­so da San Pa­tri­gna­no e Con­fin­du­stria con In­te­sa San­pao­lo qua­le part­ner isti­tu­zio­na­le, Eni e Grup­po 24 Ore top part­ner. Al cen­tro i temi del­la tran­si­zio­ne ener­ge­ti­ca ed eco­lo­gi­ca, uno dei pi­la­stri del Pnrr, e le po­li­ti­che per uno svi­lup­po fu­tu­ro equo e in­clu­si­vo e una so­cie­tà a im­pat­to am­bien­ta­le pari a zero. “La tran­si­zio­ne ad un mo­del­lo di svi­lup­po so­ste­ni­bi­le rap­pre­sen­ta il dri­ver su cui sia­mo chia­ma­ti a la­vo­ra­re per af­fron­ta­re gli ef­fet­ti del­la cre­scen­te ten­sio­ne geo­po­li­ti­ca”. Così il Vi­ce­pre­si­den­te di Con­fin­du­stria Al­ber­to Ma­ren­ghi nel­le con­clu­sio­ni del Fo­rum. “Ser­ve un ap­proc­cio strut­tu­ra­le e di lun­go pe­rio­do, che ga­ran­ti­sca la te­nu­ta e la com­pe­ti­ti­vi­tà del­l’in­du­stria ita­lia­na e del­le fi­lie­re eu­ro­pee. Ol­tre alla ca­pa­ci­tà di “ri­met­te­re mano” al Pnrr lad­do­ve la con­tin­gen­za lo ren­da ne­ces­sa­rio, come lo è per la par­te ener­ge­ti­ca. Dob­bia­mo ca­li­bra­re i con­te­nu­ti del­le po­li­cy, a li­vel­lo na­zio­na­le ed eu­ro­peo, e ri­pen­sa­re ai tem­pi e ai modi per af­fron­ta­re con ef­fi­ca­cia la ne­ces­sa­ria tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca. Le scel­te po­li­ti­che de­vo­no es­se­re com­piu­te nel­l’ot­ti­ca di ga­ran­ti­re la so­ste­ni­bi­li­tà de­gli in­ve­sti­men­ti e del­le at­ti­vi­tà d’im­pre­sa nel lun­go pe­rio­do. La so­ste­ni­bi­li­tà – ha con­clu­so Ma­ren­ghi – è, in­fat­ti, un im­pe­ra­ti­vo col­let­ti­vo per co­strui­re una eco­no­mia for­te e una so­cie­tà più in­clu­si­va”.

CYBER SECURITY, AL VIA PARTNERSHIP TRA CONFINDUSTRIA E GENERALI ITALIA PER DIFFONDERE LA CULTURA DELLA SICUREZZA INFORMATICA

“La si­cu­rez­za in­for­ma­ti­ca è una con­di­zio­ne in­di­spen­sa­bi­le per tu­te­la­re il va­lo­re di un’im­pre­sa e per as­si­cu­rar­ne la cre­sci­ta in ter­mi­ni di com­pe­ti­ti­vi­tà”. Così il Pre­si­den­te Car­lo Bo­no­mi ha com­men­ta­to la part­ner­ship fir­ma­ta con Ge­ne­ra­li Ita­lia per dif­fon­de­re la cul­tu­ra del­la cy­ber se­cu­ri­ty. “È un in­ve­sti­men­to fon­da­men­ta­le per il per­se­gui­men­to di una stra­te­gia na­zio­na­le di con­tra­sto ai cri­mi­ni in­for­ma­ti­ci e ne­ces­si­tà di un’o­pe­ra di sen­si­bi­liz­za­zio­ne del­le im­pre­se sui ri­schi le­ga­ti al­l’u­ti­liz­zo del­le tec­no­lo­gie di­gi­ta­li. Va pro­prio in que­sta di­re­zio­ne l’ac­cor­do con Ge­ne­ra­li, che vede Con­fin­du­stria in pri­ma fila per pro­muo­ve­re la cul­tu­ra del­la cy­ber se­cu­ri­ty tra le azien­de. Una prio­ri­tà a cui dob­bia­mo la­vo­ra­re tut­ti con il mas­si­mo im­pe­gno alla luce del­l’im­por­tan­za del­la si­cu­rez­za in­for­ma­ti­ca in un con­te­sto di cre­scen­ti ten­sio­ni geo­po­li­ti­che”. L’ac­cor­do pre­ve­de, tra l’al­tro, la rea­liz­za­zio­ne di un ‘Cy­ber In­de­x’ del­le im­pre­se ita­lia­ne, che sarà presentato a fine anno, e work­shop for­ma­ti­vi sul ter­ri­to­rio.