I temi della settimana

ASSEMBLEA PRIVATA, LA RELAZIONE DI BONOMI: 4 GRANDI SFIDE A CUI LE IMPRESE HANNO RISPOSTO

Si è tenuta, pres­so la sede di Con­fin­du­stria, l’As­sem­blea Pri­va­ta del­l’As­so­cia­zio­ne, la pri­ma in pre­sen­za dal­l’i­ni­zio del­la Pre­si­den­za di Car­lo Bo­no­mi. Nel cor­so del­la re­la­zio­ne, il Pre­si­den­te Car­lo Bo­no­mi si è sof­fer­ma­to sul­le quat­tro gran­di sfi­de a cui Con­fin­du­stria e le im­pre­se han­no do­vu­to ri­spon­de­re. Quel­la del CO­VID, dove “l’in­du­stria ita­lia­na ha dato una enor­me pro­va del­la sua re­spon­sa­bi­li­tà so­cia­le, ed è sta­ta ce­men­to di coe­sio­ne na­zio­na­le”; la re­da­zio­ne del PNRR, dove “nel­le pri­me 80 pa­gi­ne ri­scrit­te – ha sot­to­li­nea­to il Pre­si­den­te – si tro­va­no mol­te del­le no­stre pro­po­ste e, so­prat­tut­to, quel­la vi­sio­ne ge­ne­ra­le per la cre­sci­ta del Pae­se di cui ave­va­mo sem­pre la­men­ta­to l’as­sen­za. Ora sia­mo a un al­tro mo­men­to di svol­ta del­l’at­tua­zio­ne del PNRR, e con­fi­dia­mo che il Pre­si­den­te Dra­ghi ser­ri i tem­pi e ce la fac­cia”; la ne­ces­si­tà di “evi­ta­re fol­li cri­si di go­ver­no, che avreb­be­ro mi­na­to l’au­to­re­vo­lez­za che la pre­mier­ship di Ma­rio Dra­ghi as­si­cu­ra al­l’I­ta­lia, a cau­sa del­l’as­sen­za di uno spi­ri­to di con­cor­dia e coo­pe­ra­zio­ne na­zio­na­le da par­te dei par­ti­ti, che han­no an­te­po­sto ban­die­ri­ne iden­ti­ta­rie a in­te­res­si col­let­ti­vi con il con­se­guen­te an­nac­qua­men­to del­le ri­for­me strut­tu­ra­li”; la ne­ces­si­tà di af­fron­ta­re tut­ti quei fe­no­me­ni ag­gra­va­ti dal­l’in­va­sio­ne rus­sa del­l’U­crai­na, dal rial­zo dei prez­zi alla scar­si­tà del­le com­mo­di­ty. In­fi­ne, Bo­no­mi ha con­clu­so trac­cian­do le prio­ri­tà del­la Pre­si­den­za per il pros­si­mo bien­nio, tra cui “un pie­no so­ste­gno alle de­ci­sio­ni as­sun­te dal Pre­si­den­te Dra­ghi sul­le san­zio­ni e sul­le mi­su­re di so­ste­gno al­l’U­crai­na in sede Ue e NATO” e “una Con­fin­du­stria coe­sa, uni­ta, re­spon­sa­bi­le, dove non può es­ser­ci spa­zio per al­cun col­la­te­ra­li­smo po­li­ti­co e par­ti­ti­co”.

DAVOS, BONOMI: RAPPORTO OCSE INCHIODA L’ITALIA. SERVE TAGLIO DEL CUNEO FISCALE

“I nu­me­ri del­l’Oc­se in­chio­da­no l’I­ta­lia. Un cu­neo pa­ga­to per l’84% dal­le im­pre­se con­tro la me­dia Ocse del 77% e con la­vo­ra­to­ri che per­ce­pi­sco­no il 70,4% del­la loro re­tri­bu­zio­ne lor­da con­tro il 75,4% del­la me­dia Ocse. Que­sto ci raf­for­za nel­l’i­dea che so­ste­nia­mo da un anno sul ta­glio del cu­neo fi­sca­le-con­tri­bu­ti­vo”. Così il Pre­si­den­te Car­lo Bo­no­mi par­lan­do con Sky a mar­gi­ne dei la­vo­ri del World Eco­no­mic Fo­rum di Da­vos. “Pur­trop­po re­gi­stria­mo che si vuo­le sem­pre fare del­le po­le­mi­che – ha ag­giun­to – se­gno evi­den­te che non si ha la vo­lon­tà o la ca­pa­ci­tà di af­fron­ta­re que­sto tema”. A fron­te del bal­zo dei prez­zi che va a in­ci­de­re sul red­di­to di­spo­ni­bi­le, Bo­no­mi ha ri­ba­di­to che la stra­da da se­gui­re è quel­la del ta­glio del cu­neo fi­sca­le: “dob­bia­mo met­te­re più sol­di nel­le ta­sche de­gli ita­lia­ni, spe­cie gli ita­lia­ni con un red­di­to sot­to i 35­mi­la euro. Noi ab­bia­mo pro­po­sto un in­ter­ven­to di 16 mi­liar­di con­cen­tra­to per la fa­scia sot­to i 35.000 euro che vada per i due ter­zi a fa­vo­re dei la­vo­ra­to­ri e per un ter­zo a fa­vo­re del­le im­pre­se. Vor­reb­be dire met­te­re in ta­sca ai la­vo­ra­to­ri 1223 euro per tut­ta la loro at­ti­vi­tà la­vo­ra­ti­va, una men­si­li­tà in più. Non ca­pi­sco per­ché non si vo­glia fare que­sto in­ter­ven­to”. Poi a pro­po­si­to del­le po­le­mi­che sul tema dei bal­nea­ri nel Ddl con­cor­ren­za il Pre­si­den­te Bo­no­mi ha com­men­ta­to con il Tg3: “in que­sti con­ses­si ci si ren­de con­to di qua­li sia­no le di­men­sio­ni del­le cri­ti­ci­tà che dob­bia­mo af­fron­ta­re come co­mu­ni­tà in­ter­na­zio­na­le. Guar­da­re poi al pro­prio Pae­se che si bloc­ca di fron­te a una po­le­mi­ca di que­sto tipo fran­ca­men­te di­spia­ce mol­to”. E sul Pnrr ha ag­giun­to: “te­mia­mo che non si fac­ciano quelle riforme che aspettiamo da trent’anni.”

 

DL AIUTI: OCCASIONE PERSA SU TAGLIO CUNEO, BENE SU RINNOVABILI

“Il Decreto Aiuti si inserisce in un momento di grande incertezza per il potere d’acquisto delle famiglie e la capacità produttiva delle imprese. Confindustria evidenzia il bisogno di risposte lungimiranti, per alleviare l’impatto della crisi e dare futuro alle nostre imprese”. Così il Direttore Generale Francesca Mariotti in audizione davanti alla Commissione riunita di Bilancio e Finanze della Camera dei Deputati. Se “A livello europeo, un segnale positivo è arrivato con la recente proposta della Commissione UE riguardante il Repower EU” secondo Confindustria è “essenziale costruire una visione complessiva che, in stretta connessione con l’Europa, persegua almeno 4 obiettivi fondamentali: garanzia degli approvvigionamenti energetici e sviluppo delle fonti rinnovabili; misure di compensazione per lo shock dei prezzi energetici; realizzazione delle riforme previste dal PNRR; riduzione del costo del lavoro”. Secondo il DG Mariotti “il DL Aiuti è connotato ancora da misure congiunturali e di breve respiro, sebbene si intravedano primi elementi strategici sul fronte energetico. In questo senso, positivi gli interventi in materia di rinnovabili, in particolare per la semplificazione delle procedure autorizzative e per l’individuazione delle aree idonee. Da segnalare anche il potenziamento dei crediti d’imposta per imprese energivore e gasivore. Limitata a un innalzamento dell’aliquota, invece, la modifica al contributo straordinario sugli extra-profitti del settore energetico, la cui disciplina è ancora bisognosa di incisivi interventi”. Infine, sul capitolo lavoro, “gli interventi non sono in linea con l’esigenza di un taglio strutturale del cuneo contributivo” che “avrebbe un importante impatto strutturale sulla competitività delle imprese, perché avvicinerebbe il livello alla media europea”.

BELTRAME, SPORT VOLANO DI CRESCITA ECONOMICA. DA MILANO-CORTINA 2026 SPINTA AL PIL DA 3 MILIARDI

“Il 2021 è sta­to l’an­no del­lo sport che ri­par­te dopo la pan­de­mia, un anno di ri­na­sci­ta che ha vi­sto il suc­ces­so del­le atle­te e de­gli atle­ti ita­lia­ni nel mon­do. Un set­to­re, quel­lo spor­ti­vo, che rap­pre­sen­ta un tas­sel­lo fon­da­men­ta­le del­la ri­pre­sa ci­vi­le, so­cia­le ed eco­no­mi­ca”, ha det­to la Vice Pre­si­den­te Bar­ba­ra Bel­tra­me Gia­co­mel­lo, in­ter­ve­nen­do al XIX Fo­rum del Co­mi­ta­to Leo­nar­do “Sport e Imprese. What’s Next?” in cui è sta­ta pre­sen­ta­ta la ri­cer­ca rea­liz­za­ta dal­la Luiss “Sport e Im­pre­sa. Una part­ner­ship vin­cen­te”, che ana­liz­za i be­ne­fi­ci che il set­to­re spor­ti­vo ge­ne­ra nel Pae­se e una va­lu­ta­zio­ne del­l’im­pat­to eco­no­mi­co del­le pros­si­me Olim­pia­di in­ver­na­li di Mi­la­no–Cor­ti­na 2026. “La qua­li­tà è la chia­ve per svet­ta­re in un con­te­sto sem­pre più com­pe­ti­ti­vo ed è ciò che di­fen­de i no­stri beni dal­la du­ris­si­ma con­cor­ren­za da par­te dei com­pe­ti­tor”. Secondo la ricerca affidata alla Luiss, il settore sportivo conta circa 15 mila imprese in Italia, impiegando 40 mila lavoratori e generando 4 miliardi di fatturato. Nel rapporto viene anche illustrato quanto un grande evento come Milano-Cortina incida a livello economico sull’Italia e la stima effettuata suggerisce che un investimento pari a un miliardo di euro genera un impatto complessivo sul Pil di 3 miliardi e quasi 13 mila nuove unità di lavoro.