Newsletter di Confindustria del 26 febbraio
GOVERNO: L’APPELLO DI CONFINDUSTRIA ALL’UNITA’. SIAMO TUTTI CHIAMATI A CAMBIARE IN TEMPI BREVI.
“Ci sono dati che dovrebbero farci tutti riflettere. Fatto pari a 100 il Pil in termini reali del 2000, a fine 2019 quello dell’Italia era a malapena giunto a 103,6. Quello dell’area euro era salito da 100 a 126,1. A questo ventennio italiano di passi da gambero, si è aggiunto il Covid”. Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in una lettera al quotidiano La Repubblica. “Con il coronavirus, si è arrivati alle tre emergenze richiamate dal capo dello Stato: quella pandemica con 97 mila vittime finora, quella sociale con 440 mila occupati in meno, quella economica con la perdita di altri 9 punti di Pil. Sono cifre amare. E c’è un rischio. Quello della rassegnazione al timore che i tempi per uscirne saranno lunghi. Dubbi e perplessità che alimentano divisioni. I guai sono davvero seri – ha sottolineato Bonomi – ma possiamo e dobbiamo farcela. Siamo chiamati tutti a cambiare e a farlo in tempi brevissimi. Bisogna accelerare e rendere efficace il piano vaccinale, coinvolgendo tutte le strutture e le reti oggi esistenti nella società italiana. Per ridefinire il Pnrr, ci sono solo pochissime settimane. Vanno decise ora le riforme adeguate, come quella del lavoro e degli ammortizzatori sociali. Per avviarle bastano pochi giorni, di confronto costruttivo a oltranza, tutti insieme allo stesso tavolo”. E Bonomi dalle pagine di Repubblica ha lanciato un appello. “L’unità di cui ha parlato il presidente Draghi, è il vero spirito nazionale di una riscossa a cui ogni forza sociale e culturale del Paese deve sentirsi oggi chiamata anche se, nei primi giorni del governo Draghi, questa profonda consapevolezza non sembra ancora manifestarsi. Bisogna agire ora, è questo l’appello che Confindustria si sente in dovere di lanciare. Alla politica, a noi stessi e all’intera società italiana. L’alternativa – ha concluso Bonomi – è percorrere una nuova discesa del reddito degli italiani. Non ce lo possiamo più permettere. Il presidente Draghi, pur con tutte le sue qualità, non può farcela se lo lasciamo solo”.
LAVORO: NORMA TRANSITORIA PER SBLOCCARE I LICENZIAMENTI. SUBITO LA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI.
“Confindustria ha dichiarato fin dall’inizio che era giusto il blocco dei licenziamenti nella prima fase dell’emergenza ma al contempo ha chiesto una riforma degli ammortizzatori e delle politiche attive che è l’unica via per uscire da un blocco che non può essere sine die, oggi siamo di nuovo sotto scadenza e non è stato fatto. Così il presidente Bonomi ai microfoni di RTL 102.5. Vi assicuro – ha proseguito – che nessun imprenditore sta pensando allo sblocco per poter mandare a casa le persone, anzi le aziende ci segnalano la difficoltà di trovare personale qualificato. Bisogna fare una norma transitoria: per le aziende che sono soggette a restrizioni e fortemente in crisi è corretto il blocco e la cig a carico dello Stato, ma chi non ha questi problemi potrebbe usufruire della cig ordinaria, che pagano le aziende per 52 settimane e senza dover licenziare nessuno. Dobbiamo dare il segnale alle imprese che si va verso una normalizzazione, per consentire loro di fare investimenti e creare lavoro perchè altrimenti il blocco licenziamenti diventa blocco delle assunzioni” – ha concluso.
VACCINI: PRONTI A METTERE LE FABBRICHE A DISPOSIZIONE. LAVORARE INSIEME PER UN PROTOCOLLO
In un’ampia intervista al quotidiano La Repubblica, il presidente Carlo Bonomi ha affrontato i temi di maggior rilievo per il nostro Paese, primo fra tutti l’emergenza sanitaria. “Siamo disposti a mettere le fabbriche a disposizione delle comunità territoriali nell’ambito del piano nazionale delle vaccinazioni. Abbiamo già inviato una nostra proposta operativa a Palazzo Chigi” – ha affermato Bonomi. “Siamo d’accordo con l’impostazione del presidente Draghi di coinvolgere i privati nel piano vaccinale. I dipendenti delle aziende aderenti a Confindustria sono circa 5,5 milioni, se consideriamo una media di 2,3 componenti per nucleo familiare, potremmo vaccinare più di 12 milioni di persone. Dobbiamo fare come all’estero dove si stanno utilizzando le fiere, gli aeroporti, le stazioni ferroviarie e le strutture già esistenti. Si può benissimo fare anche in Italia. Confindustria ha già offerto alla Regione Lazio il suo centro congressi. Devono ovviamente essere disponibili le dosi necessarie di vaccini” – ha chiarito Bonomi, che è tornato sulla proposta anche dai microfoni di RTL 102.5. “L’idea di aprire le aziende per vaccinare i lavoratori nasce dal fatto che dobbiamo accelerare il processo vaccinale, perché qualsiasi provvedimento di natura economica avrà effetto se il Paese esce dalla crisi sanitaria. Ho rilevato con piacere che il segretario Landini ha dato una sua disponibilità di massima a ragionare su questa ipotesi, Spero – ha concluso – che venga colta altrettanto dal governo e quindi ci convochi al più presto per lavorare tutti insieme ad un protocollo che permetta l’utilizzo della fabbriche per accelerare il processo del piano vaccinale“.
Leggi l’intervista del Presidente Bonomi e la lettera a Repubblica . Ascolta l’intervista a RTL 102.5
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