I temi della settimana
UCRAINA: SITUAZIONE DRAMMATICA, ATTIVATA SUBITO CONSULTAZIONE STRAORDINARIA DELLE CONFINDUSTRIE EUROPEE
“Il precipitare degli eventi in Ucraina chiama oggi tutti a riaffermare il proprio impegno a sostegno della libertà e a lavorare nella massima unità nella Comunità Europea e nella NATO per fermare una nuova guerra d’aggressione nel nostro continente – ha dichiarato Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria commentando l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’Italia, come sappiamo, è particolarmente esposta sul gas e il rischio di conseguenze peggiori in relazione a quanto sta avvenendo in queste drammatiche ore, si aggiunge alle grandi difficoltà che, negli ultimi mesi, hanno già considerevolmente colpito le imprese e frenato la ripresa italiana. Ho subito attivato una consultazione straordinaria di Confindustria con le nostre analoghe associazioni europee”.
CARO ENERGIA: GIUSTA DIREZIONE SU GAS. ORA SERVE INTERVENTO STRUTTURALE SU SETTORE ELETTRICO
“Il provvedimento sull’energia approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri replica per il secondo trimestre, le misure di contenimento dei rincari di luce e gas per famiglie e imprese già adottate nel primo. Al contempo introduce alcuni positivi interventi strutturali per lo stoccaggio e per l’aumento della produzione di gas nazionale”. Così Confindustria ha commentato con una nota le misure assunte dal Governo con il Dl energia. “Si replica una linea di intervento congiunturale –proseguiva la nota – che risulta efficace solo se l’incremento dei prezzi non presenta, come invece temiamo, carattere strutturale e quindi si ravvisa la necessità di considerare un intervento temporale più lungo. In attesa di vedere i testi definitivi, valutiamo che quanto deciso vada ad oggi nella giusta direzione, dal momento che s’introducono, come richiesto da Confindustria, alcuni interventi strutturali significativi, in particolare con riferimento all’incremento della produzione nazionale di gas, estremamente importante per la competitività del sistema industriale e la sicurezza nazionale. Confindustria si augura – aggiungeva il comunicato – che ci sia spazio anche nel settore elettrico per interventi di carattere strutturale, con un orizzonte temporale più lungo”. Sul tema è intervenuto il Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia Aurelio Regina in un’intervista a Repubblica: “Il provvedimento assunto dal Governo nell’ultimo Consiglio dei Ministri – ha ribadito – va nella giusta direzione soprattutto per quanto riguarda le misure sul gas. Finalmente si è avuto il coraggio di superare anni di dibattiti ideologici e incrementare l’estrazione del gas italiano da rilasciare alle imprese a prezzo calmierato. Bene anche gli sgravi di imposta, anche se il credito di imposta al 15% solo sul primo trimestre andava esteso a tutto il 2022. Si tratta di una misura ponte nel frattempo che prendono l’avvio le nuove estrazioni di gas. Per quanto riguarda invece il settore elettrico – ha spiegato – manca un intervento strutturale. Avevamo registrato un consenso trasversale alla nostra proposta di cessione da parte del Gse di 25 terawattora a 50 euro al megawatt per due anni alle aziende a rischio chiusura e delocalizzazione, contro un impegno delle stesse a investire 13 miliardi nella decarbonizzazione. Un meccanismo virtuoso che coniuga un impegno del governo a preservare la competitività e incentiva le imprese a investire. Ora speriamo che il Parlamento recuperi questa proposta. La politica energetica e quella industriale – ha concluso Regina- devono marciare di pari passo e noi dobbiamo agire su costi e approvvigionamenti, o rischiamo di non centrare la transizione e mettiamo a rischio l’industria italiana con gravi impatti sociali”.
LAVORO: CON AUMENTO DEL COSTO DEL LAVORO SENZA PRODUTTIVITA’ RISCHIO CORTO CIRCUITO. TAGLIARE CUNEO FISCALE E’ STRADA GIUSTA
“Il mondo delle imprese è fortemente sotto pressione in questo momento a causa di diversi fattori che vanno dalla carenza e l’aumento dei prezzi di materie prime al caro energia. In questo quadro, aumentare il costo del lavoro senza un corrispondente aumento della produttività, rischia di creare un cortocircuito che potrebbe avere conseguenze importanti per alcuni settori produttivi. Bisogna affrontare il problema attraverso l’utilizzo di strumenti mirati”. Così il Vice Presidente per il lavoro e le relazioni industriali Maurizio Stirpe in un’intervista a La Stampa. “Se si ritiene che la crisi dei prezzi sia di carattere congiunturale – ha precisato – credo che debba essere affrontata con il sistema dei ristori a tempo. Se invece il problema fosse di natura strutturale, bisognerebbe creare strumenti che non facciano aumentare il costo del lavoro, evitando di penalizzare la competitività delle imprese”. E sulle misure da introdurre Stirpe ha chiarito: “una riduzione del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori in modo da garantire loro un maggiore potere d’acquisto è la strada giusta in questa fase. Credo che ci siano tutti gli spazi per trovare una soluzione ai problemi senza cambiare né i modelli contrattuali né gli indici di inflazione a cui fanno riferimento”.
AUTOMOTIVE: POSTE LE BASI PER UN PIANO ORGANICO DEDICATO AL SETTORE. PUNTARE SU RICERCA, INVESTIMENTI E FORMAZIONE
“Con l’intervento sull’automotive annunciato dal governo si pongono le basi per l’avvio di un piano organico dedicato al settore”. Così Maurizio Marchesini, Vice Presidente di Confindustria per le Filiere e le Medie imprese, in un’intervista al Corriere della Sera. Secondo Marchesini, l’intervento varato dall’esecutivo risponde alle sollecitazioni di Confindustria che, insieme alle associazioni di settore, ha presentato al ministro Giorgetti un piano organico con un pacchetto di misure dedicato e con orizzonte pluriennale, articolato in tre capitoli principali: ricerca e innovazione; investimenti; formazione. Il Vice Presidente ha poi affrontato il tema del phase out del motore endotermico, spiegando che “la ghigliottina” (al 2035) è un approccio sbagliato. “Se si rifiuta il motore endotermico allora si elimina la possibilità, per esempio, di alimentare le auto con biocarburanti. Senza contare che esistono motori tradizionali con emissioni bassissime. Credo che concentrarsi solo sulla data del phase out sia riduttivo, oltre a considerare erroneamente l’auto elettrica come unica soluzione per ridurre le emissioni”, ha sottolineato Marchesini proponendo invece una “riduzione delle emissioni del 45% al 2030 e la definizione dei target del 2035 e del 2040 nel 2028, in modo da poterne valutare la fattibilità in base allo stato di avanzamento delle infrastrutture, della risposta del mercato e dell’evoluzione del mix energetico europeo”. Inoltre, il titolare delle Filiere e delle Medie Imprese, ha evidenziato che per sostenere le imprese del settore automotive “i contratti di sviluppo sono uno strumento utile ma deve essere ampliata la possibilità di utilizzo anche da parte delle imprese più grandi, essere di semplice e rapido utilizzo e senza limiti territoriali.”
SOSTENIBILITA’: TRANSIZIONE ECOLOGICA SIA GRADUALE PER LE IMPRESE. RAFFORZARE LE RISORSE E GARANTIRE NEUTRALITA’ TECNOLOGICA
“Il sistema industriale italiano ha aderito ad un concetto di sostenibilità sempre più esteso e pervasivo che permea ogni ambito del nostro vivere pubblico e privato, investendo in tecnologie, competenze e innovazioni per concorrere agli obiettivi di decarbonizzazione e inclusione sociale”, ha affermato Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, in un intervento sul Sole 24 Ore. Secondo Piovesana “la nostra industria esprime una leadership indiscussa a livello europeo nel processo di transizione ecologica. Questa consapevolezza ci pone nella condizione di affermare che non condividiamo alcune recenti scelte di indirizzo normativo espresse dall’Europa sui tempi e sui modi per conseguire gli obiettivi di sostenibilità, che non tengono conto degli impatti economici e sociali, soprattutto per Paesi come l’Italia, in cui la produzione industriale ha una quota importante sul PIL”. Sui settori della plastica, automotive ed energia, “le posizioni espresse dall’Europa sembrano prescindere da qualsiasi considerazione di sostenibilità tecnologica, finanziaria, industriale e sociale. Anzi – ha sottolineato Piovesana – rischiano di minare al cuore il tessuto industriale e pregiudicare, di conseguenza, il futuro delle nuove generazioni. Per questo è importante evitare strappi e accelerazioni nei tempi di realizzazione della transizione ecologica. Piuttosto, serve accompagnare le imprese in questo processo, rafforzando la disponibilità di risorse finanziarie, pubbliche e private, e garantendo la neutralità tecnologica nel raggiungimento di obiettivi green”.