La Covip, con risposta a quesito pubblicato il 20 ottobre 2021, nell’ambito della propria potestà regolamentare in merito alla disciplina delle forme pensionistiche complementari, ha precisato che il contratto di espansione, di cui all’art. 41 del D.Lgs. n. 148/2015, dà diritto ai lavoratori iscritti ai fondi pensione che abbiano aderito alla risoluzione anticipata del rapporto di lavoro, trovandosi a non più di 60 mesi dalla pensione di vecchiaia o anticipata, di riscattare parzialmente (al 50%) la posizione individuale maturata, godendo delle connesse agevolazioni fiscali sui montanti accantonati post 2007 (cfr. art 11, D.Lgs. n. 252/05: imposta sostitutiva del 15% che si riduce dello 0,3 per ogni anno di partecipazione successivo al 15°, con uno sconto massimo del 6%).

L’Authority ha interpretato estensivamente la norma di cui all’art. 14, comma 2, lett. b) D.Lgs. n. 252/2005 che aveva introdotto il riscatto parziale al 50% nei casi di cessazione dell’attività lavorativa con conseguente inoccupazione per un periodo di tempo non inferiore a 12 mesi e non superiore a 48 mesi, ovvero in caso di ricorso da parte del datore di lavoro a procedure di mobilità, cassa integrazione guadagni ordinaria o straordinaria (limitata in questi ultimi due casi  alle sole ipotesi di sospensione continuativa del rapporto per almeno 12 mesi: cfr. Orientamenti Covip  28.11.2008 e risposta a quesito Covip agosto 2012).

Sulla base di una interpretazione estensiva della normativa primaria, la Covip aveva già ricompreso in passato tra le causali legittimanti la richiesta di riscatto parziale le ipotesi di mobilità e di adesione ai piani di accompagnamento alla pensione cd. Fornero (cfr. Covip- Risposta a quesito novembre 2013). Di recente, anche  in caso di adesione all’accordo collettivo aziendale di incentivo alla risoluzione del rapporto, in base al D.L. 104/2020 è stata riconosciuta l’applicabilità della ipotesi del riscatto parziale di cui all’art. 14, comma 2, lett. b) D.Lgs. n. 252/05 e delle connesse agevolazioni fiscali (cfr. Agenzia delle Entrate, risposta ad interpello n. 330/2021).