I temi della settimana

GREEN PASS: RECRUDESCENZA CONTAGI IMPONE RIFLESSIONE SERIA SU OBBLIGO VACCINALE

Confindustria è sempre stata per l’obbligo vaccinale, ma abbiamo preso atto che la politica aveva difficoltà a trovare una sintesi su un provvedimento così impattante dal punto di vista sociale e per questo si è optato per il Green Pass. Tuttavia, abbiamo una recrudescenza dei numeri che non ci fa stare tranquilli”. E’ questo l’allarme lanciato dal Presidente Carlo Bonomi a margine dell’assemblea generale di Assindustria Venetocentro a Padova. “Oggi l’Austria sta introducendo l’obbligo vaccinale, segno che, se non si comprende cosa vuol dire mettere in sicurezza la comunità, poi non possono che arrivare i provvedimenti d’imperio”, ha proseguito Bonomi. Già nel corso della mattinata, all’assemblea degli industriali di Firenze, il Presidente aveva definito il Green come “il solo strumento utilizzabile”, nonostante “l’unica cosa che può metterci al sicuro è l’obbligo vaccinale: c’è bisogno quindi di una riflessione seria”. Il Presidente ha poi ricordato che “un’economia come quella italiana, con problemi strutturali e che sta attraversando un momento difficile, anche a causa dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, non può permettersi di bloccarsi un’altra volta, come economia e come Paese, perché non è detto che riusciremmo a uscirne di nuovo. Il nostro è un Paese trasformatore che si basa sull’export: proprio quest’anno faremo il record di 500 miliardi. Per questo non possiamo fermarci proprio ora, soprattutto se il freno arriva da singole volontà individuali che creano problemi alla maggior parte degli italiani. Dobbiamo evitare che possa succedere quello che sta succedendo in altri Paesi vicini”, ha infine concluso.

 TRANSIZIONE AMBIENTALE: SIA GRADUALE, L’UNIONE EUROPEA ASCOLTI LE IMPRESE

“La tran­si­zio­ne am­bien­ta­le sia gra­dua­le, la Ue ascol­ti le im­pre­se. Da qui a fine anno do­vre­mo fare 23 ri­for­me, ini­zio ad ave­re qual­che pre­oc­cu­pa­zio­ne. Man­ca una vi­sio­ne, non vedo una stra­te­gia di po­li­ti­ca in­du­stria­le”. Così il Pre­si­den­te Carlo Bo­no­mi al Fe­sti­val Ber­ga­mo ­Cit­tà Im­pre­sa. “Oc­cor­re crea­re le con­di­zio­ni af­fin­ché le im­pre­se pos­sa­no rea­liz­za­re la tran­si­zio­ne, invece di di­bat­te­re e stan­zia­re ri­sor­se su RdC, Quo­ta 100, cen­tri pub­bli­ci per l’im­pie­go. Il 94% de­gli in­ve­sti­men­ti deve far­li l’in­du­stria pri­va­ta che si tro­va a fare i con­ti con l’au­men­to dei prez­zi del­le ma­te­rie pri­me e del­l’e­ner­gia e deve in­ve­sti­re per sta­re al pas­so con le tec­no­lo­gie”. Il Pre­si­den­te ha sot­to­li­nea­to che “chi deve fare la tran­si­zio­ne ambientale non vie­ne coin­vol­to, men­tre serve considerarne anche il co­sto eco­no­mi­co e so­cia­le. In­te­re fi­lie­re ri­schia­no di es­se­re spen­te, con la per­di­ta di po­sti di la­vo­ro. Inol­tre, oc­cor­re una go­ver­nan­ce mon­dia­le e gli obiet­ti­vi de­vo­no es­se­re am­bi­zio­si ma rea­li­sti­ci“.  In me­ri­to al nu­clea­re di quar­ta ge­ne­ra­zio­ne, Bo­no­mi non si è espres­so a fa­vo­re né con­tro, sot­to­li­nean­do però che “è un pro­ble­ma che va af­fron­ta­to e l’I­ta­lia ne avrà cer­ta­men­te le ca­pa­ci­tà tec­ni­che. E se sce­glia­mo l’e­let­tri­co in nome del­la tran­si­zio­ne, sen­za ave­re tec­no­lo­gie, ma­te­rie pri­me, bat­te­rie e im­pian­ti di smal­ti­men­to, in nome del­la tran­si­zio­ne estra­ia­mo va­lo­re dal pae­se e por­tia­mo in casa il pro­ble­ma che avrem­mo do­vu­to ri­sol­ve­re. Oc­cor­re quin­di una stra­te­gia eu­ro­pea e na­zio­na­le e una part­ner­ship pub­bli­co-pri­va­to”, ha concluso il Presidente.

  MANOVRA: SU PATENT BOX GRAVE PASSO INDIETRO. PUNTARE RISORSE SU CAPITOLI DI SVILUPPO

“Sembra che il Governo si sia distratto rispetto ad alcuni temi importanti della manovra di bilancio, e lo dico proprio perché ho ben presente la caratura tecnica dei nostri interlocutori. Come è possibile che non comprenda che sul Patent Box sta facendo un passo indietro? Le risorse vanno convogliate sui capitoli di sviluppo e l’innovazione è uno di questi”. Così il Vice Presidente per Credito, Finanza e Fisco, Emanuele Orsini, in un’intervista al Corriere della Seracommentando l’abolizione della detassazione del 50% sui redditi derivanti dall’utilizzo commerciale di brevetti, software con copyright e altri beni immateriali protetti da proprietà intellettuale, prevista dall’articolo 6 del decreto fiscale, che ha invece introdotto una maggiorazione del 90% della deduzione dei costi in ricerca e sviluppo. In merito alla mancata conferma della moratoria sui prestiti, Orsini ha aggiunto che “le misure straordinarie del fondo di garanzia devono essere valide per tutto il 2022, non solo fino a giugno e senza commissioni. Per Sace sono previste garanzie a mercato ma la misura va attuata, le imprese si pagheranno la garanzia ma deve essere estesa a 20 anni. Sace ha la dotazione, perché non riusciamo a farla partire? Bisogna accelerare il via libera al decreto e va poi prevista anche per il fondo di garanzia la concessione di garanzie a mercato a lungo termine”, ha affermato il Vice Presidente.

ECONOMIA: AIUTI DI STATO SIANO PASSAGGIO DI UNA STRATEGIA CHIARA. DISTINGUERE TRA CRISI STRUTTURALI E REVERSIBILI

L’aiuto dello Stato per le imprese in crisi non può essere il fine, ma solo uno dei passaggi di una strategia chiara e definita da subito anche nei tempi. Va usato con parsimonia e ci deve essere un termine oltre al quale non si può andare”. Così Maurizio Stirpe, Vice Presidente di Confindustria per il Lavoro e le Relazioni Industriali, in un’intervista su Affari e Finanza di Repubblica. Entrando nel merito Stirpe ha commentato alcuni casi concreti, a partire da Mps: “il governo Draghi ha fatto bene a fermarsi e a riconsiderare la strategia e il percorso. Azioni di questo genere sono positive e vanno perseguite se sono risolutive. Altrimenti sul lungo periodo producono effetti controproducenti. Meglio quindi aprire una riflessione prima di proseguire. In casi come Mps, Alitalia e Ilva – ha aggiunto – l’approccio è utile se viene caratterizzato da due requisiti. Prima è necessaria una pianificazione strategica dell’intervento. L’aiuto economico non può essere il fine, ma deve essere un passaggio intermedio di una strategia. E poi va definita la tempistica: ci deve essere un inizio e un termine oltre al quale non si va. Altrimenti si tratta di accanimento terapeutico. Non ci possono essere sostegni infiniti: l’aiuto deve essere limitato nella portata e connotato nell’impegno perché grava sulla fiscalità generale. Per quanto riguarda la gestione delle crisi d’impresa Stirpe ha sottolineato: “L’errore principale è l’incapacità di saper distinguere tra una crisi reversibile e una irreversibile.  Piuttosto che accanirsi sulla tutela del posto di lavoro, quando il lavoro non c’è’ più, sarebbe stato meglio impiegare i soldi in un mix di strumenti e di politiche attive che rimettessero le persone nelle condizioni di trovare una nuova occupazione. Per quanto riguarda le crisi reversibili,  il Vice Presidente ha chiarito che su tratta di quelle “non strutturali che dipendono dalle congiunture del mercato oppure da trasformazioni che investono interi comparti.  Pensiamo alla transizione ecologica nell’auto: nei prossimi anni vivremo processi di riorganizzazione della produzione importanti e con impatti sull’occupazione. I piani industriali concreti e robusti andranno supportati, così come la forza lavoro coinvolta andrà formata e reimpiegata. Giusto, quindi, che lo Stato intervenga con fondi e percorsi definiti e limitati nel tempo”.

PMI DAY: FOCUS SU SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE, SOCIALE ED ECONOMICA

“L’e­di­zio­ne 2021 del PMI DAY mi è par­ti­co­lar­men­te cara per­ché con que­sta ini­zia­ti­va chiu­do i miei quat­tro anni alla gui­da di Pic­co­la In­du­stria”. Così Car­lo Ro­bi­glio, Pre­si­den­te Pic­co­la In­du­stria Con­fin­du­stria, in oc­ca­sio­ne del­la do­di­ce­si­ma edi­zio­ne del­la Gior­na­ta Na­zio­na­le del­le PMI, con fo­cus sul­la so­ste­ni­bi­li­tà am­bien­ta­le, so­cia­le ed eco­no­mi­ca, or­ga­niz­za­ta da Pic­co­la In­du­stria in col­la­bo­ra­zio­ne con le as­so­cia­zio­ni del Si­ste­ma e pa­tro­ci­na­ta dal Mae­ci. Alla ma­ni­fe­sta­zio­ne han­no pre­so par­te ol­tre 400 im­pre­se e qua­si 45­mi­la par­te­ci­pan­ti tra gli even­ti fi­si­ci e vir­tua­li de­di­ca­ti a stu­den­ti e in­se­gan­ti del­le ol­tre 500 scuo­le me­die e su­pe­rio­ri coin­vol­te. “Que­sta ma­ni­fe­sta­zio­ne in­car­na per­fet­ta­men­te mol­ti dei temi e dei va­lo­ri che ho mes­so al cen­tro del mio man­da­to: cul­tu­ra d’im­pre­sa, re­spon­sa­bi­li­tà so­cia­le e so­ste­ni­bi­li­tà – ha pro­se­gui­to. Il tut­to nel­l’in­con­tro e nel dia­lo­go con i ra­gaz­zi. Mo­men­ti come que­sto ci aiu­ta­no a ri­flet­te­re sul fat­to che i gio­va­ni non sono il fu­tu­ro ma il pre­sen­te. Un pre­sen­te da cu­ra­re e sal­va­guar­da­re oggi per­ché il Pae­se pos­sa ave­re un fu­tu­ro do­ma­ni. Ab­bia­mo una gran­de re­spon­sa­bi­li­tà ver­so le nuo­ve ge­ne­ra­zio­ni e dob­bia­mo aiu­tar­le a com­pren­de­re il mon­do in cui vi­vo­no oggi e a co­strui­re quel­lo in cui sa­ran­no adul­te do­ma­ni. E le im­pre­se gio­ca­no un ruo­lo cen­tra­le in que­sta par­ti­ta: sono le real­tà in cui i ra­gaz­zi po­tran­no rea­liz­za­re i pro­pri so­gni e am­bi­zio­ni, in cui po­tran­no cre­sce­re, crea­re e dare sboc­co alle pro­prie at­ti­tu­di­ni e al loro ta­len­to”, ha con­clu­so.

 Leggi l’intervista di Orsini sul Corriere delle Sera e di Stirpe su Repubblica Affari e Finanza.https://bit.ly/30KSPVR. https://bit.ly/3oJSNpb.