I temi della settimana
ENERGIA: NEL 2022 AUMENTO DEI COSTI PER OLTRE 37 MILIARDI: UN’INTERA FINANZIARIA SCARICATA SULLE IMPRESE. SERVONO MISURE IMMEDIATE CON UNA STRATEGIA DI MEDIO-LUNGO PERIODO.
“La drammatica evoluzione dello scenario energetico ha determinato un forte aumento dei costi relativi alla fornitura di elettricità e gas: la previsione è che nel 2022 si supereranno i 37 miliardi, a fronte dei 21 miliardi nel 2021 e degli 8 circa nel 2019. In valori assoluti, sono stati scaricati 30 miliardi sul sistema industriale italiano per le sole sue commodity energia e gas: è come se un’intera finanziaria si fosse abbattuta sul sistema produttivo”. Così Aurelio Regina, delegato del Presidente di Confindustria per l’energia, nel corso del seminario organizzato da Confindustria Alto Adriatico. “Serve una politica industriale per fronteggiare l’emergenza con una visione a medio termine”, ha spiegato Regina, che ha annunciato un accordo con il principale operatore italiano del gas per raddoppiare l’estrazione dai giacimenti nazionali in 12-15 mesi, passando da 4 a 8 miliardi di metri cubi, con un costi di 2,5 miliardi. “Il sistema industriale è la più importante garanzia sul debito pubblico – ha proseguito. L’energia è il problema centrale e i partiti dovrebbero dedicarvi più attenzione, anche promuovendo misure specifiche per le imprese. Ad esempio, se il governo intervenisse stoccando questa produzione extra per offrirla a prezzi calmierati al sistema industriale, potremmo far fronte in parte a questi aumenti che crediamo siano strutturali. La situazione attuale è insostenibile, con numerose imprese che stanno decidendo di interrompere la produzione nei primi mesi del 2022. Il prezzo unico dell’energia elettrica nel nostro Paese – ha aggiunto Regina – ha subito un’escalation nell’ultimo anno, a causa di due fattori principali: il costo del gas naturale, aumentato di circa il 600% nel 2021, e il valore dei titoli emissivi nel sistema Ets, anch’esso arrivato alla soglia record di circa 80 euro/tCO2. Per fronteggiare i rincari, l’amministrazione Usa ha autorizzato il rilascio di 50 mln di barili di petrolio dalla Strategic Petroleum Reserve, mentre il governo francese ha modificato i termini del regime di abbattimento della tariffa per l’utilizzo delle reti elettriche pubbliche riservato ai settori industriali – ha spiegato Regina. L’Italia non può permettersi di restare indietro. Siamo un Paese importatore netto di commodities energetiche e l’utilizzo delle nostre riserve di gas naturale rappresenta una leva per abbassare il costo dell’energia e accrescere la sicurezza energetica nazionale, contribuirebbe a ridurre le emissioni legate al trasporto e, inoltre, costituisce un’opportunità di lavoro per l’indotto del settore”. Sul tema è intervenuto anche Maurizio Marchesini, Vice Presidente per le filiere e le medie imprese: “serve intervenire con misure straordinarie sui settori produttivi per evitare ricadute occupazionali, economiche e sociali. Infatti, gli interventi messi in campo finora dal governo hanno riguardato solo il 30% delle PMI, quindi è urgente aprire un tavolo con i ministri competenti. Questa è una tempesta per il mondo delle imprese ed è solo un’anticipazione di quello che avverrà con la transizione ecologica”.
“La drammatica evoluzione dello scenario energetico ha determinato un forte aumento dei costi relativi alla fornitura di elettricità e gas: la previsione è che nel 2022 si supereranno i 37 miliardi, a fronte dei 21 miliardi nel 2021 e degli 8 circa nel 2019. In valori assoluti, sono stati scaricati 30 miliardi sul sistema industriale italiano per le sole sue commodity energia e gas: è come se un’intera finanziaria si fosse abbattuta sul sistema produttivo”. Così Aurelio Regina, delegato del Presidente di Confindustria per l’energia, nel corso del seminario organizzato da Confindustria Alto Adriatico. “Serve una politica industriale per fronteggiare l’emergenza con una visione a medio termine”, ha spiegato Regina, che ha annunciato un accordo con il principale operatore italiano del gas per raddoppiare l’estrazione dai giacimenti nazionali in 12-15 mesi, passando da 4 a 8 miliardi di metri cubi, con un costi di 2,5 miliardi. “Il sistema industriale è la più importante garanzia sul debito pubblico – ha proseguito. L’energia è il problema centrale e i partiti dovrebbero dedicarvi più attenzione, anche promuovendo misure specifiche per le imprese. Ad esempio, se il governo intervenisse stoccando questa produzione extra per offrirla a prezzi calmierati al sistema industriale, potremmo far fronte in parte a questi aumenti che crediamo siano strutturali. La situazione attuale è insostenibile, con numerose imprese che stanno decidendo di interrompere la produzione nei primi mesi del 2022. Il prezzo unico dell’energia elettrica nel nostro Paese – ha aggiunto Regina – ha subito un’escalation nell’ultimo anno, a causa di due fattori principali: il costo del gas naturale, aumentato di circa il 600% nel 2021, e il valore dei titoli emissivi nel sistema Ets, anch’esso arrivato alla soglia record di circa 80 euro/tCO2. Per fronteggiare i rincari, l’amministrazione Usa ha autorizzato il rilascio di 50 mln di barili di petrolio dalla Strategic Petroleum Reserve, mentre il governo francese ha modificato i termini del regime di abbattimento della tariffa per l’utilizzo delle reti elettriche pubbliche riservato ai settori industriali – ha spiegato Regina. L’Italia non può permettersi di restare indietro. Siamo un Paese importatore netto di commodities energetiche e l’utilizzo delle nostre riserve di gas naturale rappresenta una leva per abbassare il costo dell’energia e accrescere la sicurezza energetica nazionale, contribuirebbe a ridurre le emissioni legate al trasporto e, inoltre, costituisce un’opportunità di lavoro per l’indotto del settore”. Sul tema è intervenuto anche Maurizio Marchesini, Vice Presidente per le filiere e le medie imprese: “serve intervenire con misure straordinarie sui settori produttivi per evitare ricadute occupazionali, economiche e sociali. Infatti, gli interventi messi in campo finora dal governo hanno riguardato solo il 30% delle PMI, quindi è urgente aprire un tavolo con i ministri competenti. Questa è una tempesta per il mondo delle imprese ed è solo un’anticipazione di quello che avverrà con la transizione ecologica”.
Leggi l’intervista di Regina al Sole24ore e su Formiche.net
https://formiche.net/2022/01/energia-imprese-confindustria-bollette-regina/.