Ieri pomeriggio è stata approvata, dopo quasi un anno di iter, la riforma ITS prevista dal PNRR. Un traguardo importante per garantire al sistema di istruzione terziaria professionalizzante di poter camminare su proprie gambe e rispondere alla domanda di innovazione e di qualità della formazione delle nostre imprese.
Trovate in allegato il testo della riforma approvata, che sarà pubblicato a breve in Gazzetta Ufficiale, e gli articoli del Sole 24 Ore di questa mattina che ne parlano, con un’intervista al nostro Vicepresidente Brugnoli.
In sintesi, le principali novità nella sono le seguenti:
- Il nome ITS diventa ITS Academy e ITS sta per Istituti Tecnologici Superiori
- Ruolo delle imprese:
- di norma il presidente dell’ITS sarà espressione delle impreseche dunque avranno la responsabilità della Governance. Va rilevato che, secondo i dati del monitoraggio Indire, i migliori ITS d’Italia sono quelli a presidenza imprenditoriale;
- stage aziendali e tirocini formativi saranno obbligatori almeno per il 35% della durata del monte orariocomplessivo dei percorsi ITS. Potranno essere svolti anche all’estero;
- la docenza degli Istituti dovrà arrivare “per almeno il 60% del monte orario complessivo” dal mondo del lavoro e dell’impresa;
- credito d’imposta al 30% per le imprese che decidono di investire negli ITS (che diventa 60% nei territori con gap competitivi), uno strumento fondamentale soprattutto per coinvolgere più attivamente le PMI.
- Finanziamento stabile: gli ITS potranno contare sul Fondo per l’istruzione tecnologica superiore, istituito dal ministero dell’Istruzione. Si tratta di un finanziamento stabile per gli ITS, e sono previsti a partire da quest’anno 48,35 milioni di euro. La programmazione sarà triennale.
- Monitoraggio premiale più incisivo, con revoca dell’accreditamento se per 3 anni la valutazione è stata negativa per più del 50% dei corsi.
- Sistema di orientamento potenziato e collaborazione delle imprese, anche in rete.
- Rapporti con le università: promossa la collaborazione e accordi per ben distinguere i percorsi ITS da quelli universitari ma anche consentire passerelle tra gli uni e gli altri e viceversa.