I temi della settimana BONOMI A PORTA A PORTA: GOVERNO SIA COERENTE E SI ASSUMA LA RESPONSABILITA’ DI AFFRONTARE IL TAGLIO DELLE TASSE SUL LAVORO “Giu­di­chia­mo po­si­ti­vo l’in­ter­ven­to sul­ gas re­lea­se, così come aver con­cen­tra­to le ri­sor­se di­spo­ni­bi­li sul­l’e­ner­gia. È ov­vio che non si può in­ter­ve­ni­re su tut­ta la bol­let­ta ener­ge­ti­ca ma va det­to che le im­pre­se ita­lia­ne nel 2109 pa­ga­va­no 8 mi­liar­di que­st’an­no 110 mi­liar­di”. Lo ha di­chia­ra­to il Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria, Car­lo Bo­no­mi, ospi­te di Bru­no Ve­spa a Por­ta a Por­ta.” Bonomi rilanciando la proposta di Confindustria sul cuneo fiscale, ha affermato che “non si vuole affrontare il problema di fondo, il taglio delle tasse sul lavoroII governo se ne deve assumere la responsabilità”. E, rispondendo ad una domanda sulla norma contenuta nel DL quater relativa ai fringe benefits esentasse fino a 3mila euro, che le imprese possono concedere ai dipendenti, Bonomi ha detto: “stiamo spostando la palla nel campo delle imprese mettendole in difficoltà. C’è chi potrà dare 3milaeuro, chi solo una parte, chi no. Così si crea un problema di relazioni all’interno delle imprese, di conflittualità nelle relazioni industriali, cosa da evitare in questo momento. Vedremo – ha aggiunto Bonomi –  se nella legge di Bilancio si troveranno risorse per interventi diversi dal taglio delle tasse sul lavoro. Bisogna essere coerenti – ha sottolineato:  se non ci sono risorse per il taglio al cuneo allora non ci dovrà essere un impiego di risorse su altri capitoli di spesa. Sentiamo, ad esempio, che si vuole fare un intervento sulle pensioni: fare un provvedimento come quota 41 o 42 comporta un impiego molto forte. Non solo – ha aggiunto Bonomi – fare una riduzione di imposta su alcuni soggetti, e mi riferisco alla flat tax, richiede risorse: è già costata 2 miliardi quest’anno e si parla di prorogare e addirittura estenderne la platea. Capisco la legittima aspirazione di chi ha vinto le elezioni di voler rispondere alle promesse elettorali, però c’è tempo e modo di farlo”. Il Presidente ha quindi rilanciato la sua proposta di “riconfigurare il 4 -5% della spesa pubblica che vorrebbe dire avere risorse per il taglio del cuneo fiscale”. AL VIA DOMANI IL FORUM PMI, BARONI: DOPO LO SHOCK ENERGETICO ORA E’ EMERGENZA LIQUIDITÀL’au­men­to dei co­sti, dal­l’e­ner­gia alle ma­te­rie pri­me, pesa sui bi­lan­ci del­le im­pre­se. C’è sta­ta una for­te com­pres­sio­ne dei mar­gi­ni, al­cu­ni ad­di­rit­tu­ra sta­no la­vo­ran­do in ne­ga­ti­vo. È in pe­ri­co­lo la te­nu­ta del si­ste­ma in­du­stria­le. L’im­pe­ra­ti­vo è re­si­ste­re e per far­lo oc­cor­re ave­re la ri­sor­se fi­nan­zia­rie”. Così il pre­si­den­te del­la Pic­co­la In­du­stria Gio­van­ni Ba­ro­ni in un’in­ter­vi­sta al Sole 24 Ore ha par­la­to del­le e­mer­gen­ze per le piccole e medie imprese in vista del Forum annuale della Piccola Industria. Baroni ha ricordato che le PMI rappresentano il 90% del­le azien­de ita­lia­ne e, in que­sta dif­fi­ci­le fase con­giun­tu­ra­le, ha sottolineanti come l’emergenza non sia più solo sul caro bol­let­te ma an­che sul­la man­can­za di li­qui­di­tà. “La capa­ci­tà di re­si­ste­re è di­ver­sa tra le gran­di e le pic­co­le, già mes­se a dura pro­va dal­la pan­de­mia. Ave­re li­qui­di­tà per far fron­te agli au­men­ti è prio­ri­ta­rio, an­che per­ché i for­ni­to­ri di ener­gia stan­no chie­den­do fi­de­ius­sio­ni alle im­pre­se e mol­te, non po­ten­do­se­lo per­met­te­re, stan­no ri­cor­ren­do ai for­ni­to­ri di ul­ti­ma istan­za”. Ener­gia e cre­di­to, in­fat­ti, sono due fat­to­ri che si le­ga­no, è mettono a ri­schio anche un al­tro fat­to­re cru­cia­le di com­pe­ti­ti­vi­tà: gli in­ve­sti­men­ti. Pro­prio que­sti due gran­di temi sa­ran­no al cen­tro del di­bat­ti­to del Fo­rum del­la Pic­co­la In­du­stria che si ter­rà sa­ba­to 12 no­vem­bre a Mo­glia­no Ve­ne­to, dal ti­to­lo “Im­pre­se in tran­si­zio­ne, nuo­ve rot­te per le Pmi”. DA ROS AL MESSAGGERO: LA SFIDA CLIMATICA RISCHIA DI PAGARLA SOLO L’EUROPA E SU REGOLAMENTO IMBALLAGGI L’UE CAMBI LA ROTTA“Gli ac­cor­di di Pa­ri­gi fissa­va­no un obiet­ti­vo sfi­dan­te, ri­ma­ne­re sot­to il tet­to dei 2 gra­di di ri­scal­da­men­to glo­ba­le. Sia­mo, però, in una si­tua­zio­ne di cri­si cli­ma­ti­ca e come tut­te le cri­si deve es­se­re af­fron­ta­ta con il mas­si­mo del­l’at­ten­zio­ne e della con­di­vi­sio­ne. Ecco per­ché mi ha mol­to col­pi­to che in que­sta oc­ca­sio­ne man­cas­se­ro Cina e In­dia. Si trat­ta del pri­mo e del ter­zo pae­se per emis­sio­ni di CO2. Non c’è con­sa­pe­vo­lez­za di quan­to la cri­si sia im­mi­nen­te. La tran­si­zio­ne deve es­se­re uno sfor­zo di tut­ti e non può es­se­re fat­ta sol­tan­to dal­l’Eu­ro­pa che è re­spon­sa­bi­le solo del 9% del­le emis­sio­ni” così la vice pre­si­den­te Ka­tia Da Ros ha com­men­ta­to in un’in­ter­vi­sta su Il Mes­sag­ge­ro la gran­de sfi­da sul­la lot­ta ai cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci in agenda a Co­p27. E sul con­tri­bu­to del­le im­pre­se ita­lia­ne alla tran­si­zio­ne ener­ge­ti­ca ha det­to: “Gli ul­ti­mi dati lstat di­co­no che due im­pre­se su tre si sono mos­se in que­sta di­re­zio­ne, con in­ter­ven­ti sul­l’ef­fi­cien­ta­men­to ener­ge­ti­co o sul­l’u­ti­liz­zo di fon­ti di ener­gia rin­no­va­bi­le o con il ri­ci­clo. Su que­st’ul­ti­mo fron­te sia­mo dei cam­pio­ni a li­vel­lo mon­dia­le. Ma se si vuo­le pro­dur­re il 40% del­l’e­ner­gia da fon­ti green ser­vo­no sem­pli­fi­ca­zio­ni, va snel­li­ta la bu­ro­cra­zia, ri­mos­si i trop­pi bloc­chi an­co­ra esi­sten­ti”. Se­con­do Da Ros “l’in­du­stria con­ti­nue­rà a fare la sua par­te” a pat­to che l’Eu­ro­pa non cam­bi le re­go­le in cor­sa come suc­ces­so su ri­fiu­ti e im­bal­lag­gi. “L’Ue per pri­ma ci ha in­co­rag­gia­to a pun­ta­re sul ri­ci­clo, e lo ab­bia­mo fat­to, con in­ve­sti­men­ti mas­sic­ci. Ora ci dice che non va più bene e che dob­bia­mo pun­ta­re sul riu­so. Que­sto cam­bio di rot­ta stu­pi­sce e spa­ven­ta tut­ti. Si ri­schia di bloc­ca­re gli in­ve­sti­men­ti che ne­ces­si­ta­no di po­li­ti­che in­du­stria­li chia­re e di lun­go pe­rio­do. L’in­du­stria ita­lia­na è d’ac­cor­do sul­l’o­biet­ti­vo, ma sia­mo con­vin­ti che il riu­so pos­sa af­fian­ca­re e com­ple­ta­re il ri­ci­clo, sen­za so­sti­tuir­lo. Sen­za con­ta­re gli ef­fet­ti sul­l’oc­cu­pa­zio­ne: con questo regolamento si met­to­no a ri­schio 800­mi­la im­pre­se e 7 mi­lio­ni di po­sti di la­vo­ro. Non si può per­se­gui­re la so­ste­ni­bi­li­tà am­bien­ta­le a ri­schio di quel­la so­cia­le ed eco­no­mi­ca”.Leggi l’intervista di Baroni al Sole24orehttps://www.confindustria.it/home/notizie/Baroni-al-Sole24Ore-Pmi-emergenza-liquidita-dopo-il-grande-shock-energetico Leggi l’intervista della Da Ros al Messaggerohttps://www.confindustria.it/home/notizie/Da-Ros-al-Messaggero-La-sfida-sul-clima-non-la-paghi-solo-l-Europa-serve-maggiore-condivisione