I temi della settimana


CRISI RUSSIA-UCRAINA, BONOMI: TEMPESTA PERFETTA SULLA RIPRESA ITALIANA. POSSIBILE EFFETTO DOMINO SU IMPRESE, SI RISCHIANO 400 MLN DI ORE DI CIG

Sia­mo den­tro una tem­pe­sta per­fet­ta. La guer­ra sta ac­ce­le­ran­do un pro­ces­so già in atto: la fre­na­ta del­la ri­pre­sa eco­no­mi­ca è co­min­cia­ta a set­tem­bre, la man­can­za di una stra­te­gia di po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca ri­sa­le a de­cen­ni fa e ci sono ri­for­me fer­me da 30 anni. Ab­bia­mo bi­so­gno di in­ter­ven­ti ra­di­ca­li”. Così il Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria, Car­lo Bo­no­mi, in un’in­ter­vi­sta a Re­pub­bli­ca. “Per le fab­bri­che ener­gi­vo­re è dav­ve­ro una cri­si sen­za pre­ce­den­ti. Le ac­cia­ie­rie han­no co­min­cia­to a so­spen­de­re la pro­du­zio­ne, pre­sto toc­che­rà an­che a ce­ra­mi­ca e car­tie­re. Sono stop tem­po­ra­nei – ha chia­ri­to Bo­no­mi – ma i prez­zi in­so­ste­ni­bi­li crea­no un ef­fet­to do­mi­no che può por­ta­re il si­ste­ma in­du­stria­le a chie­de­re 400 mln di ore di cas­sa in­te­gra­zio­ne”. Per quanto riguarda gli in­ter­ven­ti a livello europeo, secondo Bo­no­mi va nella giusta direzione l’introduzione del tet­to al prez­zo del gas per tu­te­la­re im­pre­se e fa­mi­glie. “Ora ser­ve pro­por­re la so­spen­sio­ne straor­di­na­ria del mer­ca­to ETS, che at­tual­men­te pe­na­liz­za­ l’in­du­stria ita­lia­na, più de­car­bo­niz­za­ta di quel­la te­de­sca” – ha detto, aggiungendo che “oc­cor­re mo­di­fi­ca­re il no­stro mix ener­ge­ti­co, in­ve­sti­re in ri­cer­ca e nuo­ve tec­no­lo­gie per ac­com­pa­gna­re la tran­si­zio­ne ener­ge­ti­ca e al­lun­ga­re i tem­pi per rag­giun­ge­re l’o­biet­ti­vo del­l’az­ze­ra­men­to del­le emis­sio­ni”. Ospite di Lu­cia An­nun­zia­ta a “Mez­z’ora in più”, Bonomi aveva anche indicato le azioni da compiere a livello nazionale: “dob­bia­mo di­ver­si­fi­ca­re il mix ener­ge­ti­co e di­mi­nui­re la no­stra di­pen­den­za del gas rus­so, im­por­ta­ndo gas anche da al­tre na­zio­ni e rad­dop­pian­do il Tap. Inoltre serve in­cen­ti­va­re le fon­ti rin­no­va­bi­li e incrementare l’utilizzo del Gnl attraverso un maggior numero di ri­gas­si­fi­ca­to­ri”. In merito alla transizione ecologica, il Presidente ha invitato ad es­se­re rea­li­sti, al­lun­ga­ndo i tem­pi per realizzarla e riprogrammando gli obiet­ti­vi: “la tran­si­zio­ne green può es­se­re rea­liz­za­ta nei tem­pi pre­vi­sti solo con in­gen­ti in­ve­sti­men­ti che ac­com­pa­gni­no le im­pre­se in que­sta fase, al­tri­men­ti si met­to­no a ri­schio in­te­re fi­lie­re in­du­stria­li” – ha spiegato. Quanto al conflitto Russia – Ucraina Bonomi ha osservato che il rial­zo dei prez­zi dei pro­dot­ti ener­ge­ti­ci e del­le ma­te­rie pri­me ali­men­ta­ri, en­tram­bi espor­ta­ti in quan­ti­tà da Ucrai­na e Rus­sia, si in­ne­sta in­fat­ti in un qua­dro di già for­te in­fla­zio­ne e pro­ble­mi sul­le ca­te­ne di for­ni­tu­re. “Le im­pre­se ita­lia­ne han­no re­si­sti­to a tra­smet­te­re sui prez­zi fi­na­li gli in­cre­men­ti del­l’e­ner­gia fino al 400% ma que­sto ha un li­mi­te” – ha sottolineato.


PRODUZIONE INDUSTRIALE, CSC: A FEBBRAIO ANCORA IN DIMINUZIONE. PESANO CARO ENERGIA E PREZZI MATERIE PRIME

La produzione industriale italiana è attesa in diminuzione a febbraio (-0,3%), dopo la flessione più marcata di gennaio (-0,8%), pur inglobando solo in minima parte gli effetti dello scontro tra Russia e Ucraina, che sta accrescendo le difficoltà di approvvigionamento delle imprese e spingendo ancora più in alto i prezzi di materie prime ed energiaLe indagini sulla fiducia delle imprese manifatturiere rilevano un rallentamento nei primi due mesi dell’anno, trainato prevalentemente da attese pessimistiche sulle prospettive economiche, già prima dello scoppio del conflitto bellico. L’impatto del caro-energia sull’attività economica italiana aveva già causato un forte rallentamento produttivo dell’industria: l’indice elaborato dall’Istat a dicembre 2021 è diminuito di -1,0% rispetto al mese precedente. A febbraio, il PMI della manifattura si è confermato su un valore invariato rispetto a quello di gennaio (58,3 punti), ovvero il più basso da febbraio 2021. Secondo l’indagine di IHS-Markit, emergono rilevanti preoccupazioni degli imprenditori in merito alle difficoltà sulle condizioni operative e all’aumento dei prezzi di acquisto delle materie prime, che hanno continuato ad influenzare le aspettative delle aziende. Al tempo stesso la fiducia delle imprese manifatturiere si è contratta (113,7 da 114,9). Tale dinamica riflette la difficoltà delle imprese industriali nel fronteggiare il rincaro dell’energia che, nonostante gli interventi governativi messi in campo a sostegno delle imprese per il 1° trimestre per far fronte allo shock, comprime i margini delle imprese al punto da rallentare la produzione.

 

ENERGIA: SERVONO MISURE STRUTTURALI. COSTO AUMENTATO DI +1.497,8% IN DUE ANNI

“Nel 2022 i prez­zi di elet­tri­ci­tà e gas, che già erano al­tis­si­mi, han­no con­ti­nua­to a gon­fiar­si con un au­men­to ul­te­rio­re di cir­ca il 200%. L’in­cre­men­to ad oggi è pari al 1497,8% ri­spet­to ai prez­zi di feb­bra­io 2020: in al­tri ter­mi­ni, sia­mo a 15 vol­te il prez­zo di al­lo­ra”. Così il Di­ret­to­re Ge­ne­ra­le Fran­ce­sca Ma­riot­ti nel cor­so di un’Au­di­zio­ne pres­so le com­mis­sio­ni riu­ni­te Am­bien­te e At­ti­vi­tà pro­dut­ti­ve, sul­le mi­su­re ur­gen­ti per il con­te­ni­men­to dei co­sti del­l’e­ner­gia elet­tri­ca e del gas na­tu­ra­le. “Ser­ve un po­ten­zia­men­to ine­di­to del­le mi­su­re sin qui adot­ta­te”, sia sul pia­no con­giun­tu­ra­le “per cal­mie­ra­re gli im­pat­ti de­va­stan­ti del­lo shock ener­ge­ti­co”, sia su quel­lo strut­tu­ra­le “per in­cre­men­ta­re la ca­pa­ci­tà di re­si­sten­za del si­ste­ma pro­dut­ti­vo ita­lia­no”, ha con­ti­nua­to Ma­riot­ti, sot­to­li­nean­do che “non è pos­si­bi­le agi­re su base tri­me­stra­le, ma oc­cor­re dare mag­gio­re sta­bi­li­tà alle mi­su­re di so­ste­gno, con du­ra­ta di al­me­no 1 o 2 anni”. I 4 de­cre­ti sul caro ener­gia adot­ta­ti fi­no­ra non ba­sta­no per ar­gi­na­re una cri­si che, in caso di ul­te­rio­ri ri­tar­di, “pro­vo­che­rà dan­ni ir­re­ver­si­bi­li al tes­su­to pro­dut­ti­vo na­zio­na­le“. Il decreto ha avuto il merito di introdurre, accogliendo la richiesta di Confindustria, un “cambio di paradigma”, in particolare ha migliorato il credito d’imposta per gas ed elettrico. Ma occorre di più, per questo Confindustria ha proposto integrare le misure varate dal Governo mettendo “a disposizione dei settori industriali elettro-intensive 25 Twh ad un prezzo prestabilito di 50 €/Mwh, a fronte dell’impegno dell’industria italiana a sviluppare investimenti per una capacità produttiva equivalente a 12 GW di produzione fotovoltaica e 5 GW di produzione eolica all’interno delle aree idonee che Stato e Regioni dovranno identificare per legge entro il 31/12/2022”; combinando “l’estrazione di risorse nazionali di gas con vantaggi congiunturali alle imprese tramite credito di imposta a partire dal 1° gennaio 2022 e fino alla disponibilità fisica delle forniture di gas consegnate dal GSE”; massimizzando “fino ai limiti consentiti dalla Commissione europea, le agevolazioni sulle aliquote fiscali e parafiscali della bolletta elettrica e del gas”. È anche imprescindibile nel breve termine un’azione europea sulla sospensione del meccanismo ETS. Occorre un intervento a livello degli Stati membri per arginare i prezzi, con una regolamentazione coordinata.

 

ACCORDO INTESA-SAN PAOLO, TAPPA IN CALABRIA: 1,5 MLD ALLE IMPRESE DEL TERRITORIO

Sono 1,5 miliardi di euro, nell’ambito dei 150 miliardi di euro del plafond nazionale, le risorse destinante alle imprese calabresi per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo in coerenza con il PNRR nell’ambito dell’Accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo. L’accordo, firmato lo scorso ottobre dal Presidente Carlo Bonomi e da Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, pone al centro iniziative a supporto delle aziende in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità. “Nel quadro in cui occorre fornire alle imprese anche la liquidità necessaria per affrontare le tensioni finanziarie legate allo shock energetico, la partnership con Intesa Sanpaolo rappresenta un eccezionale volano per accompagnare il sistema produttivo verso l’uscita dalla crisi e cogliere appieno l’opportunità del PNRR”, ha detto il Vice Presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco Emanuele Orsini intervenendo nel corso del roadshow di presentazione territoriale a Cosenza. “Bisogna accelerare la ripresa promuovendo investimenti in innovazione e ricerca, favorendo lo sviluppo delle filiere produttive, la patrimonializzazione e il riequilibrio della struttura finanziaria delle aziende. Senza dimenticare l’importanza di assicurare il massimo sostegno, finanziario e di servizio, nella doppia transizione digitale e sostenibile”, ha aggiunto. Alla presentazione dell’intesa è intervento anche il Vice Presidente per l’Economia del Mare Natale Mazzuca, che ha affermato come il nuovo Accordo rappresenti “un passo nella giusta direzione di dotare le imprese di strumenti e soluzioni finanziarie per rafforzarne la competitività e per aiutarle a crescere in coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Obiettivi coraggiosi e necessari per tutto il sistema imprenditoriale italiano che, però, nel Mezzogiorno assumono un significato particolare. È evidente, infatti, che nelle aree in cui alcune criticità strutturali delle imprese appaiono più profonde, come in Calabria, gli effetti positivi dell’Accordo auspichiamo che siano ancora più rilevanti. Il rilancio del sistema produttivo ha bisogno di azioni come questa, in grado di rispondere alle reali esigenze delle imprese, in una logica di superamento delle misure straordinarie adottate nel recente passato” – ha osservato.