Il 1° giugno il Presidente Bonomi e la Ministra dell’Interno Lamorgese hanno sottoscritto il rinnovo del Protocollo di Legalità che ha l’obiettivo di incrementare i livelli di legalità e sicurezza delle attività economiche, estendendo ai contratti tra privati alcuni presidi di legalità rafforzati (rilascio della documentazione antimafia) previsti nei rapporti tra imprese e PA.

Dopo la sospensione del precedente accordo, intervenuta a gennaio 2020 a seguito di una pronuncia del Consiglio di Stato – che aveva rilevato come la documentazione antimafia non potesse essere utilizzata nei rapporti contrattuali tra privati – i lavori con il Ministero per il rinnovo sono ripresi lo scorso anno, anche grazie al nuovo articolo 83-bis al Codice Antimafia – introdotto dal c.d. DL Semplificazioni del luglio 2020 – in base al quale i Protocolli di legalità rappresentano lo strumento per realizzare i predetti controlli proprio nei rapporti tra privati.

Il lavoro di questi mesi ha consentito di introdurre importanti modifiche al testo precedente, per alleggerire gli impegni, facilitare la gestione delle verifiche antimafia e ottimizzare i tempi di rilascio, in modo da rendere l’attuazione meno onerosa per il Sistema e superare l’ostacolo dei lunghi tempi di attesa dovuti al sovraccarico di lavoro delle Prefetture.

L’impostazione del Protocollo rimane volontaria: decidendo di aderirvi, le imprese accettano di sottoporsi ai controlli antimafia e richiedono il rispetto dello stesso impegno ai propri fornitori per contratti con importi superiori a determinate soglie.

Il nuovo testo introduce alcune rilevanti novità:

1. i controlli antimafia si concentrano solo sui rapporti privati (nel precedente erano incluse anche alcune tipologie di contratti pubblici) e vengono fissate due soglie di importo significativo per cui è richiesta la documentazione antimafia (contratti di importo superiore a euro 100.000: comunicazione antimafia; contratti di importo superiore a euro 150.000: informazione antimafia);

2. per le Associazioni di Confindustria, la cui adesione rimane pre-condizione per quella delle imprese associate, è previsto l’accesso diretto alla Banca dati nazionale unica della documentazione antimafia – BDNA – per richiedere la documentazione antimafia delle associate stesse e dei loro fornitori, senza dover trasferire le richieste alle Prefetture e attendere le risposte.

In allegato il testo dell’intesa con le indicazioni operative per l’accesso alla BDNA.