Filiere. Il nuovo sistema debutta oggi
In Italia poche cose sono più complicate delle semplificazioni. È quanto bisogna concludere vedendo il difficile decollo dei nuovi registri telematici per i produttori di vino. A partire da oggi, 1 luglio, agli ispettori che si recheranno in cantina per le consuete verifiche su attività, quali raccolta uve, vinificazioni e produzione di vino, imbottigliamenti, giacenze, i produttori non potranno infatti più presentare documenti cartacei, ma dovranno far riferimento a quanto via via registrato nel Sian, il Sistema informativo agricolo nazionale.
Dalla cosiddetta dematerializzazione dei registri vitivinicoli è atteso un drastico abbattimento della burocrazia in cantina e dei relativi costi a carico delle imprese.
Il passaggio era atteso. Già dal gennaio scorso tutte le comunicazioni di cantina dovevano essere effettuate solo in via telematica. Tuttavia è stato previsto un periodo di accompagnamento di sei mesi nel corso dei quali si poteva fare ancora riferimento alla documentazione cartacea. Ora invece, stop alle proroghe e via libera alla piena operatività del nuovo sistema.
Ma il passaggio non sembra privo di perplessità. Un allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da sette associazioni della filiera vitivinicola (Alleanza delle cooperative italiane, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Federdoc, Federvini e Unione italiana vini) hanno scritto al ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, per sottolineare le criticità che ancora accompagnano il passaggio al nuovo sistema. Perplessità condivise anche da AssoSoftware (che riunisce le imprese dell’IT che realizzano software applicativo-gestionale per le imprese).
Sul fronte delle adesioni, secondo i tecnici dell’Ispettorato per il controllo della qualità, si è vicini al 90% delle cantine per le quali è obbligatorio comunicare ogni operazione in via informatica (mentre possono optare per una registrazione semplificata i produttori che realizzano meno di mille ettolitri di vino). Ma i problemi non riguardano le adesioni. «Ad oggi – si legge nella lettera della filiera – il sistema continua a manifestare evidenti segnali di disfunzionalità rispondendo agli invii dei dati aziendali con tempi lunghissimi non compatibili con le esigenze delle imprese. Questa situazione comporta per chi ha già investito pesanti oneri aggiuntivi che finiscono per dilatare – e non razionalizzare – i tempi necessari per adempiere agli obblighi». Da qui la richiesta al ministro Martina di «rassicurare il mondo produttivo sulle modalità di gestione della fase di completamento del processo e sulle forme di controllo alle quali saranno sottoposti gli operatori».
«Cercheremo di concentrarci – spiega il direttore dell’Ispettorato per il controllo della qualità e la repressione delle frodi, Oreste Gerini – sugli aspetti più rilevanti delle attività di cantina. Ma non va dimenticato che di recente sono stati introdotti nel settore i due istituti della diffida e del ravvedimento operoso che consentono, nel caso di errori marginali o formali di sanare la propria posizione evitando sanzioni gravose».
Giorgio dell’Orefice