Gli operatori. Poche certezze: automatismi frenati
Intervista al Presidente Bonfiglio Mariotti e al Direttore Generale Roberto Bellini
 

TEMPI STRETTI PER AGGIONARE I SOFTWARE
I produttori ancora in stand-by sulle procedure per il recupero delle somme anticipate al lavoratore

di Mauro Pizzin

Un problema per i sostituti d’imposta, ma anche per i fornitori dei software applicativi.
L’erogazione del bonus Irpef da 80 euro garantita dal Dl 66/14 rappresenta una sfida impegnativa anche per chi deve fornire in tempi stretti ai sostituti d’imposta gli strumenti di lavoro.
Secondo quanto risulta a «Il Sole 24 Ore» l’analisi delle aziende di software è arrivata finora al cedolino. La casistica, però, non appare chiarissima (tra i dati mancanti si contano quelli degli assunti in corso d’anno o dei dipendenti con altri rapporti di lavoro in corso d’anno), ragion per cui, in attesa delle circolari attuative delle Entrate, arrivati al cedolino i sostituti d’imposta dovranno dare l’avallo finale, caso per caso, all’erogazione del contributo: un’operazione laboriosa soprattutto per le realtà con centinaia o migliaia di dipendenti.
Tutta da elaborare resta invece la parte relativa al recupero crediti attraverso compensazione, ma in questo caso un po’ di respiro arriva dal fatto che su questo fronte la prima scadenza interessata è quella del 16 giugno, data entro cui vanno versate le ritenute fiscali e previdenziali operate sulle retribuzioni, nonché i contributi a carico dell’azienda, riferiti ai cedolini di maggio.
In questo caso le imprese di software sono in stand by anche perché non si sa se l’Inps riconoscerà la possibilità di andare oltre la capienza dei saldi dei singoli Uniemens e se consentirà alla compensazione a livello di codice fiscale dell’azienda e non solo a livello della singola posizione contributiva.
Lo scarso tempo a disposizione, del resto, era un problema che Assosoftware – l’Associazione nazionale produttori di software gestionale e fiscale – aveva già rappresentato per bocca del suo presidente Bonfiglio Mariotti. «Si tratta di un processo che richiederebbe tre o quattro settimane perché occorre intervenire sui programmi, consegnare i prodotti e formare il personale», aveva dichiarato meno due settimane fa Mariotti (si veda il Sole 24 Ore dello scorso 14 aprile), chiarendo che «sarebbe opportuno che il Governo consultasse gli operatori per evitare di varare regole difficilmente applicabili».
Una richiesta, quest’ultima, rispedita al mittente. «Alla fine nessuno ci ha consultato – conferma il direttore generale di Assosoftware, Roberto Bellini –. La prima bozza del decreto, da cui abbiamo appreso concretamente cosa fare, l’abbiamo ricevuta venerdì 18 aprile alla fine del Consiglio dei ministri e le cose sono poi ulteriormente mutate».
Bombardate dalle richieste di chiarimenti dei clienti, a questo punto nei prossimi giorni per le aziende di software il cammino rischia di presentarsi in salita: casi particolari di erogazione del bonus, come nel caso dei lavoratori a tempo parziale e di quelli a domicilio, e criticità da affrontare, come quelle relative alle cessazioni, costringeranno il personale agli straordinari. «Posso garantire che stiamo lavorando a spron battuto – rassicura il direttore generale – e che il lavoro da svolgere è molto complesso: fortunatamente siamo abituati ad affrontare queste emergenze».
Problema nel problema, inoltre, nell’operazione dovrebbe essere coinvolto anche l’Inps: ciò che traspare, infatti, è l’intenzione di monitorare nei prossimi mesi le erogazioni del bonus attraverso il flusso previdenziale grazie alla fornitura nel flusso mensile di tutti i dati del singolo dipendente e dell’importo erogato per ogni singola detrazione. Un’operazione per certi versi obbligata se si pensa che, dopo il fallimento del 770 mensile, l’Agenzia si era rivolta proprio all’Istituto chiedendo di implementare il flusso Uniemens inserendo i dati fiscali dipendente per dipendente.
«Trattandosi di una norma sull’Irpef – chiarisce sul punto Bellini – sembrava fosse escluso un coinvolgimento dell’ente di previdenza. Quello che posso dire, concludendo, è che le decisioni andrebbero prese conoscendo gli strumenti applicativi. Tanto più in un caso come questo, in cui prima si profila l’utilizzo di ritenute Irpef, poi di contributi, infine di un conguaglio particolare».