Per Bonfiglio Mariotti, Presidente AssoSoftware, il PNRR (Piano Nzionale di Ripresa e Resilienza) è un’occasione unica per la rivoluzione digitale del Paese, puntando sulla diffusione dei software gestionali nelle PMI, la modernizzazione della PA e lo sviluppo delle DigitalSkills.
PNRR: UN’OCCASIONE DA NON PERDERE
La ricetta per un’Italia veramente digitale.
di Bonfiglio Mariotti, Presidente di AssoSoftware
La nostra associazione, AssoSoftware, rappresenta buona parte dei produttori di software ERP per la gestione di qualsiasi settore in Italia, dalla Pubblica Amministrazione, alle imprese, ai professionisti di ogni genere. Riunisce tutte le Software House che aiutano imprese e professionisti nel rapporto con il Fisco, fa parte di Confindustria.
L’esperienza di quest’ultimo anno di pandemia ha portato all’attenzione di tutti il ruolo chiave del software, il vero sistema operativo del Paese. Senza software non ci sarebbe stata continuità nell’erogazione dei servizi della PA e delle imprese, nella produzione e nella distribuzione dei prodotti delle varie filiere, nell’adempimento degli obblighi normativi da parte di imprese e cittadini.
Nell’ambito del PNRR (Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza), il software ha, quindi, un’importanza strategica per realizzare le innovazioni necessarie e indispensabili per far ripartire l’Italia.
In primis, la realizzazione di una totale interoperabilità tra sistema informatico pubblico e quello privato può costituire la vera e più grande semplificazione che può ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica.
In questa prospettiva, la Pubblica Amministrazione deve mettere a disposizione servizi e connettori (web services, API) per consentire, in maniera semplificata e diretta tramite i sistemi gestionali, un dialogo efficiente con le imprese e i cittadini. Utilizzare le macchine, realmente interconnesse, per quei lavori ridondanti e senza alcun valore aggiunto libera le risorse umane sia pubbliche sia private per compiti più importanti.
L’obiettivo di una vera rivoluzione digitale non è perseguibile se non si affrontano i problemi che ne bloccano lo sviluppo. Alla luce della nostra esperienza e del lavoro a fianco di milioni di imprese e professionisti, riteniamo che l’azione e l’attenzione del legislatore si debba concentrare sui punti critici che, a oggi, frenano la trasformazione digitale, e la cui soluzione contribuisce a consolidare le basi per l’auspicata ripresa della nostra economia.
Seguendo le indicazioni dettate in via programmatica dal nuovo Governo, in risposta anche all’esigenza di quella transizione digitale che è parte integrante del Next Generation EU che indica tra le priorità nelle prime posizioni la modernizzazione e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, occorre partire dalla standardizzazione, per un linguaggio comune di dialogo fra i sistemi informatici, dall’interoperabilità, per facilitare il dialogo e semplificare i controlli, da una piena disponibilità dei dati, che le banche dati pubbliche non sempre rendono disponibili in formati elaborabili, da prestazioni più veloci, per superare la lentezza e le latenze del sistema. Inoltre, occorre valorizzare e impiegare le competenze specifiche di intermediari e software house per una riforma efficace ed efficiente del sistema fiscale, e last but not least, favorire l’adozione del software gestionale da parte delle imprese come punto di partenza per rendere tangibili i benefici della trasformazione digitale.
Per quanto riguarda invece la digitalizzazione delle imprese, l’Indice Europeo dello Stato di Digitalizzazione dei vari Paesi della Comunità, conosciuto con l’acronimo DESI, evidenzia che l’utilizzo di Software ERP per la gestione delle Imprese è ancora molto ridotto perché molti processi sono gestiti ancora in modo manuale, con perdite di tempo e poca efficienza.
L’ultimo rapporto segnala che in Italia l’utilizzo di sistemi gestionali integrati per la gestione dei processi aziendali, è ancora molto ridotto: solo il 30% delle imprese utilizza un sistema gestionale integrato per gestire i processi aziendali. Se poi andiamo a vedere quante imprese utilizzano un sistema gestionale in modalità cloud, la percentuale scende al 13%. È evidente il ritardo delle PMI italiane nel gestire in maniera informatica e automatizzata i propri processi aziendali.
Appare ovvio che un qualsiasi utilizzo avanzato di nuove tecnologie – pensiamo ad esempio all’Intelligenza Artificiale, alla Blockchain o a qualsiasi altra tecnologia innovativa – non può prescindere da una base di informatizzazione delle nostre Imprese, partendo proprio dalla gestione aziendale. Se vogliamo far fare un salto di qualità al tessuto economico italiano, dal punto di vista digitale, dobbiamo garantire a tutte le imprese innanzitutto la gestione automatizzata dei processi aziendali, amministrativi, produttivi, commerciali: su questa base potremo poi aggiungere nuove tecnologie più avanzate.
Da questo punto di vista, anche il Piano Transizione 4.0. che è parte integrante del Piano di Ripresa e di Resilienza europeo, non tiene sufficientemente conto della necessità di incentivare l’utilizzo di software gestionale nelle imprese. Infatti, mentre sull’investimento in software gestionale è riconosciuto solamente un 10% di credito d’imposta, per quanto riguarda i beni materiali, macchinari e hardware il credito d’imposta sale a un 40% o 50%. È evidente che bisogna quanto meno parificare gli incentivi sui software, rispetto all’incentivo già previsto per i macchinari e l’hardware.
In conclusione, appare quindi necessario e urgente:
- favorire investimenti in software aziendale di qualsiasi tipo (ERP, CRM, BI, ecc..) aumentando i costi deducibili (es. iper-ammortamento) e inserendo Crediti d’imposta significativi (almeno il 50%);
- prevedere la cessione del credito alle imprese fornitrici per abbassare la richiesta di liquidità;
- far crescere le competenze digitali in azienda con incentivi fiscali all’assunzione e decontribuzione di figure professionali dedicate al digitale;
- incentivare la formazione e la consulenza in ambito digitale.