L’Italia segua l’esempio di Dublino. Rilanciamo il Sud con i software
Il Presidente dell’associazione di categoria: “L’industria che sviluppa applicazioni gestionali può valere fino a 2 punti di Pil: con gli sgravi fiscali attraiamo miliardi di investimenti stranieri anche nel Mezzogiorno”
5 maggio 2024 – “Le potenzialità di crescita dell’industria dei software in Italia sono enormi, parliamo di una forchetta tra 1 e 2 punti di Pil entro i prossimi 5 anni, ma è altrettanto evidente che per liberare queste energie inespresse è necessario che si verifichino determinate condizioni e che tutti gli attori coinvolti, dalla politica al mondo delle imprese, acquisiscano consapevolezza dell’opportunità per il Paese“. Pierfrancesco Angeleri, il Presidente di AssoSoftware, l’associazione di Confindustria che raggruppa i produttori italiani di software, parla sull’abbrivio di numeri in costante miglioramento negli ultimi anni.
Inutile nasconderselo, l’emergenza Covid ha accelerato il processo di adozione e implementazione di tecnologie digitali e software gestionali. E nonostante altri fattori esogeni abbiano remato contro, dal rincaro del costo dell’energia fino ad arrivare all’inflazione e all’aumento dei tassi d’interesse, il settore continua a crescere a ritmi elevati. Gli studi più recenti dicono che nel 2022 il mondo dei software ha impiegato oltre 137.000 persone per un giro d’affari di 56,3 miliardi di euro, quasi il 10% in più rispetto all’anno prima. Spicca il comparto dei gestionali che da solo genera un fatturato di 22,4 miliardi di euro.
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