A pagina 50 della sezione Norme e Tributi del Sole 24 Ore in edicola oggi 22 aprile, è stato pubblicato un articolo, a firma del Presidente di Assosoftware Bonfiglio Mariotti.

Anagrafe nazionale ad alto rischio

Il progetto di Anagrafe nazionale era stato disegnato puntando a due modalità di aggiornamento in tempo reale della base dati: la cooperazione con i gestionali dei Comuni e un’applicazione online commissionata a Sogei. L’idea iniziale, chiara e vincente, era di alimentare una banca dati centrale in modo automatico e trasparente grazie all’interoperabilità con i sistemi gestionali dei Comuni, strumenti ben conosciuti e affidabili. Lo Stato avrebbe messo a disposizione un applicativo web basico per la consultazione e la manutenzione dei dati, che poteva essere un valido ausilio anche per i Comuni più piccoli, che non hanno bisogno di nuovi gestionali. Tuttavia, l’applicazione inizialmente pensata come aggiuntiva rispetto ai sistemi dei Comuni è diventata dapprima alternativa, e negli ultimi mesi punta addirittura a sostituire i gestionali comunali. È evidente che qualcosa ha fatto mutare la strategia iniziale dimenticando che la completezza degli applicativi demografici è frutto di un know-how trentennale radicato nelle persone che li usano e nelle aziende fornitrici, che non può essere trasferito tout court all’azienda di Stato senza rischiare un doloroso fallimento. Questo approccio ha portato Sogei a rincorrere i vari casi d’uso per completare la web application anziché progettare un’interfaccia con i gestionali semplice, leggera e funzionale. Di qui continue modifiche alle specifiche tecniche e ai requisiti e correzioni di anomalie, senza intravedere oggi un possibile termine dello sviluppo. Sembra di assistere a un film già visto dal titolo «Sistri 2» che, partito nel 2009, si proponeva di creare anch’esso una banca dati centrale a disposizione delle autorità, diventando invece un sistema gestionale sovrapposto a quello delle aziende, ingombrante e costoso, con il risultato che il Paese lo ha rigettato obbligando il Governo a istituire una nuova gara per un nuovo progetto, tuttora in corso. Quindi se non vogliamo che anche l’Anagrafe nazionale diventi l’ennesima incompiuta con spreco di denaro pubblico (almeno dieci volte superiore a quanto speso oggi dai Comuni), sarà meglio correre subito ai ripari, riportando il progetto all’obiettivo originale di creare l’Anagrafe nazionale della popolazione residente e non il nuovo gestionale dei Comuni. Per farlo basta mettersi a tavolino e concentrarsi sull’interoperabilità con i gestionali in uso: solo in questo modo potremo realizzare velocemente il progetto.

L’autore è presidente di Assosoftware
Bonfiglio Mariotti