Roma, 23 novembre 2021 – La ricerca “Il software gestionale in Italia: stato di maturità e leve per la crescita” a cura degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware, è stata presentata a Roma durante il convegno odierno al Capranichetta Hotel alla presenza dell’ on. Alessandro Morelli, Viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili che ha lanciato il nuovo paradigma Transizione 5.0 a supporto delle imprese manifatturiere e dei servizi.
La ricerca ha analizzato il gap esistente tra l’utilizzo ottimale dei software gestionali e lo stato attuale del mercato italiano evidenziando come, nonostante la dinamica crescente, le imprese e le pubbliche amministrazioni siano ancora lontane da una piena maturità di utilizzo delle soluzioni.
Cresce il fatturato delle software house produttrici di software gestionali attestandosi a 17,3 miliardi di euro nel 2020, più 16% rispetto ai 14,9 miliardi registrati nell’anno precedente (il comparto complessivo della produzione dei software e dei servizi a esso correlati ha raggiunto i 45,7 miliardi di euro, +17% rispetto ai 39,1 miliardi registrati nel 2019. Un dato realizzato soprattutto grazie al contributo di PMI e grandi imprese, che con 38,9 miliardi rappresentano oltre l’85% del settore a valore).
La misurazione dello stato di maturità nell’utilizzo del software gestionale dell’ecosistema imprese e PA è affidata a un indice sintetico che si basa su quattro dimensioni: la diffusione dei software, la loro integrazione volta alla digitalizzazione complessiva dei processi, la struttura organizzativa dedicata all’IT e al digitale, e l’impatto dei software sulle performance operative dei processi interessati. L’obiettivo di questo strumento è monitorare nei prossimi anni il contesto e identificare le leve d’azione necessarie per promuoverne l’evoluzione, sfruttando i software gestionali e le loro opportunità per la digitalizzazione come leva per la crescita economica del Paese.
In particolare, nell’ambito dell’indice di maturità sviluppato dalla ricerca, è possibile identificare un 9% di realtà avanzate all’’interno del campione, caratterizzato da un’adozione di soluzioni pressoché completa, integrata e supportata da un cambiamento organizzativo pervasivo. In questi casi, l’impatto sulle performance operative dei processi interessati risulta quasi raddoppiato rispetto alla media di mercato.
Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e AssoSoftware
COMUNICATO STAMPA
Il fatturato generato dai produttori di software gestionale tocca i 17,3 miliardi di euro nel 2020 (+16% rispetto al 2019), tuttavia la crescita del mercato e dei livelli di diffusione delle soluzioni non si traduce in una maggiore maturità di utilizzo.
Solo il 29% delle PMI e PA utilizzatrici ha integrato almeno in parte i software adottati per una digitalizzazione complessiva dei processi.
L’integrazione è una leva fondamentale per aumentare efficienza e produttività: lo evidenzia il 9% delle organizzazioni più avanzate secondo l’indice di maturità nell’utilizzo dei software gestionali prodotto dalla ricerca degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware.
Tra i benefici dei software gestionali risaltano la maggiore visibilità e trasparenza dei processi (riscontrato dal 77% del campione), l’aggiornamento in tempo reale (76%), l’agilità e la resilienza organizzativa, anche durante l’emergenza sanitaria (69%), la proattività di risposta ai cambiamenti del mercato (65%) e il supporto a una maggiore scalabilità del business (57%).
Milano, 23 novembre 2021 – In Italia, nel 2020, è cresciuto il fatturato della produzione dei software e dei servizi ad esso correlati, che ha raggiunto i 45,7 miliardi di euro (+17% rispetto ai 39,1 miliardi registrati nel 2019): un dato realizzato soprattutto grazie al contributo di PMI e grandi imprese, che con 38,9 miliardi rappresentano oltre l’85% del settore a valore.
Guardando esclusivamente alle software house produttrici di soluzioni nell’ambito dei software gestionali, la ricerca stima un fatturato di 17,3 miliardi di euro nel 2020, in crescita del +16% rispetto ai 14,9 miliardi registrati nell’anno precedente.
La ricerca “Il software gestionale in Italia: stato di maturità e leve per la crescita” a cura degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware, presentata durante il convegno del 23 novembre a Roma al Capranichetta Hotel, ha analizzato il gap esistente tra l’utilizzo ottimale dei software gestionali e lo stato attuale del mercato italiano. Nonostante la dinamica crescente, le imprese e le pubbliche amministrazioni sono ancora lontane da una piena maturità di utilizzo delle soluzioni.
In particolare, è stato prodotto un indice che sintetizza la maturità del nostro ecosistema in base a quattro dimensioni: la diffusione dei software, la loro integrazione volta alla digitalizzazione complessiva dei processi, la struttura organizzativa dedicata all’IT e al digitale, e l’impatto dei software sulle performance operative dei processi interessati. L’obiettivo di questo strumento è monitorare nei prossimi anni il contesto e identificare le leve d’azione necessarie per promuoverne l’evoluzione, sfruttando i software gestionali e le loro opportunità per la digitalizzazione come leva per la crescita economica del Paese.
“La pandemia ha evidenziato la centralità del software gestionale nella digitalizzazione dei processi. Nel 2020, le dinamiche del mercato mostrano infatti un settore in buona salute, nonostante la crisi sanitaria abbia generato impatti negativi sull’economia nel suo complesso” dichiara Alessandro Perego, Direttore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano “La Ricerca svolta in collaborazione con AssoSoftware evidenzia tuttavia un approccio ancora poco strutturato da parte di imprese e PA: a fronte di livelli piuttosto elevati di diffusione delle soluzioni, il loro utilizzo è ancora frammentato e puntuale, senza una vera e propria consapevolezza dei benefici ottenibili da un percorso più pervasivo di revisione delle modalità di lavoro.”.
La maturità nell’utilizzo dei software gestionali
La ricerca ha coinvolto 574 tra PMI e realtà della PA italiane[1], registrando una diffusione piuttosto elevata dei moduli gestionali, pur con alcune differenze a seconda della tipologia di software in questione.
Nonostante la crescente diffusione dei software gestionali, solo il 29% delle PMI e PA indagate ha integrato almeno uno dei software adottati, anche attraverso una suite in grado di rendere interoperabili i moduli applicativi per usufruire di dati e informazioni univoche e sempre aggiornate, nonché per adottare modalità di lavoro più efficienti e coordinate tra le diverse unità organizzative. La scelta di soluzioni gestionali stand-alone comporta al contrario una gestione a silos dei processi e riduce di conseguenza i benefici percepiti dalla digitalizzazione.
Il modulo più diffuso risulta essere quello legato alla Gestione amministrativa e contabile (presente nell’83% delle imprese), che rappresenta spesso il primo passo nell’adozione di soluzioni software e che ormai è piuttosto consolidato all’interno delle realtà italiane. Correlati alle attività contabili, seguono i software di Controllo di gestione (55%), un ambito di pianificazione e controllo caratterizzato da una forte componente analitica e dunque da una maggiore digitalizzazione.
I moduli gestionali legati ai processi core di back end, ovvero la Logistica e magazzino e l’Approvvigionamento e produzione, rappresentano rispettivamente soluzioni adottate dal 54% e dal 50% delle realtà intervistate. Seguono poi gli strumenti per la Gestione documentale e workflow (adottati dal 42% delle PMI), attività ancora caratterizzata nei casi più arretrati da una gestione cartacea oppure da una digitalizzazione destrutturata, con utilizzo massivo degli scambi via e-mail. Infine il CRM, usato dal 40% delle PMI, la cui diffusione limitata evidenzia uno scarso orientamento analitico alla gestione della relazione con il cliente e dei processi di vendita.
Tuttavia, la capacità di utilizzare in modo pervasivo i software adottati, modificando le modalità di lavoro in azienda, e di estenderne l’impatto attraverso l’integrazione delle applicazioni e dei processi dipende fortemente dallo strato organizzativo.
Le realtà indagate spesso non hanno le risorse organizzative necessarie per guidare questo cambiamento. Solo nel 51% delle PMI e PA intervistate esiste un personale dedicato anche all’Information Technology e alla digitalizzazione. Questo rappresenta mediamente il 10% dell’organizzazione complessiva ed è prevalentemente dedicato alla gestione sistemistica per garantire il corretto funzionamento dei sistemi informatici a supporto delle attività. Soprattutto nelle aziende più piccole, però, questo personale non è dedicato, in quanto si occupa anche di altre mansioni all’interno dell’organizzazione.
“Il freno principale verso un’adozione più estesa e interconnessa dei software gestionali è principalmente di natura culturale.” afferma Bonfiglio Mariotti, Presidente di AssoSoftware “Nelle PMI manca ancora la consapevolezza dell’importanza strategica di intraprendere un percorso di trasformazione digitale pervasivo in grado di rispondere alle diverse esigenze tattiche. Il problema però è anche politico, nessun governo ha finora prestato la dovuta attenzione agli strumenti informatici necessari per la gestione di qualsiasi attività economica, pubblica o privata: è fondamentale che le banche dati e le piattaforme di servizio pubbliche dialoghino in modo nativo con i software gestionali del mondo delle imprese. Le cosiddette API, i web service, le modalità standard di dialogo devono essere implementate dagli Enti pubblici e incentivate dal Governo. Creando in questo modo un ecosistema virtuoso e privo di colli di bottiglia o lungaggini per lo scambio di dati: l’invio alla PA di quanto richiesto e la restituzione alle imprese di ciò che è contenuto nelle banche dati pubbliche”.
La frammentazione delle applicazioni e dei processi limita oggi i benefici di efficienza ed efficacia in termini di performance operative derivanti dall’introduzione delle soluzioni rispetto al potenziale atteso e riscontrato nei casi di successo.
I benefici riscontrati nell’utilizzo di soluzioni gestionali e i casi di successo
Considerando un orizzonte di lungo termine, il campione di imprese e PA indagato dalla ricerca risulta estremamente concorde sull’importanza strategica di introdurre questo tipo di soluzioni. Queste realtà riscontrano infatti una serie di benefici fondamentali come la maggiore visibilità e trasparenza dei processi, su cui si ottiene un maggiore controllo (riscontrato dal 77% del campione) e aggiornamento in tempo reale (76%), nonché l’agilità e la resilienza organizzativa, ovvero la maggior continuità operativa durante l’emergenza sanitaria (69%), la proattività di risposta ai cambiamenti del mercato (65%) e il supporto a una maggiore scalabilità del business (57%).
In particolare, nell’ambito dell’indice di maturità sviluppato dalla ricerca, è possibile identificare un 9% di realtà avanzate all’’interno del campione, caratterizzato da un’adozione di soluzioni pressoché completa, integrata e supportata da un cambiamento organizzativo pervasivo. In questi casi, l’impatto sulle performance operative dei processi interessati risulta quasi raddoppiato rispetto alla media di mercato. Un terzo del campione è invece ancora all’inizio del percorso, registrando livelli di adozione limitati e integrazione pressoché assente, senza le risorse organizzative per gestire la digitalizzazione. In questi casi, l’impatto sulle performance operative dei software adottati è limitato o assente, disincentivando l’inizio di un percorso di cambiamento strutturato.
“Il software gestionale è il cuore della digitalizzazione dei processi di imprese e pubbliche amministrazioni, ma manca nel mercato della domanda la consapevolezza rispetto alle opportunità non solo di efficientamento, ma anche e soprattutto di incremento dell’efficacia e della competitività nel settore di riferimento” aggiunge Roberto Bellini, Direttore Generale AssoSoftware “I fornitori hanno un ruolo fondamentale nell’accompagnare i clienti in questo percorso, anche se è necessario che siano coadiuvati dall’interno con una visione strategica chiara e da interventi di sistema che incentivino l’adozione di soluzioni applicative. Il PNRR e l’estensione dei fondi per la transizione 4.0 sono una leva importante per il sistema paese”.
La ricerca ha evidenziato le criticità riscontrate nel percorso di maturazione in questo campo, tra cui la mancanza di personale IT in grado di gestire l’implementazione dei sistemi (nel 42% dei casi), la resistenza al cambiamento da parte degli utilizzatori finali (il 40%), che difficilmente abbandonano le modalità di lavoro esistenti per aprirsi al digitale, e l’elevata frammentazione delle soluzioni adottate (39%) che limita l’impatto della trasformazione.
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La School of Management del Politecnico di Milano, costituita nel 2003, accoglie le molteplici attività di ricerca, formazione e consulenza nel campo dell’economia, del management e dell’industrial engineering, che il Politecnico porta avanti attraverso le sue diverse strutture interne e consortili. La School of Management possiede la “Triple crown”, i tre accreditamenti più prestigiosi per le Business School a livello mondiale: EQUIS, ricevuto nel 2007, AMBA (Association of MBAs) nel 2013, e AACSB (Advance Collegiate Schools of Business, ottenuto nel 2021). Nel 2017 è la prima business school italiana a vedere riconosciuta la qualità dei propri corsi erogati in digital learning nei master Executive MBA attraverso la certificazione EOCCS (EFMD Online Course Certification System). Inserita nella classifica del Financial Times delle migliori Business School d’Europa dal 2009, oggi è in classifica con Executive MBA, Full-Time MBA, Master of Science in Management Engineering, Customised Executive programmes for business e Open Executive programmes for managers and professionals. Nel 2021 l’International Flex EMBA si posiziona tra i 10 migliori master al mondo nel Financial Times Online MBA Ranking. La Scuola è presente anche nei QS World University Rankings e nel Bloomberg Businessweek Ranking. La Scuola è membro di PRME (Principles for Responsible Management Education), Cladea (Latin American Council of Management Schools) e di QTEM (Quantitative Techniques for Economics & Management Masters Network).
Fanno parte della Scuola: il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano e MIP Graduate School of Business che, in particolare, si focalizza sulla formazione executive e sui programmi Master Le attività della School of Management legate all’Innovazione Digitale si articolano in Osservatori Digital Innovation, che fanno capo per le attività di ricerca al Dipartimento di Ingegneria Gestionale, e Formazione executive e programmi Master, erogati dal MIP.
Gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano nascono nel 1999 con l’obiettivo di fare cultura in tutti i principali ambiti di Innovazione Digitale. Oggi sono un punto di riferimento qualificato sull’Innovazione Digitale in Italia che integra attività di Ricerca, Comunicazione e Aggiornamento continuo. La Vision che guida gli Osservatori eÌ che l’Innovazione Digitale sia un fattore essenziale per lo sviluppo del Paese. La mission eÌ produrre e diffondere conoscenza sulle opportunità e gli impatti che le tecnologie digitali hanno su imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini, tramite modelli interpretativi basati su solide evidenze empiriche e spazi di confronto indipendenti, pre-competitivi e duraturi nel tempo, che aggregano la domanda e l’offerta di Innovazione Digitale in Italia.
Le attività sono svolte da un team di oltre 100 tra professori, ricercatori e analisti impegnati su più di 40 differenti Osservatori che affrontano i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle Imprese (anche PMI) e nella Pubblica Amministrazione: 5G & Beyond, Agenda Digitale, Artificial Intelligence, Big Data & Business Analytics, Blockchain & Distributed Ledger, Business Travel, Cloud Transformation, Cloud nella PA, Connected Car & Mobility, Contract Logistics “Gino Marchet”, Cybersecurity & Data Protection, Data Center, Design Thinking for Business, Digital B2b, Digital Content, Digital Identity, Digital Procurement, Digital Transformation Academy, Droni, eCommerce B2c, eGovernment, Export Digitale, Fintech & Insurtech, Food Sustainability, HR Innovation Practice, Innovative Payments, Innovazione Digitale in Sanità, Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali, Innovazione Digitale nel Pharma, Innovazione Digitale nel Retail, Innovazione Digitale nel Turismo, Innovazione Digitale nelle PMI, Internet Media, Internet of Things, Mobile B2c Strategy, Multicanalità, Omnichannel Customer Experience, Professionisti e Innovazione Digitale, Quantum Technologies, Smart AgriFood, Smart City, Smart Working, Smart Working nella PA, Space Economy, Startup Hi-tech, Startup Intelligence, Supply Chain Finance, Tech Company – Innovazione del Canale ICT, Transizione Industria 4.0.
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ASSOSOFTWARE
AssoSoftware, nata nel 1994, è l’Associazione nazionale, presieduta da Bonfiglio Mariotti, che riunisce, rappresenta e tutela gli interessi di oltre il 90% delle aziende dell’IT che realizzano software applicativo-gestionale per imprese, intermediari e PA.
Il comparto, che svolge un ruolo fondamentale per l’economia del Paese, vale 17,3 miliardi di euro e impiega circa 94.000 dipendenti.
AssoSoftware è socio diretto di Confindustria ed è presente su tutto il territorio nazionale con oltre 230 imprese associate e con una rete di migliaia di aziende distributrici. Le software house associate sono il punto di riferimento tecnico per tutti gli intermediari, dai commercialisti ai consulenti del lavoro, dalle Associazioni di categoria ai CAF e alle aziende di ogni genere, compresa la PA.
Attraverso il proprio Comitato Tecnico, AssoSoftware promuove e partecipa costantemente agli incontri con la PA, offrendo il proprio contributo di esperienza e conoscenza del mercato e dei processi aziendali. In oltre venticinque anni di attività, AssoSoftware ha contribuito a promuovere l’adozione di importanti innovazioni per dare impulso alla digitalizzazione e a un sistema più efficiente e moderno nelle relazioni tra PA, aziende e contribuenti. Tra i traguardi raggiunti: l’invio telematico delle dichiarazioni dei redditi e i versamenti unificati; l’Uniemens e l’unificazione con l’Inpdap (DMA) e l’Enpals; l’invio telematico delle Comunicazioni obbligatorie nei rapporti di lavoro; la realizzazione e la pubblicazione degli standard di fatturazione elettronica; il Processo Civile Telematico e il contributo alla definizione del Codice dell’Amministrazione Digitale.
Nel Forum telematico, tecnici, informatici e consulenti, suddivisi per gruppi di lavoro (Fisco, Ambiente, Lavoro, Giustizia, Agricoltura, Enti Locali, ecc.), dialogano ogni giorno per sciogliere i nodi interpretativi e applicativi delle norme, a vantaggio della stessa Amministrazione finanziaria, dei Ministeri, dell’Inps e in generale della PA.
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[1] Dal punto di vista settoriale, il campione è composto come segue: manifattura e costruzioni (27%), servizi a persone e imprese (23%), commercio all’ingrosso e al dettaglio (16%), Turismo e Hospitality (11%), trasporto e magazzinaggio (9%), utility (7%), attività finanziarie e assicurative (4%), PA e Sanità (3%)