“Delle prime 100 aziende americane 39 fanno software, in Europa sono 7, in Italia non ce ne sono” lo ha detto Pierfrancesco Angeleri, Presidente di AssoSoftware – l’associazione di Confindustria delle software house – ospite a RADAR, il format di approfondimento di Formiche TV che va in onda su Urania TV. “Si tratta di un dato che evidenzia il gap dell’Europa, e dell’Italia, rispetto a USA e Cina sullo sviluppo delle nuove tecnologie, in particolare sul software, che rappresenta una grande opportunità per il sistema produttivo. Stiamo parlando di un mercato che cresce tendenzialmente sempre a doppia cifra, molto di più del PIL di qualsiasi altro paese, e che crea posti di lavoro di qualità”.
L’India, ad esempio, è un Paese attrattivo per le multinazionali del software perché nel Paese ci sono quasi 5 milioni di sviluppatori – in Italia invece sono poco meno di 140 mila. “E questo non è dovuto al fatto che non ci siano università – ne abbiamo di eccellenti – e neppure perché mancano incentivi alla ricerca e sviluppo”, ha spiegato Angeleri.
“Il tema vero è che nonostante in Italia il mercato dell’IA stia crescendo – secondo gli Osservatori del Politecnico di Milano nel 2025 in Italia il giro d’affari ha toccato i 1,2 miliardi di euro con una crescita del +58% rispetto al 2023 – spesso manca la volontà da parte delle istituzioni di puntare con decisione sullo sviluppo di questo settore”.
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