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AssoSoftware in campo per il PNRR
47 Miliardi di euro per gli obiettivi sul digitale: un’occasione da non perdere.
Bonfiglio Mariotti, Presidente AssoSoftware
L’Unione Europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU (NGEU), un programma di portata e ambizione notevoli, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori; e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.
L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021- 2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto.
Il dispositivo RRF richiede agli Stati membri di presentare un pacchetto di investimenti e riforme: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Piano Italiano si articola in sei Missioni e 16 componenti; le sei Missioni sono: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.
Il PNRR è diviso in investimenti e riforme strutturali, scanditi anno per anno, dal 2021 al 2026, in obiettivi (milestones) e traguardi (target) sul raggiungimento dei quali l’Europa misurerà l’attuazione del Piano e quindi l’erogazione dei fondi.
La Transizione digitale è una delle priorità del NGEU e l’Italia ha dedicato una specifica missione alla digitalizzazione (Missione 1), ma gli obiettivi sul digitale sono presenti in tutte le missioni con numerosi interventi che complessivamente impiegano il 25% delle risorse disponibili per un totale di circa 47 Miliardi di euro.
Si tratta di una leva fondamentale, per la pubblica amministrazione e per il tessuto imprenditoriale, per accelerare lo sviluppo digitale del Paese nel contesto internazionale che ci vede ancora fanalino di coda in Europa (l’indice 2021 sul digitale europeo DESI, ci pone al 20° posto su 27 Paesi).
Per i produttori di software è un’occasione unica per essere protagonisti di questo percorso di innovazione e allo stesso tempo è una grande opportunità di business e di crescita industriale.
Per il successo dell’operazione servono però due ingredienti fondamentali: il primo favorire la partecipazione delle PMI e delle Microimprese, comprese le start-up, ai vari bandi del PNRR, evitando requisiti dimensionali; il secondo informare e formare le imprese del settore perché siano continuamente aggiornate sulle varie opportunità e pronte a dare il proprio contributo all’esecuzione dei vari progetti.
Su questi aspetti AssoSoftware rivendica il suo ruolo istituzionale di trait d’union tra le imprese e la governance del PNRR e garantisce il suo impegno quotidiano nella diffusione dei contenuti e nel monitoraggio delle attività.
NUOVE LINEE GUIDA AGID SUL DOCUMENTO INFORMATICO
OK per la PA, da rivedere l’applicazione per le imprese
Dal 1° gennaio 2022, è scattato per tutte le imprese, pubbliche e private, l’obbligo dell’utilizzo esclusivo e obbligatorio delle nuove Linee Guida per l’impiego dei sistemi di formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici, predisposte dall’AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale. Nate con l’obiettivo di semplificare la gestione complessiva dei diversi e numerosi decreti presidenziali, queste nuove Linee Guida aumentano, di fatto, in modo quasi esponenziale, il numero e la tipologia dei “metadati “necessari e richiesti per ottemperare sempre più ai principi di interoperabilità, trasparenza e conoscenza approfondita del contesto documentale.
La complessità delle attività, per procedere a una più completa e adeguata pianificazione degli interventi di natura contrattuale, organizzativa e procedurale necessari, ha richiesto, nei mesi scorsi, l’istituzione di un tavolo inter istituzionale per affrontare le difficoltà poste dagli operatori di mercato nell’applicare le nuove Linee Guida. Un Tavolo tecnico che, di fatto, non ha risolto le perplessità e le criticità che AssoSoftware ha ampiamente evidenziato.
L’adeguamento alla nuova struttura delle Linee Guida, soprattutto e in particolare per le piccole e medie imprese italiane, comporta importanti e costosi interventi sulle procedure software attualmente in uso.
AssoSoftware ha espresso il suo apprezzamento per la standardizzazione delle regole operative con cui realizzare il processo di creazione dei documenti informatici e della loro conservazione nell’ambito delle procedure utilizzate dagli uffici della Pubblica Amministrazione. Tuttavia, ha sottolineato con forza che la complessità e la numerosità dei software gestionali e dei processi documentali, attualmente utilizzati nel contesto Privato, rendono per le PMI, impossibile, se non con costi davvero insostenibili, intervenire, direttamente e nei tempi indicati, nella elaborazione e nella gestione dei documenti informatici così come richiesti dalle nuove Linee Guida.
Si tratta, oltretutto, di informazioni (i cd. “metadati”) pensate prevalentemente per i documenti trattati dalla Pubblica Amministrazione, che mal si prestano a descrivere i documenti nell’ambito privato, e di cui soprattutto non si percepiscono i benefici per le imprese. Queste ultime saranno infatti costrette ad aggiungere a ogni documento informatico, da inviare ai sistemi di conservazione, ben 18 “metadati”, mentre il precedente DPCM del 3 dicembre 2013 limitava solo a 5 l’obbligatorietà. Un’attività dispendiosa non solo per il tempo e le procedure necessarie al suo adempimento, ma anche economicamente onerosa, in quanto richiede interventi strutturali sui software gestionali attualmente in uso, e che potrebbe essere facilmente svolta da altri soggetti (provider e conservatori), evitando l’obbligo a carico delle imprese. Fermo poi restando che l’attività di “metadatazione” e la conservazione digitale dei documenti ai fini fiscali e civilistici avviene oramai da molti anni e senza particolari difficoltà, sia in termini di lettura sia di interoperabilità tra i vari sistemi.
AssoSoftware si è fatta quindi promotrice di un emendamento inserito nel D.L. “Milleproroghe” per rinviare l’attuazione dei “metadati” per le aziende del settore privato di almeno 12 mesi in attesa di definire, con le Associazioni di categoria, regole condivise ed effettivamente utili.