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E-Fattura obbligatoria, vantaggi per tutti
di Bonfiglio Mariotti, Presidente AssoSoftware
Il Natale appena trascorso ha portato sotto l’albero, come ogni anno, la nuova Legge di Bilancio dello Stato che regola le entrate e uscite pubbliche del 2018 e, come sempre, numerose leggi e nuovi obblighi per le imprese e i contribuenti italiani.
Una norma attesa e molto discussa in questi giorni riguarda l’obbligo di fattura elettronica nelle operazioni B2B e B2G a partire dal 1 gennaio 2019 e per alcune categorie già dal 1 luglio 2018.
La norma è stata presentata come “disposizione per il contrasto all’evasione fiscale” e alla stessa sono collegati diversi miliardi di euro di maggiori entrate ogni anno che dovrebbero ridurre il cosiddetto tax gap che, come è noto, ammonta a circa 35 miliardi di euro.
Nulla da dire quindi sull’importanza del provvedimento ai fini della “compliance fiscale” ma forse non si è detto abbastanza sui veri vantaggi che questa norma comporterà per imprese e professionisti.
Sono oramai noti da tempo i plus operativi che un’azienda acquisisce dalla digitalizzazione del documento fattura nel ciclo attivo in termini di risparmi di tempo, spazio fisico e costi materiali, il tutto è valutabile in diversi euro per singolo documento. Tuttavia, a mio avviso, sono nettamente più significativi i vantaggi per chi riceve la fattura elettronica e la utilizza per automatizzare il ciclo passivo. Non si tratta di un’operazione semplice, perché, come sanno gli addetti ai lavori, per la corretta codifica degli acquisti ai fini IVA, del bilancio e delle imposte dirette, non sempre sono sufficienti le informazioni presenti in fattura, ma passare anche semplicemente dall’imputazione manuale a un “automatismo controllato” fa ridurre di gran lunga i tempi di lavoro della contabilità e limita al minimo gli errori di digitazione, con grandi benefici nei successivi controlli. A questo proposito è significativo il contributo dato da AssoSoftware che ha sviluppato e reso pubblico uno standard di codifica delle fatture, condiviso da tutti i produttori di software gestionale, che permette di rendere più facile l’integrazione dei documenti nel ciclo passivo grazie a un set di informazioni aggiuntive che accompagnano i dati obbligatori. Tra i soggetti maggiormente interessati a questa innovazione ci sono i professionisti che elaborano le contabilità e gli adempimenti per conto delle imprese e che sono spesso intermediari nei confronti del Fisco. L’avvio della e-fattura comporterà per questi operatori sicuramente una riduzione delle attività di data entry e uno spostamento delle risorse sulla fase di controllo e verifica dei risultati. Spesso per le micro imprese saranno gli stessi professionisti a produrre la fattura elettronica e a inviarla telematicamente con le conseguenti attività di verifica e conservazione già note per la Fattura-PA. Senza dimenticare il ruolo fondamentale formativo e di indirizzo che il professionista avrà anche all’interno dell’azienda per avviare la fattura elettronica e accompagnare l’imprenditore verso la digitalizzazione dei processi. Per commercialisti e consulenti nasceranno quindi nuovi servizi a valore aggiunto mentre si ridurranno le attività tradizionali, spesso manuali, a basso rendimento. Questo non significa che spariranno l’IVA, il Bilancio e la Dichiarazione dei Redditi, con le relative attività e compensi, come qualcuno lamenta e lo stesso legislatore fa credere quando scrive che metterà a disposizione delle imprese semplificate e dei professionisti “…una bozza di dichiarazione annuale IVA e di dichiarazione dei redditi…”. Certamente invece cambierà il ruolo dell’intermediario da mero “esecutore” dell’adempimento a “controllore” dello stesso e, come tutti sanno, “controllare” qualcosa richiede maggiori competenze e capacità rispetto al semplice fare. Si tratta quindi di una rivoluzione innanzitutto culturale che investirà tutti, cittadini, professionisti e imprese, che farà crescere il Paese dal punto di vista economico e digitale solo se tutti saremo in grado di cogliere i veri vantaggi operativi dell’e-fattura, aldilà dell’adempimento previsto dall’obbligo di legge.
Ecco AssoInvoice, il tool di AssoSoftware per la visualizzazione della fattura elettronica
Con l’avvio della Fatturazione Elettronica obbligatoria dal 1 gennaio 2019 e, per alcune categorie dal 1 luglio 2018, assume ancora più valore il lavoro svolto da AssoSoftware per realizzare lo standard di codifica della Fattura XML, un arricchimento opzionale che aggiunge alle specifiche ministeriali alcune informazioni di carattere gestionale utili all’automazione del ciclo passivo. Oltre allo standard di codifica, AssoSoftware sta realizzando anche un software di visualizzazione della Fattura XML, chiamato AssoInvoice che sarà reso disponibile gratuitamente da marzo a tutto il mercato – imprese, professionisti e pubblica amministrazione. AssoInvoice sarà liberamente scaricabile dal sito di AssoSoftware ed essendo sviluppato con tecnologia java sarà installabile su un’ampia gamma di piattaforme client.
Il tool, grazie allo specifico foglio di stile appositamente realizzato da AssoSoftware, renderà più comprensibile e familiare il contenuto della fattura XML, e degli eventuali allegati presenti, con il plus dell’arricchimento portato dallo Standard.
Buone notizie per quelli che… “Internet non fa per me”
di Paolo Ghezzi, Direttore Generale di InfoCamere
Pensare di digitalizzare gli italiani senza digitalizzare le PMI è una “mission impossible”. Al contrario, mettere i piccoli imprenditori al centro di un progetto di coesione digitale guidato da una pubblica amministrazione “illuminata” e accompagnato dal contributo del mondo delle professioni – oggi tra i più digitalmente avanzati in Europa – è essenziale per portare l’Italia nel futuro.
La piccola imprenditorialità diffusa è la struttura portante della nostra società, come suggerisce il dato per cui un italiano su dieci è titolare o amministratore d’impresa; si potrebbe affermare che una famiglia su due ha un imprenditore “in casa”. Purtroppo, però, ancora oggi oltre cinque milioni di PMI rischiano di restare ai margini del campo di gioco della nuova economia digitale per difficoltà infrastrutturali (fra tutte, la possibilità di accedere alle reti veloci) e soprattutto per carenze di informazione sui vantaggi del digitale e su come ottenerli.
La buona notizia è che molti di questi vantaggi sono già facilmente accessibili a tutti, sebbene siano ancora troppo pochi gli imprenditori che conoscono e usano gli strumenti disponibili. Secondo un’indagine Unioncamere, solo una impresa su tre è sul web e per quattro piccoli imprenditori su dieci “Internet non serve”. Sull’altra sponda, un piccolo esercito di circa 30mila PMI (più digitalmente consapevoli) si sta impegnando per innovare dal basso il volto dell’imprenditoria italiana, mettendosi in rete per condividere risorse e know-how, oppure creando una startup innovativa. Ad accomunarle è la grande attenzione all’informazione su mercati, tecnologie, prodotti, partner, fornitori. Per questi imprenditori la metafora del successo sta nella convinzione che “Information is king” e che i Big Data sono le chiavi del regno.
Il malinteso che affligge le PMI ancora “al palo” è quello di credere che essendo “Big” i dati non siano fatti per loro; eppure, a trarre vantaggio da questi dati (opportunamente aggregati) potrebbero essere proprio le imprese più piccole, a cui servono informazioni più semplici e immediate. Parlando di risorse informative disponibili grazie a Internet, vanno certamente annoverati i registri digitalizzati delle Camere di commercio. Un asset facilmente utilizzabile da imprese e cittadini e che gli operatori del mercato e delle professioni possono ulteriormente valorizzare, per costruire quel tessuto di servizi digitali avanzati indispensabile a far crescere un’economia 4.0. Oltre ai dati del Registro delle imprese, oggi le Camere di commercio mettono a disposizione delle PMI un intero kit per diventare in poco tempo e facilmente “digitali”: firma digitale, PEC, sistema pubblico di pagamento, fatturazione elettronica, SPID, identità digitale.
A questi strumenti InfoCamere ha da poco aggiunto un nuovo servizio – impresa.italia.it – completamente gratuito e disponibile su smartphone e tablet per dare ai 10 milioni di italiani coinvolti in attività di impresa il pieno controllo “digitale” delle proprie informazioni.
Questo vero e proprio “cassetto digitale dell’imprenditore” consente di accedere in ogni momento ai documenti della propria azienda contenuti nel Registro delle imprese, seguire le pratiche verso lo sportello unico per le attività produttive, accedere al proprio fascicolo informatico d’impresa, ai dati sul diritto annuale e – prossimamente – a ulteriori dati e informazioni su specifiche caratteristiche delle imprese (come ad esempio le certificazioni ambientali) provenienti da altre Pubbliche amministrazioni. Senza contare la possibilità di individuare possibili “partner digitali” attraverso il database delle Startup e PMI innovative.
Ogni giorno gli imprenditori devono affrontare decisioni che possono determinare il successo della propria impresa e per questo motivo la disponibilità di informazioni aggiornate e certificate è essenziale per prendere decisioni migliori.
Istituzioni, associazioni, operatori del mercato, delle professioni e dei media: per portare l’Italia nel futuro è necessario che informazioni come queste arrivino ai 10 milioni di imprenditori che costruiscono ogni giorno la nostra economia. Verrebbe da dire “impresa.italia.it: passaparola”.
Vitivinicolo: buone annate per il digitale
Il ruolo chiave di AssoSoftware e delle software house
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I dati presenti nel SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) parlano chiaro: nell’anno trascorso gli adempimenti normativi specifici nel settore vitivinicolo sono stati oggetto di un forte processo di dematerializzazione. La spinta normativa verso la telematizzazione ha l’obiettivo di eliminare completamente l’utilizzo di documentazione cartacea negli adempimenti specifici a cui sono soggette le aziende.
Le aree più coinvolte nella digitalizzazione delle aziende Vitivinicole riguardano gli adempimenti nei confronti del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) e dell’Agenzia Dogane (area accise).
In ambito MIPAAF, per l’area di competenza dell’ICQRF (Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari), il Registro Telematico Vitivinicolo (partito definitivamente a luglio 2017) è solo il primo passo verso la completa dematerializzazione degli adempimenti cartacei in questa area.
Un ruolo importante lo assumeranno anche i vari Decreti attuativi, alcuni già emanati nel 2017, del Nuovo Testo Unico del Vino, Legge 12 dicembre 2016, n. 238.
Le novità operative più importanti del Registro Telematico Vitivinicolo riguardano:
- Registro telematico gestito nel SIAN (portale telematico del MIPAAF), con accesso al Sistema tramite apposite credenziali rilasciate dal Ministero
- si passa da un sistema di tenuta multipla e settoriale dei registri vitivinicoli a un sistema di comunicazione unica e centralizzata di tutte le movimentazioni dei prodotti vitivinicoli in azienda, con un Registro unico per ogni Stabilimento (codice ICQRF)
- il Registro telematico è compilato/trasmesso dall’azienda vitivinicola o dal delegato (anche il consulente/professionista)
- Chiusura automatica del registro (e relative Giacenze) da parte del SIAN, al 31/7 di ogni anno.
La comunicazione delle movimentazioni di Registro telematico avviene con due metodologie, tra di loro complementari:
- automatica, tramite il metodo dei ‘web-services’, con invio dei dati al SIAN direttamente dal Software Gestionale aziendale
- manuale, tramite l’imputazione e/o integrazione dei dati on-line, sul portale del SIAN.
Le aziende con la contabilità vitivinicola su Software Gestionale aziendale, che comunicano il registro telematico con la modalità ‘web-services’, possono comunicare i dati al SIAN entro 30 giorni successivi dalle movimentazioni stesse in azienda.
Nel nuovo scenario evolutivo è importante dotarsi di un Software Gestionale in grado di gestire in modo integrato le informazioni, per controllare e comunicare in automatico le movimentazioni dei prodotti vitivinicoli, in tutti i reparti e processi aziendali coinvolti (produttivi e distributivi).
Nella fase di avvio del nuovo Telematico SIAN sono emerse alcune criticità che hanno provocato un rallentamento del progetto.
AssoSoftware ha fatto da collettore delle varie problematiche e ha coordinato tutta l’attività di sperimentazione con numerosi momenti di confronto, sia interni all’Associazione, sia con i referenti Ministeriali e del SIAN.
Il ruolo delle software house e di AssoSoftware nel progetto di telematizzazione è stato ed è senz’altro decisivo per la sua riuscita e si può riassumere nella condivisione degli aspetti tecnici, nel contributo puntuale per la messa a punto e il miglioramento dell’intero Sistema telematico e nell’assistenza tecnica presso le aziende vitivinicole, che spesso si trasforma in consulenza rispetto all’adempimento stesso.
I prossimi adempimenti che verranno telematizzati dal MIPAAF:
- Documenti MVV: a oggi AssoSoftware dispone solo di una prima bozza di specifiche tecniche, sarà probabilmente previsto un sistema ‘parallelo’ al Registro Telematico Vitivinicolo, con una gestione on-line (SIAN) e la trasmissione tramite ‘web-services’
- Comunicazione con gli Organismi di Controllo (OdC): il sistema telematico SIAN dovrà incorporare le attuali comunicazioni agli Enti certificatori effettuate dalle aziende vitivinicole, con un colloquio diretto con i singoli Enti certificatori dei vini DOP/IGP
- Dichiarazioni annuali di produzione/vendemmia (Dichiarazioni vitivinicole – a oggi non si hanno ancora informazioni sull’evoluzione telematica di tale adempimento.
In ambito Agenzia Dogane, area accise, il processo di telematizzazione è iniziato fin dal 2009 con il Telematico Accise, l’anno successivo con il DAA Telematico.
Nel 2018 si vedrà una nuova spinta nel quadro della Digitalizzazione accise, con due importanti progetti:
- Automazione dei ‘Conti garanzie’ (ambito DAA elettronici): gestione telematica delle Garanzie di spedizione integrata nel sistema EMCS
- Progetto ‘Re.Te. – Registri telematici’ – progetto di telematizzazione completa dei Registri accise, che vede tuttora la tenuta dei registri cartacei in ‘parallelo’ al Telematico Accise.
Sono evoluzioni che seguono il paradigma, così nominato dall’Agenzia Dogane, ‘FULL DIGITAL & ONCE ONLY’: in entrambi i casi, per i Depositi di vino e per i Depositi fiscali, l’obiettivo dichiarato dell’Agenzia Dogane è la completa dismissione dei Registri cartacei.
I dati del settore
aziende che hanno richiesto l’accesso tramite cooperazione (web-service) 6.335
aziende con registri ufficiali con almeno un’operazione 14.894
registri ufficiali 17.769
pacchetti XML ricevuti dal 30.06.2017 2.726.724
pacchetti XML elaborati entro 15 minuti dalla trasmissione 2.325.153
operazioni registrate 20.709.998
vasi vinari registrati 464.664
anagrafiche registrate 641.314
Fonte: Sistema SIAN per i registri vitivinicoli.
L’informatica nell’ambiente: la filiera dei Rifiuti.
Rendere più compatibile l’economia con l’ambiente, proteggere la natura e salvaguardare la salute e la qualità della vita delle persone. Per raggiungere questi obiettivi l’Unione Europea ha sviluppato norme ambientali fra le più rigorose al mondo. Grazie ai risultati di una recente indagine sfatiamo subito un luogo comune sul nostro Paese: la situazione italiana per quanto riguarda recupero e riciclo dei rifiuti non è “devastante” come si è abituati a pensare. A fronte di una media europea del 46%, il nostro Paese riesce a posizionarsi al secondo posto tra i grandi, dopo la Germania, con il 49% di recupero e riciclo.
Ma come è strutturata la filiera dei rifiuti? I rifiuti possono essere classificati in base all’origine, in urbani e speciali; in base alle loro caratteristiche di pericolosità (D.lgs 152/06 art.184 c.1) in pericolosi e non pericolosi; in base al loro stato fisico in solido pulverulento, solido non pulverulento, fangoso palabile, liquido.
Chi li produce? In sintesi fabbriche, attività di servizio e, soprattutto, cittadini.
I Produttori rappresentano il primo anello della filiera al quale seguono tutti gli Operatori specializzati, che dei rifiuti ne fanno un business. Il quadro normativo è complesso, in continua evoluzione, e investe tutti gli aspetti legati alla gestione del ciclo dei rifiuti. Mentre i produttori sono obbligati solo al rispetto della normativa, ancorché complicata e quindi bisognosa di strumenti di gestione specifici, gli Operatori Business, e ancor più Utility e Multiutility, sono aziende complesse e molto verticali che necessitano di piattaforme gestionali sofisticate e molto estese, capaci di coniugare il rigore normativo con la indispensabile flessibilità gestionale propria di processi molto specifici, complessi ed eterogenei.
Specificità e complessità acuite da SISTRI, tentativo lodevole ma non riuscito di supportare con una soluzione trasversale i processi (tra l’altro non tutti) sottoposti a normativa del settore in cui operano soggetti eterogenei per attività svolta, per dimensione e per fatturato.
Italiano, si sa, è piccolo: la già citata indagine rileva che “tra i primi 10 operatori europei non ci sono aziende italiane e gran parte dei fatturati delle aziende europee più grandi è realizzato al di fuori del Paese di origine”.
La situazione sull’informatizzazione del settore è quindi molto variegata, con luci e ombre.
Accanto ad aziende che dispongono di piattaforme software complete e integrate ce ne sono altre, anche di dimensioni ragguardevoli, che hanno informatizzato la sola parte normativa: registri, formulari e MUD e gestiscono “a mano” tutto il resto. Spesso, nelle aziende di piccole dimensioni, è manuale anche la gestione normativa. L’estensione gestionale applicativa tipica di un’azienda che si occupa di rifiuti dipende dalla sua tipologia e dalla sua dimensione. Sovente sotto una unica ragione sociale, si ritrovano attività di servizio (raccolta e trasporto) e di produzione (selezione, trattamento, compostaggio) oltre a tutti i processi standard che esistono normalmente nelle aziende: dal CRM alla tenuta contabile, dal magazzino (molto particolare) alla contrattualistica, dalla gestione operativa all’automazione degli impianti, dalla gestione commerciale alla tariffa di igiene urbana. Tutto, ovviamente, con l’obbligo di formulari, registri e MUD. E, in più, il SISTRI.
In questi anni AssoSoftware e le aziende associate hanno offerto un’importante attività di studio e consulenza nel dialogo con le Istituzioni per ricondurre questo progetto alla sua vera missione: creare una Banca Dati centrale alimentata in modo integrato dai sistemi gestionali delle imprese. La parola passa al TAR – è stata rinviata a maggio 2018 l’udienza in cui avrà luogo la discussione in merito all’aggiudicazione della gara Consip per l’affidamento del progetto.
Con la finanziaria 2018 ci sono novità sulla conservazione digitale dei registri e sulla dematerializzazione della IV copia del formulario. L’emendamento inserito prevede anche il formato digitale, per la compilazione e tenuta del registro di carico e scarico e del formulario di trasporto, e la trasmissione della quarta copia dei formulari di trasporto via PEC.
Dopo il rallentamento causato dal SISTRI, in questo ultimo periodo assistiamo a una discreta accelerazione nello studio di nuove modalità operative, segno di un’aumentata criticità, con una rivisitazione dei sistemi di gestione e controllo e quindi dell’operatività con un rinnovato tasso di innovazione.
L’informatica non può che adeguarsi a questi nuovi modelli e, con obiettivi sinergici, mettere a disposizione tutte le sue risorse, anticipando e suggerendo nuovi paradigmi gestionali per il settore.