Il Vicepresidente di AssoSoftware Mario Pedrazzini, intervenendo oggi al XXII Convegno nazionale dell’Int (Istituto nazionale tributaristi) ha sottolineato che il digitale ha dato un decisivo contributo alle imprese, agli studi e alle persone nell’affrontare il nuovo contesto determinato da industria 4.0, fatturazione elettronica e pandemia.

La realtà produttiva nazionale è costituita al 99% da micro e da piccole imprese dietro le quali c’è sempre una presenza costante, quella dell’intermediario fiscale. Questa forte relazione professionale è una grande risorsa da valorizzare, perché un commercialista che sfrutta il digitale ha in sé la capacità di diventare egli stesso facilitatore della digitalizzazione delle micro e piccole imprese.

C’è infatti una relazione stretta tra l’adozione dei software e la crescita della produttività: lo evidenzia la ricerca 2022 promossa da AssoSoftware sull’adozione del software gestionale in Italia curata dagli Osservatori Digital Innovation del Polimi.

In particolare, l’aumento dell’Indice di maturità digitale si ottiene proprio grazie al maggior grado di integrazione tra i software.

Il rapporto del Polimi dimostra che ciò è vero per imprese e PA, per cui non c’è ragione perché non lo sia anche per uno studio professionale. Il digitale quando entra negli studi migliora l’organizzazione interna, dematerializzando processi analogici di produzione dei servizi e ottimizzando la relazione studio/azienda mediante un canale di collaborazione biunivoca favorita proprio dalle tecnologie digitali. Valgano per tutte l’esperienza fatta con la fatturazione elettronica e il potenziamento del canale telematico verso enti e agenzie della PA (INPS, AdE, Inail) per portare la ricchezza delle banche dati digitali pubbliche ad aziende e intermediari.

Finora il software ha dato un contributo decisivo alla affermazione del modello di business degli studi professionali ed è stato il sistema nervoso dell’organizzazione stessa dello studio. D’ora in avanti può essere il miglior alleato per favorire l’introduzione di contenuti innovativi e la trasformazione digitale del suo modo di erogare i servizi e di offrirne anche di nuovi. Esiste una reale capacità di trasformazione del digitale, ma occorrono le competenze.

Per queste due ragioni, AssoSoftware chiede al Legislatore di continuare a credere nel digitale estendendo il credito di imposta del 40% anche per prodotti software non ricompresi negli allegati A e B della legge 232/2016. Il successo di Industria 4.0 deve essere esteso anche a piccole imprese e studi professionali, che finora non hanno avuto sufficienti incentivi per l’acquisizione di nuovi software. Ed è altrettanto necessario sostenere anche la trasmissione di competenze digitali a chi opera nelle aziende e negli studi professionali, per sfruttare appieno le potenzialità delle nuove tecnologie; per questo urge mantenere una linea di finanziamento della formazione da affiancare alla introduzione di nuove soluzioni digitali.