I temi della settimana

GOVERNO, BONOMI: BENE SU EUROPA E INDUSTRIA AL CENTRO. URGENTI GLI INTERVENTI SULL’ENERGIA

“È un go­ver­no sto­ri­co, per la pri­ma vol­ta ab­bia­mo una don­na pre­si­den­te del Con­si­glio. A Gior­gia Me­lo­ni au­gu­ri da par­te mia e di Con­fin­du­stria” ha det­to il Pre­si­den­te Bo­no­mi in­ter­vi­sta­to poco dopo il giu­ra­men­to del nuo­vo ese­cu­ti­vo. Sul­le sfi­de che deve af­fron­ta­re ha ri­ba­di­to: “so­ste­ne­re l’in­du­stria ita­lia­na da­van­ti alla cri­si ener­ge­ti­ca non è una bat­ta­glia cor­po­ra­ti­va è un fat­to di in­te­res­se e si­cu­rez­za na­zio­na­le. Sen­za in­du­stria non c’è l’I­ta­lia. Il go­ver­no do­vrà in­ter­ve­ni­re ur­gen­te­men­te sul­l’e­ner­gia con mi­su­re con­giun­tu­ra­li e con in­ter­ven­ti di na­tu­ra strut­tu­ra­le: pa­ghia­mo de­cen­ni di scel­te scri­te­ria­te che il con­flit­to in cor­so ha acui­to”. Noi come pae­se, non aven­do ri­sor­se, le dob­bia­mo de­di­ca­re tut­te al­l’e­ner­gia – ha spie­ga­to Bo­no­mi – e quin­di ab­bia­mo la ne­ces­si­ta di met­te­re a ter­ra ve­lo­ce­men­te il Pnrr, che è l’u­ni­co stru­men­to che pos­sa spin­ge­re la cre­sci­ta ma che an­dreb­be ri­con­fi­gu­ra­to, an­che solo a li­vel­lo tem­po­ra­le. Ab­bia­mo ap­prez­za­to mol­to in­nan­zi­tut­to l’a­ver riaf­fer­ma­to la col­lo­ca­zio­ne in­ter­na­zio­na­le ita­lia­na, quin­di in Eu­ro­pa e atlan­ti­sta, e ab­bia­mo par­ti­co­lar­men­te ap­prez­za­to il fat­to che ab­bia mes­so al cen­tro an­che il tema del la­vo­ro a 360 gra­di, un tema sul qua­le il Pae­se nei pros­si­mi mesi deve fare del­le gran­di ri­fles­sio­ni”. Ha aggiunto Bo­no­mi, commentando il di­scor­so di in­se­dia­men­to del Pre­si­den­te del Con­si­glio, Gior­gia Me­lo­ni al tg1, da Bru­xel­les dove era in vi­sita per in­con­tra­re, sui temi dell’energia, una de­le­ga­zio­ne di eu­ro­de­pu­ta­ti ita­lia­ni, il com­mis­sa­rio al­l’e­co­no­mia Pao­lo Gen­ti­lo­ni e il vi­ce­pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne Ma­ros Se­f­co­vic. Il Pre­si­den­te Bo­no­mi era ac­com­pa­gna­to da Au­re­lio Re­gi­na, Ste­fan Pan e il di­ret­to­re ge­ne­ra­le Fran­ce­sca Ma­riot­ti.

LAVORO, BONOMI: MASSIMA DISPONIBILITA’ AL CONFRONTO. SERVE RIFORMA ORGANICA

“Ab­bia­mo bi­so­gno di un pac­chet­to or­ga­ni­co sui temi del la­vo­ro per­ché an­che nei mi­glio­ri anni del­la cre­sci­ta non sia­mo riu­sci­ti a su­pe­ra­re i 23 mi­lio­ni di oc­cu­pa­ti”. Così il pre­si­den­te di Con­fin­du­stria, Car­lo Bo­no­mi, in­ter­ve­nu­to alle as­sem­blee di Fe­der­chi­mi­ca e Con­fin­du­stria Alto Mi­la­ne­se, ha af­fer­ma­to che “il la­vo­ro è una del­le emer­gen­ze che il nuo­vo Ese­cu­ti­vo deve af­fron­ta­re su­bi­to, per­ché il ral­len­ta­men­to del­l’e­co­no­mia ci im­po­ne di in­ter­ve­ni­re con ur­gen­za an­che su que­sto tema, su cui ser­ve una ri­for­ma or­ga­ni­ca da fare tut­ti in­sie­me, af­fron­tan­do una se­ria leg­ge di rap­pre­sen­tan­za. Noi – ha ag­giun­to Bo­no­mi – ab­bia­mo de­fi­ni­to qua­li sono i cri­te­ri, ma sono fer­mi nei cas­set­ti dei Go­ver­ni dal 2014. Sono otto anni che aspet­tia­mo”. Per Bo­no­mi, il nuo­vo Go­ver­no “deve pre­pa­rar­si ad una se­rie di prov­ve­di­men­ti per in­nal­za­re la par­te­ci­pa­zio­ne al mer­ca­to del la­vo­ro, con­tro il man­ca­to ri­spet­to dei con­trat­ti na­zio­na­li e ri­for­man­do l’of­fer­ta for­ma­ti­va del­la scuo­la con più lau­ree pro­fes­sio­na­liz­zan­ti”. Il Pre­si­den­te ha rin­no­va­to la mas­si­ma di­spo­ni­bi­li­tà a con­fron­tar­si an­che sui temi fi­sca­li a pat­to che, an­che su que­sto ca­pi­to­lo, si in­ter­ven­ga con una de­le­ga or­ga­ni­ca: “non si può par­la­re solo di Ir­pef, bi­so­gna far­lo an­che per Irap e di Ires. Un’I­res che deve pre­mia­re le im­pre­se che manten­go­no gli uti­li in azien­da”.

LE NOTE DEL CSC: RISORSE E TEMPISTICHE DEL PNRR. A CHE PUNTO SIAMO

  • traguardi e gli obiettivi previsti sono finora stati tutti rispettati. Il Piano sta procedendo spedito come anche i pagamenti delle rate. Al nuovo governo rimarranno 26 condizioni da rispettare entro la fine dell’anno
  • La NaDEF ha evidenziato ritardi nella capacità di spesa da parte dello Stato. È stato speso meno di un terzo di quanto previsto nel 2020-2021 e sarà speso la metà di quanto previsto per il 2022. L’entità del rinvio è preoccupante perché le risorse arriveranno più tardi ai beneficiari finali delle misure. Tuttavia, potrebbe darsi che alcuni investimenti siano stati realizzati ma non ancora adeguatamente rendicontati sul sistema di monitoraggio e rendicontazione REGIS, specialmente per i progetti già in essere (ad esempio Transizione 4.0 e le misure di efficientamento energetico). Un’altra giustificazione potrebbe risiedere nel fatto che la programmazione originaria delle spese non fosse coerente e commisurata alle reali capacità di spesa della pubblica amministrazione.
  • La fattibilità economica degli investimenti e il rispetto delle tempistiche sono le due principali incertezze legate all’implementazione del PNRR. Un’implementazione inefficiente del Piano potrebbe ridurne considerevolmente l’impatto economico.
  • Nonostante gli interventi governativi, permangono gli stessi rischi di inizio anno legati all’attuazione del Piano. Tra questi, i rincari dell’energia, la carenza di alcuni materiali e le elevate differenze di performance tra le pubbliche amministrazioni incaricate di attuare il Piano.
  • Alcuni fattori favoriranno l’implementazione del Piano: nel 2023 molte opere saranno “cantierizzate”; sono stati istituiti lo sportello Capacity Italy e task force specifiche a supporto degli enti locali; gli snellimenti burocratici introdotti con le riforme del PNRR favoriranno un’accelerazione nella capacità di spesa.
  • Relativamente al rispetto delle tempistiche, il Regolamento del dispositivo Recovery and Resilience Facility prevede che in caso di un mancato raggiungimento di una condizione in maniera soddisfacente, la rata sia sospesa. Segue un dialogo con la Commissione, scandito da tempistiche rigorose fintanto che non si raggiungerà una soluzione. In caso di grave inadempimento, la Commissione può addirittura risolvere gli accordi e recuperare il prefinanziamento.
  • In caso di impossibilità parziale o totale a realizzare una condizione per “circostanze oggettive”, è previsto che si possa accordare una modifica con la Commissione. Tuttavia, esistono limiti e rischi, tra cui il fatto che durante la revisione, lo Stato dovrà continuare a conseguire gli obiettivi previsti dal Piano originario e che lo strumento anti-spread della BCE (Transmission Protection Instrument) potrebbe non essere attivabile.
  • Relativamente alle riforme, è difficile che si possano proporre modifiche nell’attuale fase congiunturale.

Leggi l’intervento di Bonomi in occasione del festival dell’ottimismo organizzato da il Foglio
 
Leggi La Nota dal Centro Studi di Confindustria Risorse e tempistiche del PNRR: A che punto siamo
 
https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/valutazione-delle-politiche-pubbliche/dettaglio/risorse-e-tempistiche-PNRR-a-che-punto-s