di Monica Rollandi Pa Digitale Spa (*) – Rubrica a cura di AssoSoftware
In questi mesi abbiamo sentito più volte rimarcare, da parte dei rappresentanti istituzionali che stanno portando avanti la digitalizzazione in Italia, l’importanza del principio «once only», il principio secondo il quale le pubbliche amministrazioni dovrebbero evitare di chiedere a cittadini e imprese informazioni già in precedenza fornite.
Un principio alla base della rivisitazione della progettazione ed erogazione dei servizi online, di fondamentale importanza e pienamente condivisibile.
Gradiremmo che questo principio oltre a essere applicato nel progetto dei servizi digitali verso la cittadinanza, fosse esteso a tutti i dati condivisi tra e con le pubbliche amministrazioni.
Il processo di cambiamento
In questi ultimi anni tutta la pubblica amministrazione è stata coinvolta in un pesante processo di cambiamento finalizzato a raggiungere una completa digitalizzazione dei processi e dei dati: tutti i soggetti pubblici sono stati chiamati infatti a mettere in atto dei cambiamenti finalizzati a rendere più efficiente la “macchina pubblica” e quindi, di riflesso, il sistema Italia.
Gli enti locali, e in particolare gli uffici finanziari, in questi ultimi due anni sono stati interessati da una vera e propria rivoluzione dettata anche dalla necessità di uniformare le regole della contabilità pubblica italiana al resto d’Europa. Si è introdotto quindi la contabilità “armonizzata” affiancando la contabilità economica a quella finanziaria, e altri strumenti finalizzati tra l’altro a semplificare le analisi e le valutazioni della spesa pubblica, tra questi la costituzione della Banca dati amministrazioni pubbliche (BDAP).
Trasmissione bilanci e dati contabili
Il Dm del Mef del 12 maggio 2016 ha introdotto una serie di obblighi contabili per Regioni, Province autonome, Comuni ed Enti strumentali, finalizzati alla trasmissione telematica dei bilanci e dei dati contabili alla BDAP. Obblighi caratterizzati da un aspetto fortemente innovativo, l’utilizzo del linguaggio XBRL, lo standard internazionale utilizzato per le comunicazioni di informazioni economiche e finanziarie e adottato già da diversi anni dalle Camere di commercio per l’invio di bilanci aziendali al Registro delle imprese. Un adempimento che ha creato, per gli enti, non pochi problemi dettati dalla complessità delle informazioni da trasmettere e dai pochi strumenti messi a disposizione dal Mef. Tali problemi hanno reso impossibile diagnosticare preventivamente i flussi dei dati e visualizzarne il contenuto prima dell’invio imponendo, invece, di attendere l’esito della trasmissione degli stessi ai fini della rilevazione di eventuali anomalie, con la conseguente necessità, nei casi più gravi, di riapprovazione dei prospetti da parte degli organi amministrativi. In ogni caso è un adempimento che ci vede pienamente favorevoli perché rappresenta uno strumento unico, omogeneo e razionale di rilevazione, misurazione e analisi dei dati finanziari ed economici della finanza pubblica.
Invio dei certificati del rendiconto
Detto questo, proprio auspicando l’applicazione del principio del «once only», tutto ci aspettavamo tranne la pubblicazione del recente decreto del 26 aprile 2017 del ministero dell’Interno (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n 103 del 5 maggio 2017) che prevede un ulteriore aggravio per gli enti locali che, entro il 31 maggio 2017, dovranno trasmettere online al ministero dell’Interno i certificati del rendiconto 2016 costituiti proprio dai dati elementari già trasmessi alla BDAP in formato XBRL. Trasmissioni, che peraltro dovranno seguire specifiche istruzioni sia per l’invio sia per la redazione del file in formato xml e che richiederanno un nuovo impegno per gli enti che dovranno assicurarne il preventivo controllo.
Una nuova ulteriore richiesta che poteva essere sicuramente evitata da parte del ministero dell’Interno, se non fosse che la norma lega l’erogazione delle sanzioni al mancato invio del certificato e non alla BDAP.
Confidiamo che in tempi più brevi possibili, il principio «once only» diventi realtà e non più solo pura filosofia così da evitare inutili aggravi alle pubbliche amministrazioni e alle software house che le accompagnano in questo processo di digitalizzazione e semplificazione fondamentale per la nostra bella e amata Italia.
(*) Comitato tecnico AssoSoftware
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