2022 - La terza edizione: “Il software gestionale in Italia: stato di maturità e leve per la crescita nelle PMI e nella PA”.
Nel 2021, le aziende che operano in Italia nell’ambito del software e dei servizi a esso correlati, hanno generato un fatturato di 51,3 miliardi di euro, in crescita del 14% rispetto a quanto registrato nel 2020. Le PMI e le grandi imprese rappresentano l’86% del mercato, per un totale di 44,2 miliardi di euro, mentre le microimprese arrivano a 7,1 miliardi.
Guardando esclusivamente alle software house in ambito software gestionale (comparto che conta oltre 133.000 dipendenti impiegati) queste hanno generato un fatturato complessivo di 19,9 miliardi di euro nel 2021, in crescita del 16% rispetto all’anno precedente.
Queste alcune delle evidenze emerse dalla ricerca “Il software gestionale in Italia: il percorso di trasformazione di PMI e PA” a cura degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware, presentata il 10 novembre 2022.
Cresce la consapevolezza dell’importanza del digitale, ma solo il 9% delle PMI e il 7% delle Pubbliche Amministrazioni intervistate possono definirsi “avanzate” secondo l’Indice di maturità nell’utilizzo dei software gestionali messo a punto dalla ricerca.
I benefici maggiormente riscontrati dalle PMI riguardano la capacità di prendere decisioni migliori perché più informate (76%), l’ottenimento di dati sempre aggiornati in tempo reale (74%), il controllo sulle performance di processo (72%) e la capacità di intervento in caso di anomalie e cambiamenti.
Analizzando la distribuzione dell’indice nella Pubblica Amministrazione, si osserva invece come solo il 7% del campione di enti locali analizzati può definirsi avanzato.
“La tecnologia è il primo passo per un cambiamento organizzativo più profondo: è necessario guardare ai software con un approccio strategico e integrato per ottenere flussi di lavoro più snelli e interconnessi, nonché supportare migliori decisioni grazie a dati corretti e sempre aggiornati” afferma Pierfrancesco Angeleri, Presidente di AssoSoftware. “La crescita dei dati di adozione dei software gestionali è incoraggiante ma il nostro tessuto di imprese e pubbliche amministrazioni deve ancora maturare, abbattendo i freni culturali e costruendo competenze digitali. I vantaggi derivanti dall’uso di software gestionali sono comunque tangibili, lo dimostrano chiaramente i dati sulle performance che crescono a fronte di un aumento dell’adozione e dell’integrazione dei software”.
“La consapevolezza sulla rilevanza strategica dei software è ormai radicata, in ambito pubblico e privato, pur con obiettivi diversi” aggiunge Piermassimo Colombo, Vicepresidente AssoSoftware. “Le PMI e le PA avanzate nel percorso di trasformazione sono ancora poche ma i casi di successo evidenziano benefici tangibili legati all’efficienza e all’efficacia dei processi. L’impatto potenziale di queste soluzioni sul sistema paese è significativo ma deve essere correttamente guidato. Enti e aziende dichiarano una mancanza di risorse finanziarie e competenze per poter accelerare: è necessario che tutto l’ecosistema, a partire dalle istituzioni fino agli attori del mercato, si muova in modo coordinato per favorire questo percorso, promuovendo piani di incentivazione e lavorando alla creazione delle competenze digitali nel Paese, ambito su cui l’Italia è particolarmente indietro rispetto al resto d’Europa”.
“La pandemia ha fatto maturare una nuova consapevolezza nel Paese sull’importanza del digitale per le imprese di ogni settore. L’adozione di strumenti digitali a supporto dei processi è cresciuta, anzitutto per una risposta tattica all’emergenza, che ha portato le applicazioni a proliferare in poco tempo” dichiara Marina Natalucci, Responsabile della ricerca sul software gestionale degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. “Questo è evidenziato dalla crescita del business riscontrata dai produttori di software, che caratterizza un settore in buona salute nonostante gli anni di crisi pandemica. La maturità di utilizzo da parte delle organizzazioni è lievemente cresciuta, dopo una prima adozione contingenziale. Aziende e PA hanno avviato un percorso di consolidamento della tecnologia. Manca ancora però un vero commitment organizzativo alla revisione delle modalità di lavoro e una chiara visione strategica sul digitale, che faccia leva anche sui software gestionali”.
2021 - La seconda edizione: “Il software gestionale in Italia: stato di maturità e leve per la crescita”.
L’edizione 2021 si focalizza sulla costruzione di un indice per valutare l’impatto dell’adozione degli ERP sulle performance dei processi aziendali e monitorare puntualmente il gap rispetto ai benefici tangibili offerti dalla digitalizzazione.
La ricerca coinvolge 574 tra PMI e realtà della PA italiane, registrando una diffusione piuttosto elevata dei moduli gestionali, pur con alcune differenze a seconda della tipologia di software in questione. Nonostante la crescente diffusione dei software gestionali, solo il 29% delle PMI e PA indagate ha integrato almeno uno dei software adottati, anche attraverso una suite in grado di rendere interoperabili i moduli applicativi per usufruire di dati e informazioni univoche e sempre aggiornate, nonché per adottare modalità di lavoro più efficienti e coordinate tra le diverse unità organizzative. La scelta di soluzioni gestionali stand-alone comporta al contrario una gestione a silos dei processi e riduce di conseguenza i benefici percepiti dalla digitalizzazione. Risulta evidente il gap esistente tra l’utilizzo ottimale dei software gestionali e lo stato attuale del mercato italiano. Malgrado la dinamica crescente, le imprese e le pubbliche amministrazioni sono ancora lontane da una piena maturità di utilizzo delle soluzioni.
L’integrazione è quindi una leva fondamentale per aumentare efficienza e produttività. Lo evidenzia il 9% delle organizzazioni più avanzate secondo l’indice che sintetizza la maturità del nostro ecosistema in base a quattro dimensioni: la diffusione dei software, la loro integrazione volta alla digitalizzazione complessiva dei processi, la struttura organizzativa dedicata all’IT e al digitale, e l’impatto dei software sulle performance operative dei processi interessati.
Tra i benefici dei software gestionali risaltano la maggiore visibilità e trasparenza dei processi (riscontrato dal 77% del campione), l’aggiornamento in tempo reale (76%), l’agilità e la resilienza organizzativa, anche durante l’emergenza sanitaria (69%), la proattività di risposta ai cambiamenti del mercato (65%) e il supporto a una maggiore scalabilità del business (57%).
Il software gestionale è il cuore della digitalizzazione dei processi di imprese e pubbliche amministrazioni, ma manca nel mercato della domanda la consapevolezza rispetto alle opportunità non solo di efficientamento, ma anche e soprattutto di incremento dell’efficacia e della competitività nel settore di riferimento. La ricerca infatti ha evidenziato le criticità riscontrate nel percorso di maturazione in questo campo, tra cui la mancanza di personale IT in grado di gestire l’implementazione dei sistemi (nel 42% dei casi), la resistenza al cambiamento da parte degli utilizzatori finali (il 40%), che difficilmente abbandonano le modalità di lavoro esistenti per aprirsi al digitale, e l’elevata frammentazione delle soluzioni adottate (39%) che limita l’impatto della trasformazione.
I fornitori hanno un ruolo fondamentale nell’accompagnare i clienti in questo percorso, anche se è necessario che siano coadiuvati dall’interno con una visione strategica chiara e da interventi di sistema che incentivino l’adozione di soluzioni applicative. Il PNRR e l’estensione dei fondi per la transizione 4.0 sono quindi una leva importante per il sistema paese.
I risultati della ricerca sono stati presentati, in anteprima, il 16 novembre 2021 in un evento in streaming e il 23 novembre a Roma nella sala Capranichetta in piazza Monte Citorio nel corso dell’evento: “Il ruolo del software gestionale nella transizione digitale. Conoscere per gestire.”
2020 - La prima edizione: “Il mercato dei software gestionali in Italia: opportunità per la digitalizzazione di imprese e Pubbliche Amministrazioni”
Il focus della prima edizione è sulla composizione dell’offerta del software gestionale in Italia, su come si caratterizzano le software house italiane in termini di dimensioni, impatto sul PIL, numero di occupati e diffusione sul territorio; qual è il loro contributo allo sviluppo digitale del Paese, quali sono le dinamiche di evoluzione dell’offerta, quali gli elementi di innovazione e i driver tecnologici.
Il report finale della prima rilevazione 2020 indica in 1.346 le software house con un’offerta di applicativi gestionali, che rappresentano un fatturato totale di 14,9 miliardi di euro. Sommando a questo il fatturato generato dalla relativa rete di vendita presa in analisi all’interno del censimento (0,9 miliardi), il valore totale generato è pari a 15,8 miliardi di euro. Si ha la conferma che sebbene sia un settore con dimensioni minori, se confrontato con altri comparti dell’economia italiana, è estremamente rilevante nel campo della digitalizzazione. Come spesso accade quando si quantifica la significatività dell’economia generata dal digitale, questo dato non tiene conto dell’importante impatto indiretto che queste aziende producono per il sistema paese. Infatti, le opportunità di digitalizzazione offerte dai software gestionali si rivolgono a tutti i comparti d’impresa e la loro adozione implica un miglioramento di efficacia ed efficienza dei processi con conseguenze anche dirette sul fatturato delle aziende utilizzatrici.
I risultati del 2020 permettono, per la prima volta, di scattare una fotografia super partes del comparto e del valore, in termini di fatturato, addetti, prodotti e servizi, numero e dimensione delle aziende, modelli di business, tecnologie adottate e grado di innovatività delle soluzioni proposte.
I risultati della ricerca sono stati presentati l’8 luglio 2020 in un evento in streaming.