I temi della settimana

BONOMI IN UCRAINA: FIRMATO MEMORANDUM OF UNDESTANDING PER LA RICOSTRUZIONE. DELEGAZIONE PERMANENTE DI CONFINDUSTRIA A KYIV

“Ab­bia­mo fir­ma­to un ac­cor­do con il Go­ver­no ucrai­no nel qua­le met­tia­mo a di­spo­si­zio­ne le no­stre filiere per la ri­co­stru­zio­ne, an­che con l’a­per­tu­ra di una de­le­ga­zio­ne per­ma­nen­te di Confindustria pres­so l’am­ba­scia­ta ita­lia­na a Kyiv. Vo­glia­mo aiu­ta­re le im­pre­se ita­lia­ne in que­sto percor­so di riav­vi­ci­na­men­to al­l’U­crai­na”. Così il Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria Car­lo Bo­no­mi, in­ter­vi­sta­to dal TG1 nel corso della sua visita in Ucrai­na, in cui ha in­con­tra­to il Pre­si­den­te Vo­lo­dy­myr Zelensky, il mi­ni­stro del­l’E­ner­gia Her­man Ha­lu­sh­chen­ko, il mi­ni­stro de­gli Este­ri Dmy­tro Ku­le­ba, il vice­mi­ni­stro del­l’E­co­no­mia de­le­ga­to al Com­mer­cio Este­ro Ta­ras Ka­ch­ka, il mi­ni­stro del­le Fi­nan­ze Ser­gii Mar­chen­ko.

“È un in­con­tro mol­to im­por­tan­te, per­ché solo con i va­lo­ri del­la li­ber­tà e del­la de­mo­cra­zia si può ave­re svi­lup­po eco­no­mi­co e so­cia­le”, ha detto il Pre­si­den­te. “Devo dire che a Kyiv sta ri­pren­den­do la vita, an­che se in 24 ore qui ab­bia­mo già avu­to due al­lar­mi ae­rei. Ne­gli oc­chi del­le per­so­ne si leg­ge la vo­glia di tor­na­re a vi­ve­re ma an­che la pau­ra. Come Con­fin­du­stria, ab­bia­mo cre­du­to fer­ma­men­te nel­la ne­ces­si­tà di que­sti in­con­tri con il go­ver­no u­crai­no – ha affermato Bo­no­mi – e per noi è mo­ti­vo di gran­de or­go­glio es­se­re la pri­ma as­so­cia­zio­ne in­du­stria­le ad aver espres­so l’im­pe­gno del­le no­stre mi­glia­ia di im­pre­se a so­ste­gno di que­sto po­po­lo”. L’iniziati­va è stata as­sun­ta d’in­te­sa con il go­ver­no ita­lia­no e in col­la­bo­ra­zio­ne con l’Am­ba­scia­ta d’Italia in Ucrai­na ed è in piena adesione ai punti concordati durante la recente visita del Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, del Presidente francese Emmanuel Macron e del Cancelliere tedesco Olaf Scholz. Infatti, Con­fin­du­stria so­stie­ne con for­za la ne­ces­si­tà che la UE con­ce­da all’Ucraina lo sta­tus di can­di­da­to al­l’in­gres­so nel­l’U­nio­ne e “fin­ché non si apri­ran­no le basi di una trattati­va, lo sfor­zo con­ver­gen­te di UE e NATO deve con­cen­trar­si nel­la di­fe­sa del­l’U­crai­na per la pace. La di­plo­ma­zia eco­no­mi­ca è una par­te im­por­tan­te del­l’a­zio­ne di­plo­ma­ti­ca e deve an­da­re in­sie­me a quel­la po­li­ti­ca per rag­giun­ge­re gli obiet­ti­vi che ci pre­fig­gia­mo, vale a dire co­strui­re un mon­do non ba­sa­to an­co­ra su gran­di bloc­chi con­trap­po­sti, come gli Sta­ti Uni­ti e la Cina con una Rus­sia an­cil­la­re, ma che in­clu­da e dia ac­ces­so alle com­mo­di­ties a tut­ti, spe­cie per un Pae­se tra­sfor­ma­to­re come l’I­ta­lia” – ha commentato Bonomi nel corso di un’intervista ad Avvenire, aggiungendo che “gli ita­lia­ni in Ucrai­na sono mol­to ap­prez­za­ti, il Pae­se ha ne­ces­si­tà di so­ste­ne­re l’e­co­no­mia da­van­ti a un crol­lo at­te­so del Pil di al­me­no il 40%. An­che per que­sto è im­por­tan­te che il Go­ver­no so­sten­ga la can­di­da­tu­ra del­l’U­crai­na al­l’in­gres­so nel­la Ue”. La si­tua­zio­ne eco­no­mi­ca in Ucraina è molto gra­ve: l’in­fla­zio­ne oggi è al 16%, a fine anno si pre­ve­de che ar­ri­vi al 25%. Il si­ste­ma ban­ca­rio fun­zio­na, ma le ban­che non sono in gra­do di ero­ga­re cre­di­to. Il bi­lan­cio del­lo Sta­to è in pesante cri­si e man­ca­no le ri­sor­se per fare in­ve­sti­men­ti. Per questo “è ur­gen­te ga­ran­ti­re un so­ste­gno fi­nan­zia­rio, poi­ché chi ver­rà a in­ve­sti­re in Ucrai­na non po­trà con­ta­re su ri­sor­se lo­ca­li” – ha detto il Pre­si­den­te Bo­no­mi in un colloquio con il Sole24Ore al termine della missione.

DI STEFANO: SERVE UNA POLITICA VERA, UN GOVERNO STABILE E UN’EUROPA PIU’ FORTE. AL VIA IL 51° CONVEGNO DEI GIOVANI IMPRENDITORI A RAPALLO

“Il lungo corso della pandemia, l’irrompere della guerra e della crisi energetica continuano a tenerci in una situazione di emergenza. E sappiamo bene che, in queste situazioni, è difficile guardare le cose con chiarezza e lucidità”. Così il Presidente dei Giovani Imprenditori Confindustria, Riccardo Di Stefano, a Rapallo nel suo intervento al 51° convegno nazionale dei Giovani Imprenditori i cui lavori si sono aperti con le note dell’Inno di Mameli, dell’Inno europeo e un video di David Sassoli. Il presidente dei Giovani ha lanciato un appello forte a rafforzare l’UE: “per l’Europa è l’ora di essere grande: nella ricerca della sua identità, di nuove regole democratiche che ne proteggano la potenza”. “Diventa quindi urgente e non derogabile proseguire nell’impegno di rafforzare l’Europa. L’Europa politica. L’Europa diplomatica. L’Europa industriale. L’Europa tecnologica. L’Europa energetica” – ha detto. “La crisi energetica richiede nuove e più forti alleanze: perché le nostre economie, quelle dei paesi democratici, devono continuare a essere allineate e in accordo. Oggi più di sempre. Si impone, così, una nuova stagione di accordi internazionali, in cui l’Unione Europea deve essere protagonista, asserendo con determinazione i propri interessi strategici, nel solco di un multilateralismo in crisi che va assolutamente rilanciato. Accordi che rafforzino il legame economico tra le due sponde dell’Atlantico”. In questo contesto sul fronte interno, “il governo non deve solo essere stabile ma deve dare anche risposte nette e puntuali”. C’è bisogno – ha spiegato Di Stefano – di un governo non solo stabile, ma in grado di convincere gli investitori internazionali e le agenzie di Rating della sua effettiva stabilità. Un governo che – fino al giorno delle elezioni – sia capace di garantire l’assenza di balletti, di do ut des e di concessioni a questo o a quel partito. Perché in un contesto critico servono risposte nette e puntuali. Noi non rappresentiamo un soggetto politico ma, come Giovani Imprenditori, abbiamo le idee chiare su quali possano essere alcune risposte” – ha sottolineato il leader degli under 40. “Per crescere e diventare migliori noi e l’Italia, non possiamo fare da soli. C’è bisogno della Politica, quella con la P maiuscola. C’è bisogno della sua visione, della sua incidenza, della sua mediazione, della sua lungimiranza”. Di Stefano ha poi rilanciato la proposta di “un taglio strutturale del cuneo fiscale contributivo da 16 miliardi di euro, che ridurrebbe i costi delle imprese aumentando il reddito dei lavoratori e il loro potere d’acquisto. Questa continua ad essere la strada maestra”. Il Presidente dei Giovani nelle sue tesi si è soffermato sul tema della politica industriale affermando che “per essere competitivi dobbiamo blindare e tutelare i settori trainanti. Se serve anche con i Golden power che, passata l’emergenza, dovranno essere ripensati in una chiave di maggiore proporzionalità. Non è possibile – ha osservato – che nel nostro paese manchi ancora, per esempio, un vero polo del lusso. Ricordiamo che il bello e ben fatto vale 135 miliardi di euro, come parte consistente delle esportazioni complessive dell’Italia, trasversale a tutti i principali comparti del Made in Italy. Un’area strategica e un patrimonio creativo che sono parte costitutiva della nostra identità, in Italia e fuori. Dobbiamo investire in tecnologia e digitalizzazione perché il futuro è già qui, e in Italia esistono eccellenze che hanno bisogno di essere sostenute e di produrre valore aggiunto Paese”.

MARCHESINI AL TAVOLO AUTO: SUBITO UN PIANO DI POLITICA INDUSTRIALE PER SUPPORTARE LA TRANSIZIONE DEL SETTORE

“È necessario adottare rapidamente un piano di politica industriale che supporti la transizione del settore e, anche se nel Consiglio europeo del 28 giugno – in cui gli Stati Membri dovranno esprimere la loro posizione sull’obiettivo fissato dal Parlamento sul pacchetto Fit for 55 che ha decretato lo stop ai motori endotermici dal 2035 – si dovessero attenuare i vincoli fissati dal Parlamento europeo, la filiera dovrà comunque affrontare un percorso di riconversione, altrimenti si allungherebbero soltanto i tempi della transizione e resterà la necessità di affrontare ingenti investimenti”. Così il Vice Presidente Maurizio Marchesini nel corso del suo intervento all’incontro sul settore auto convocato dal Ministero dello sviluppo economico, al quale hanno partecipato il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, il Ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, il Ministro dell’economia e finanze Daniele Franco, il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini ed il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando e a cui erano presenti anche ANFIA con tutte le Associazioni della filiera dell’automotive ed i appresentanti dei sindacati. Marchesini ha ricordato che il Piano dovrà affrontare tutti gli aspetti della transizione e dovrà avere un focus su tre principali ambiti: l’attività di ricerca e sviluppo, gli investimenti e la formazione, che rappresenta la chiave per garantire l’inclusione delle risorse umane attive nel settore. “Gli oltre 8 miliardi stanziati dal Governo rappresentano risorse importanti che, se orientate correttamente verso queste priorità e utilizzati attraverso strumenti coerenti con gli obiettivi da raggiungere, potranno dare un supporto concreto a tutta la filiera” – ha affermato.

CONGIUNTURA FLASH CSC: PIL 2° TRIMESTRE INCERTO PER CONFLITTO E RINCARI

“L’an­da­men­to del Pil ita­lia­no nel 2° tri­me­stre 2022 è mol­to in­cer­to, sin­te­si di di­na­mi­che con­tra­stan­ti: nel com­ples­so, ap­pa­re mol­to de­bo­le”. Così il Cen­tro Stu­di di Con­fin­du­stria nel­la Con­giun­tu­ra Flash di giu­gno 2022, se­con­do cui “pro­se­gue la guer­ra in Ucrai­na e con essa i rin­ca­ri del­le com­mo­di­ty e la scar­si­tà di ma­te­ria­li, con cui fan­no i con­ti le im­pre­se. Vi­ce­ver­sa, il calo dei con­ta­gi da Co­vid po­treb­be so­ste­ne­re tu­ri­smo e ser­vi­zi, ma l’in­fla­zio­ne fre­na i con­su­mi del­le fa­mi­glie”. Per il CSC, “l’in­du­stria re­si­ste, ma l’e­ner­gia è ca­ris­si­ma: il prez­zo del pe­tro­lio è bal­za­to a giu­gno a 126 dol­la­ri al ba­ri­le (da 113 a mag­gio), e il gas na­tu­ra­le in Eu­ro­pa è bru­sca­men­te vo­la­to ver­so 120 per il ta­glio al­l’of­fer­ta rus­sa. L’ex­port ita­lia­no re­sta in au­men­to in apri­le, so­ste­nu­to dal­la cre­sci­ta dei prez­zi. Nel­l’Eu­ro­zo­na c’è un’in­fla­zio­ne re­cord trai­na­ta dai rin­ca­ri ener­ge­ti­ci, che han­no col­pi­to in mi­su­ra dif­fe­ren­zia­ta i di­ver­si pae­si: meno in Fran­cia (+5,8%), più in Ita­lia (+6,8%), ai mas­si­mi in Ger­ma­nia e Spa­gna (+8,7% e +8,5%)”.