I temi della settimana

BONOMI AL CORRIERE: SERVE PATTO REDDITO-LAVORO. SALARIO MINIMO CONTRO I CONTRATTI PIRATA MA NON SCARDINI LA CONTRATTAZIONE

“Il salario minimo può essere una strada per garantire condizioni e paghe adeguate in quegli ambiti che oggi sono interessati da contratti pirata. Questo non è il caso dei contratti nazionali firmati da Confindustria, dove anche le qualifiche più basse prevedono cifre superiori ai 9 euro lordi l’ora previsti dal salario minimo. In quello dei metalmeccanici, per esempio, il terzo livello si attesta a 11 euro: il più alto di quelli nazionali della categoria”. Cosi Il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi è intervenuto in un’intervista al Corriere della sera, all’indomani dell’ approvazione delle Direttiva Ue sul salario minimo.
Rispetto all’ipotesi di fissare il salario minimo, il Presidente ha sottolineato la necessità che “la politica decida con responsabilità come attuarlo. La preoccupazione è che si scardini la contrattazione collettiva nazionale fissando il salario minimo al Tec (Trattamento economico complessivo). Non è l’obiettivo del salario minimo. Se applicato, va fatto in modo intelligente. La stessa proposta di direttiva – ha aggiunto – indica un livello fra il 40% e il 60% del salario mediano di ciascun Paese. Oggi possiamo costruire un modello in cui nessuno viene lasciato senza tutele: può esserci un primo livello di puro contrasto alla povertà, con il reddito di cittadinanza riformato; un secondo imperniato sul reddito minimo come definito dalla proposta di direttiva; un terzo basato sui minimi tabellari della contrattazione collettiva e un quarto livello, superiore, che integra gli altri elementi del Tec”, ha spiegato.
Bonomi ha ribadito la necessità di instaurare un confronto costruttivo tra il Governo e le parti sociali per condividere misure strutturali necessarie al Paese. Nella logica che non si possa andare avanti a bonus una tantum. Nel merito, ha ricordato la proposta sul taglio del cuneo fiscale sul lavoro da 16 miliardi concentrato sui redditi sotto i 35mila euro che darebbe ai lavoratori una mensilità in più, aumentando così il potere di acquisto delle famiglie. Infine, il Presidente ha scongiurato nuovamente una rincorsa fra prezzi e salari, auspicando anche un incontro tra Governo e parti sociali sulla politica dei redditi. Oggi più che mai è necessario un Patto sociale su cui anche i partiti dovrebbero convergere.

PMI, ASCOLTO. CORAGGIO. IMPRESA: IL 17 GIUGNO A BARI LE ASSISE DELLA PICCOLA INDUSTRIA

­“Biso­gna ri­por­ta­re le Pmi al cen­tro del­l’a­gen­da del Pae­se. Chie­dia­mo alla po­li­ti­ca di rac­co­glie­re le in­di­ca­zio­ni de­gli im­pren­di­to­ri che rap­pre­sen­ta­no la par­te più pro­dut­ti­va e sana del si­ste­ma. Tra un anno si an­drà alle ele­zio­ni, se Go­ver­no e Par­la­men­to riu­sci­ran­no a te­ne­re con­to del­le no­stre pro­po­ste, fa­cen­do­le di­ven­ta­re agen­da po­li­ti­ca, po­tre­mo su­pe­ra­re que­sta fase, al­tri­men­ti ri­schia­mo di ca­de­re in un im­mo­bi­li­smo che può es­se­re fa­ta­le per l’e­co­no­mia e l’in­du­stria ita­lia­na”. Così il pre­si­den­te di Pic­co­la In­du­stria Con­fin­du­stria, Gio­van­ni Ba­ro­ni, pre­sen­tan­do le As­si­se del­la PI, “Ascol­to. Co­rag­gio. Im­pre­se”, che si ter­ranno a Bari, pres­so il Tea­tro Kur­saal San­ta­lu­cia, ve­ner­dì 17 giu­gno alle ore 14.30. Pic­co­la In­du­stria ha de­ci­so di com­pie­re un per­cor­so di ascol­to, con­fron­to e con­di­vi­sio­ne del­la pro­pria base as­so­cia­ti­va che cul­mi­ne­rà pro­prio con l’ap­pun­ta­men­to di Bari, con lo sco­po di de­fi­ni­re un’a­gen­da di pro­po­ste per il raf­for­za­men­to del­le pic­co­le im­pre­se. L’e­ven­to di Bari è sta­to pre­ce­du­to da un per­cor­so di 9 tap­pe sul ter­ri­to­rio ita­lia­no e ha coin­vol­to at­ti­va­men­te ol­tre mil­le im­pren­di­to­ri. Il 17 giu­gno si ti­re­ran­no le fila dei di­bat­ti­ti della roadmap che sono sta­ti con­cen­tra­ti su 4 ma­croa­ree te­ma­ti­che: com­pe­ten­ze e ca­pi­ta­le uma­no; fi­nan­za e cre­sci­ta; nuo­va im­pre­sa tra di­gi­ta­le e fi­si­co; so­ste­ni­bi­li­tà e tran­si­zio­ne green. I la­vo­ri sa­ran­no aper­ti dal­l’in­ter­ven­to di Gio­van­ni Ba­ro­ni, Pre­si­den­te PI. Se­gui­rà l’in­ter­vi­sta ad Anna Gras­sel­li­no, Di­ret­tri­ce Su­per­con­duc­ting Quan­tum Ma­te­rials and Sy­stems al Fer­mi­lab di Chi­ca­go. È poi pre­vi­sto un dia­lo­go tra Gio­van­ni Bru­gno­li, Vp per il Ca­pi­ta­le Uma­no, e il Mi­ni­stro del­l’I­stru­zio­ne, Pa­tri­zio Bian­chi. Le con­clu­sio­ni sa­ran­no af­fi­da­te al Pre­si­den­te Car­lo Bo­no­mi.
L’evento vede Intesa Sanpaolo come Main Partner e sarà realizzato con il sostegno di 4.Manager, con la Partnership di Audi ed in collaborazione con Deloitte Private, Fondirigenti e Umana. Trenitalia sarà il Vettore Ufficiale, Il Sole 24 Ore e la rivista della Piccola Industria L’Imprenditore saranno Media Partner dell’iniziativa. Sponsor delle Assise anche Caradonna Logistics-Art Movers, Comunica.Live, Exprivia, Felicia, ICAM, La Lucente, Masmec, Promomedia e Quarta Caffè. L’iniziativa ha ricevuto il Patrocinio dell’Assessore al Turismo, Sviluppo e impresa turistica della Regione Puglia.

STIRPE AL MESSAGGERO: I SALARI POSSONO AUMENTARE SOLO SE CRESCE LA PRODUTTIVITA’

“Tagliare il cuneo fiscale di almeno 5 punti per riportarlo nella media europea. E per finanziarlo si potrebbero rimodulare i 900 miliardi di spesa pubblica. Siamo contrari a farlo in deficit anche perché, trovare l’1,6% sul totale della spesa pubblica – perché a tanto equivalgono i 16 mld che servono su 900 di spesa – non la vedo un’operazione difficile”. Così Maurizio Stirpe, Vice Presidente per il Lavoro e le Relazioni industriali in un’intervista al Messaggero. “Se le parti sociali facessero quello che ci siamo impegnati a fare con la contrattazione collettiva probabilmente non avremmo bisogno del salario minimo perché ci sarebbe una strumentazione che lo renderebbe superfluo. Fino a quando non si raggiungerà quell’obiettivo, il problema del salario minimo non sarà un tema che riguarda Confindustria perché i nostri contratti, almeno per quanto riguarda i minimi, sono ben al di sopra della soglia di 9€ lordi l’ora. Se si dovesse introdurre il salario minimo in Italia dovremmo avere anzitutto un criterio oggettivo di riferimento e una quota compresa tra il 40-60% del salario mediano riteniamo possa essere un criterio valido. Un altro aspetto da considerare è che il salario minimo non deve essere confuso con la retribuzione proporzionale prevista dall’art. 36 della Costituzione. Sono due cose distinte. Inoltre, laddove venisse introdotto dovrebbe riguardare tutti i settori, altrimenti sarebbe un modo indiretto per aggirare i contratti collettivi”. Per Stirpe esiste un problema di livello dei salari ma anche un problema di livello di produttività. “Il nostro Paese – ha proseguito il vicepresidente – è rimasto indietro, la produttività non è cresciuta. Il potere d’acquisto può crescere solamente a parità di costo del lavoro. E se cresce la produttività, possono crescere anche i salari, senza che aumenti il costo del lavoro”. E in merito al rialzo dell’inflazione, secondo Stirpe non si tratta di un problema di breve durata. Per questo era necessario fare qualche bonus in meno e qualche riforma strutturale in più, come un taglio deciso del cuneo fiscale. “Confindustria ha proposto un taglio del cuneo per 16 miliardi distribuito per due terzi sui lavoratori e per un terzo sulle imprese. In questo modo si metterebbe nelle tasche dei lavoratori, in via strutturale, almeno una mensilità in più”.