di Roberto Bellini (*) – Rubrica a cura di AssoSoftware
Poter pagare con mezzi elettronici il dovuto a una pubblica amministrazione a oggi è un diritto consolidato dall’impianto normativo grazie anche all’ultima riforma del Codice dell’amministrazione digitale (CAD) sancita dal Dlgs 26 agosto 2016 n. 179. Infatti proprio tale riforma ha eliminato il dubbio sul carattere facoltativo e imposto, invece, il chiaro obbligo per le Pa di organizzarsi affinché chiunque possa effettuare i pagamenti a esse dovuti per via digitale e remota.
Il legislatore ha definito anche precise indicazioni su come le Pa devono procedere: innanzitutto devono utilizzare obbligatoriamente la piattaforma tecnologica messa a disposizione dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), nota con il nome PagoPA, e poi, facoltativamente, anche eventuali altre forme di pagamento elettronico.
Il dialogo tra sistemi
In prima battuta tale obbligo, sancito dal comma 1 articolo 5 Dlgs 7 marzo 2005 n. 85 s.m.i., comporta per le Pa il vantaggio economico di non dover più sottoscrivere, e pagare, un accordo di servizio con ogni prestatore di servizio di pagamento elettronico e, al tempo stesso, il vantaggio per il cittadino di effettuare il pagamento elettronico con un prestatore di servizio di sua scelta. Ma dato che stiamo parlando di forme elettroniche di pagamento e quindi di sistemi informativi e informatici, il risultato a cui mira tale obbligo è quello di mettere in cooperazione il sistema dei pagamenti elettronici PagoPA con i sistemi di back-office dei soggetti che ricevono il denaro, le Pa, e coloro che si occupano della transazione, i prestatori di servizi di pagamento. Solo facendo “dialogare” i sistemi di tutti gli attori si ottiene il risultato ancor più importante, ossia quello di velocizzare e soprattutto migliorare la fase di riconciliazione e di rendicontazione per le Pa e, al tempo stesso, offrire servizi semplici e concreti ai cittadini.
Il partner tecnologico
Andando sul pratico, ogni Ente deve rivedere le proprie avvisature e i propri servizi online in modo tale che, se è previsto un pagamento questo avvenga attraverso PagoPA; quindi vanno collegati i “sistemi” di avvisatura e i servizi online con PagoPA. Inoltre, ogni Ente deve rendere più efficiente possibile il passaggio di informazioni tra i propri sistemi gestionali e PagoPA e viceversa, eliminando quasi totalmente l’intervento umano. Sarebbe infatti controproducente caricare di ulteriore attività gli operatori dell’Ente per immettere richieste di pagamento telematico nel pagoPA o inserire nel proprio back-office il risultato dei pagamenti ricevuti da PagoPA. Ecco quindi che è fondamentale la scelta di un partner tecnologico, cioè di un’azienda privata a cui affidare tutta l’attività tecnica di collegamento a pagoPA e al proprio back-office, o di un intermediario tecnologico, cioè di un soggetto pubblico che già aderisce a PagoPA e intende svolgere le attività di partner tecnologico anche per altri Enti; tale scelta deve essere anche comunicata ad AgID nella fase di adesione alla piattaforma. È bene inoltre tener conto che, per svolgere il ruolo di partner tecnologico, non è previsto alcun protocollo d’intesa o processo di accreditamento con AgID, come erroneamente palesano, per esempio, alcune recenti proposte di servizi a firma di Ancitel: gli unici soggetti che debbono aderire formalmente sono infatti le Pa e i Prestatori di servizi di pagamento.
Il portale delle adesioni
Nel mese di novembre 2016, AgID ha reso disponibile il cosiddetto Portale delle Adesioni (https://portal.pagopa.gov.it/pda-fa-portal/login), con il quale l’Ente è autonomo nello svolgere le già semplici attività di adesione: qui infatti nomina il proprio referente dei pagamenti, che avrà il compito di mantenere aggiornati e attivi i codici IBAN dell’Ente su cui dovranno arrivare i denari, e il proprio referente tecnico, cioè il referente del proprio partner tecnologico che si occuperà invece di gestire tutta l’attività di configurazione e attivazione dei servizi oltreché del collegamento fisico dell’Ente alla piattaforma pagoPA. Aderire quindi è molto più semplice e trasparente e ciò ha avuto il potere di rendere ancora più inutili le tante proposte onerose di consulenza e supporto giuridico-amministrativo all’adesione, e tra queste di nuovo quella a firma Ancitel. Spesso il mercato è pieno anche di proposte non coerenti con l’obiettivo di progetto e su questo gli Enti dovrebbero fare molta attenzione; l’adesione a pagoPA è un’opportunità per l’Ente e per i cittadini se realizzata nella sua interezza ma può trasformarsi in un ennesimo inutile adempimento, se priva dell’integrazione con la gestione quotidiana dell’Ente e quindi con il suo sistema informativo, oltreché in un vertiginoso aggravio dei costi.
(*) Direttore generale Assosoftware
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