Documento conclusivo indagine parlamentare su “Industria 4.0”

La X Commissione permanente (Attività produttive, commercio e turismo) della Camera dei deputati ha concluso l’indagine conoscitiva su “Industria 4.0: quale modello applicare al tessuto industriale italiano. Strumenti per favorire la digitalizzazione delle filiere industriali nazionali”, approvando il 30 giugno 2016 il documento conclusivo che si allega.

Il documento dà conto delle principali tematiche emerse nel corso delle audizioni, fornendo inoltre un’analisi del contesto economico europeo e nazionale, con l’approfondimento dei dati macroeconomici, dei settori industriali in declino e in crescita, nonché l’individuazione dei settori emergenti e la rilevazione dei dati sulla produttività e l’occupazione. Sono altresì esaminati i diversi aspetti di Industria 4.0 con particolare riferimento ai dati di contesto relativi alla definizione, all’inquadramento storico e ai risvolti sociali; al contesto tecnologico e alle principali tecnologie abilitanti (internet of things, cloud e cloud computing, additive manufacturing, cyber-security, big data, robotica avanzata, realtà aumentata, wearable technologies, sistemi cognitivi). Il documento approfondisce i processi produttivi, le strategie di mercato rese possibili dall’ICT che complessivamente hanno originato nuovi modelli di business quali l’economia circolare, la sharing economy, la maker economy. Il documento pone quindi un focus su alcuni settori già avviati all’utilizzo delle tecnologie 4.0 approfonditi nel corso delle audizioni: automotive, edilizia e settore farmaceutico e biomedico.

Sono stati approfonditi 14 programmi relativi alla digitalizzazione della manifattura avviati in Paesi europei ed extraeuropei più volte richiamati dai soggetti intervenuti in audizione, effettuando altresì un approfondimento dei progetti avviati in Italia.

Il capitolo finale del documento pone l’accento su una proposta di via italiana all’Industria 4.0, obiettivo prioritario individuato nel programma dell’indagine deliberata nel febbraio del 2016. Dopo un’analisi dei punti di forza e di debolezza del sistema industriale italiano in relazione alla sua digitalizzazione, nonché delle opportunità e dei rischi, derivanti dal contesto europeo e internazionale, che potrebbero favorire il modello Industria 4.0 ovvero frenarne lo sviluppo, si passa alle proposte operative per una strategia digitale italiana. Le questioni relative al tema dimensionale delle imprese, al dibattito sulle ricadute occupazionali che potrebbe avere il nuovo modello di industria e di business più volte richiamato dai diversi soggetti intervenuti in audizione e nei contributi scritti chiesti dalla Commissione ad ulteriori interlocutori (tra i quali Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici) costituiscono i paragrafi volti all’individuazione di proposte operative per una strategia digitale italiana.

Il documento presenta infine cinque pilastri sui quali costruire una strategia Industria 4.0.

Il primo pilastro riguarda la creazione di una governance per il sistema Paese, individua gli obiettivi da raggiungere e propone la costituzione di una Cabina di regia governativa.

Il secondo pilastro prevede la realizzazione delle infrastrutture abilitanti attraverso la realizzazione del piano banda ultralarga, lo sviluppo e la diffusione delle reti di connessione wireless di quinta generazione, delle reti elettriche intelligenti, dei DIH (Digital Innovation Hubs) e di una pubblica amministrazione digitale.

Il terzo pilastro prevede la progettazione di una formazione mirata alle competenze digitali. Sulla base delle indicazioni fornite nelle diverse audizioni, nel documento si distingue tra una formazione professionale di breve periodo rivolta prioritariamente a soggetti che non studiano e non lavorano, i cosiddetti NEET, o a personale impiegato in lavori in via di obsolescenza; una formazione che, nel medio periodo, potrà invece essere rivolta alle imprese con il coinvolgimento del middle management con possibile ed auspicate positive conseguenze sulla crescita dimensionale delle aziende. Nel lungo periodo sarà indispensabile infine una formazione scolastica e post scolastica che punti alla formazione di competenze digitali diffuse anche in tutti gli ambiti, compresi quelli delle scienze umane.

Il quarto pilastro è rappresentato dal rafforzamento della ricerca sia nell’ambito dell’autonomia universitaria sia in quello dei centri di ricerca internazionali.

L’open innovation è il quinto pilastro individuato nel documento conclusivo sul quale fondare una via italiana all’industria 4.0, basata su standard aperti e interoperabilità e su un sistema che favorisca il Made in Italy, sfruttando tutte le opportunità fornite dall’internet of things.