Approvata la legge delega sugli appalti pubblici
Il Senato ha approvato il 14 gennaio 2016 in via definitiva il disegno di legge A.S. 1678-B (Delega appalti pubblici), recante deleghe al Governo per l’attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
Si allega la legge approvata che ora viene trasmesso al Presidente della Repubblica per la promulgazione e, successivamente, sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
La legge, composta di un solo articolo, reca una delega al Governo per il recepimento di tre direttive che riordinano la normativa europea (il decreto legislativo di recepimento delle tre direttive dovrà essere emanato entro il 18 aprile 2016). E’ prevista la redazione di un nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni e la conseguente abrogazione delle attuali disposizioni (il relativo decreto legislativo di riordino dovrà essere emanato entro il 31 luglio 2016). E’ facoltà del Governo adottare un unico decreto legislativo: il tal caso il termine è fissato al 18 aprile 2016.
Tra i criteri della delega si citano: la razionalizzazione del quadro normativo a fini di semplificazione dei procedimenti; la trasparenza e pubblicità delle procedure di gara; la riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti; il contenimento dei tempi e la piena verificabilità dei flussi finanziari; la razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico privato; la revisione del sistema di qualificazione degli operatori economici; la razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto; il miglioramento delle condizioni di accesso, per le piccole e medie imprese e le imprese di nuova costituzione, al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni; l’individuazione di modalità volte a garantire i livelli minimi di concorrenzialità, trasparenza e parità di trattamento; la trasparenza nella eventuale partecipazione dei portatori qualificati di interessi ai processi decisionali finalizzati alla programmazione e all’aggiudicazione di appalti pubblici e concessioni.
Nella prima lettura in Senato sono stati introdotti ulteriori criteri direttivi: la sostituzione del criterio del massimo ribasso con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, anche nei servizi ad alta intensità di manodopera; la valorizzazione di esigenze di sostenibilità ambientale e di clausole sociali; la previsione di forme di dibattito pubblico nei territori interessati da opere infrastrutturali che hanno impatto sull’ambiente; la valorizzazione della fase progettuale e il contenimento delle varianti in corso d’opera; il rafforzamento dei poteri di vigilanza e indirizzo dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), che elaborerà contratti-tipo e bandi-tipo e istituirà un albo nazionale dei commissari di gara; l’istituzione, presso il Ministero delle infrastrutture, di un albo nazionale per il ruolo di responsabile dei lavori; l’affidamento delle concessioni mediante procedura ad evidenza pubblica, con una disciplina transitoria per le concessioni autostradali.
Numerose le modifiche introdotte alla Camera dei deputati, che ha ulteriormente precisato i criteri della delega, introducendo il coordinamento con le disposizioni in materia di tutela ambientale, il riferimento al costo del ciclo di vita nella valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, la previsione di specifiche tecniche per assicurare l’accessibilità delle persone con disabilità, la previsione di una disciplina ad hoc per i contratti di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria, la previsione di una specifica disciplina per i contratti segretati, l’individuazione dei contratti esclusi dall’ambito di applicazione delle direttive europee, la previsione di sanzioni in caso di omessa o tradiva denuncia all’ANAC di richieste estorsive e corruttive, la pubblicità di avvisi e bandi di gara esclusivamente con strumenti informatici, la previsione di sanzioni per le stazioni appaltanti che omettono o tardano a comunicare le varianti in corso d’opera, il richiamo al rispetto del referendum abrogativo del giugno 2011 per le concessioni del settore idrico, l’espresso superamento della legge obiettivo. La Camera, inoltre, ha ampliato il ricorso all’appalto integrato e le deroghe al principio di affidamento con gara ad evidenza pubblica: in materia di concessioni di lavori e servizi pubblici l’obbligo di affidamento con gara riguarda l’80 per cento, per il 20 per cento vi è la possibilità dell’affidamento in house.
Si conclude in tal modo la prima fase per il riordino complessivo della materia. Ora il Governo dovrà adottare i decreti legislativi o il decreto legislativo unico. A tal fine presso il Ministero dell’infrastrutture e dei trasporti è stata istituita una Commissione ministeriale, presieduta da Antonella Manzione (Capo del Dipartimento degli Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri) per la redazione degli schemi dei decreti legislativi e che successivamente saranno adottati dal Governo.
La legge approvata prevede all’articolo 1, comma 2, che nell’esercizio delle deleghe la Presidenza del Consiglio dei Ministri coordini, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e sentita l’ANAC, lo svolgimento delle consultazioni delle principali categorie di soggetti pubblici e privati destinatari della nuova normativa.
Con l’occasione si tramette il regolamento di esecuzione (UE) 2016/7 della Commissione del 5 gennaio 2016 che stabilisce il modello di formulario per il documento di gara unico europeo, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea L/3 del 6 gennaio 2016.
Il documento di gara unico europeo (DGUE) per gli appalti pubblici ha la finalità di ridurre e standardizzare gli adempimenti, in particolare, concernenti gli oneri amministrativi che gravano soprattutto sulle PMI e relativi alla documentazione da produrre per partecipare alle gare. Il DGUE dovrebbe realizzare una semplificazione sia per gli operatori economici che per le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori adottando un modello di formulario stabilito a livello europeo che sostituirà le differenti forme di autocertificazione nazionali.