Nel panorama internazionale delle trasmissioni telematiche fiscali, l’Italia è in pole position. Un traguardo raggiunto grazie all’obbligo introdotto nel 1999 dell’invio telematico delle dichiarazioni dei redditi ma anche con il contributo fondamentale degli intermediari e delle software house che forniscono le soluzioni applicative. Con questa innovazione l’Agenzia delle entrate ha potuto elaborare i dati ricevuti in modo molto più tempestivo, con effetti importanti sugli accertamenti e il recupero dell’evasione, risparmiando risorse grazie all’eliminazione del data entry dei centri di servizio. Purtroppo lo scenario è ben diverso sul fronte della Fatturazione elettronica. Se sul versante della pubblica amministrazione si sono raggiunti ottimi risultati, anche in questo caso grazie a un obbligo di legge, su quello B2B, invece, si registra un decollo stentato, nonostante gli incentivi ministeriali previsti dal dlgs127/2015. Sono solo 6 mila (dati forniti dall’Agenzia delle entrate), le imprese che, entro lo scorso 31 marzo, hanno scelto il regime opzionale che le dispensa dal nuovo Spesometro se inviano le fatture elettroniche al Sistema di interscambio.

C’è da chiedersi, quindi, quale possa essere la ricetta giusta per rilanciare la Fatturazione elettronica: servono nuovi incentivi o l’introduzione di un obbligo, magari graduale? Quale può essere il ruolo degli intermediari, e dei commercialisti in primis, per accompagnare le imprese nell’utilizzo delle nuove tecnologie e nell’innovazione dei processi aziendali?

Su queste domande si confronteranno esponenti del governo, dell’Agenzia delle entrate, dei commercialisti e delle software house, invitati alla tavola rotonda del 9 maggio organizzata da AssoSoftware a Roma, presso la Sala degli Atti parlamentari – Biblioteca del Senato «Giovanni Spadolini». Occorrono risposte concrete perché la partita della Fatturazione elettronica è strategica non solo per lo Stato, che spera di contrastare l’evasione fiscale, ma anche e soprattutto per le imprese che si aspettano di trovare nella digitalizzazione dei processi quelle economie di costi e un forte recupero di efficienza per competere al meglio nel mercato globale.

Proprio in questa prospettiva si pone il progetto dello «Standard di codifica per la Fatturazione elettronica» che AssoSoftware presenterà in occasione dell’evento: è un contributo originale e innovativo, uno strumento concreto, a disposizione di tutti gli attori del mercato, che consente il passaggio automatico delle fatture elettroniche da un software all’altro, senza intervento manuale. Nei processi amministrativi e gestionali, digitalizzare le informazioni e trasmetterle in un formato elaborabile apre nuove possibilità al trattamento dei dati. Tutto dipende dalla capacità di interpretarne correttamente il significato: se un fornitore invia a un cliente una fattura elettronica in cui è presente un prodotto codificato in base a un criterio non dichiarato, sarà impossibile per il cliente elaborarne correttamente le informazioni collegate e abbinarle alla propria codifica interna. Idem per quanto riguarda i codici Iva, gli sconti, le spese accessorie ecc.

Non basta, quindi, un tracciato unico per il trasporto delle informazioni per automatizzarne l’elaborazione: l’idea di fondo del progetto di AssoSoftware è quella di standardizzare una serie di informazioni aggiuntive a quelle già presenti nel tracciato fattura B2B dell’Agenzia delle entrate, da inserire nel corpo della fattura per arricchirne il contenuto base. Queste informazioni faranno riferimento a tabelle condivise tra tutte le software house per garantire la perfetta integrazione dei dati all’interno dei sistemi gestionali e rendere automatica la registrazione della fattura di acquisto ai fini gestionali, contabili e Iva. È il primo passo verso uno standard anche per gli altri documenti del ciclo dell’ordine, per rendere totalmente integrato l’interscambio di informazioni tra le aziende.

 

 

Il gruppo di lavoro coordinato da AssoSoftware pubblicherà a breve la versione 1.0 dello Standard al quale tutte le software house potranno aderire firmando un Protocollo di intesa che è già stato sottoscritto dai principali produttori di soluzioni gestionali che possono quindi offrirne i benefici alle oltre 300 mila imprese e agli intermediari loro clienti.

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