Pagina a cura di Fabio Giordano
La nuova comunicazione trimestrale dei dati della liquidazione periodica Iva, l’invio trimestrale delle fatture emesse e ricevute, i legami con il regime premiale e con la fatturazione elettronica B2B, gli aspetti tecnici della trasmissione telematica, il ruolo dello Sdi.
E poi ancora le novità normative e di modulistica del modello 730/2017 e degli Studi di settore, le specificità della dichiarazione annuale Iva 2017, con l’uscita da Unico del modello, ma non dei versamenti, e la soppressione della Comunicazione Iva, che porta con sé l’anticipo al 28 febbraio del termine di invio telematico della dichiarazione Iva stessa. Queste e molte altre le novità del secondo convegno annuale di aggiornamento professionale per le case di software, l’appuntamento specialistico organizzato da AssoSoftware dal titolo «Il punto sulle novità 2017: gli impatti sullo sviluppo del software fiscale, lavoro e gestionale», che si è tenuto il 30 novembre e il 1° dicembre, presso l’NH Hotel De La Gare di Bologna. In ambito lavoro sono poi state affrontate le problematiche legate alle novità contributive contenute nel Jobs act e nella legge di Bilancio 2016, l’impatto su Uniemens delle novità attese per il 2017, i nuovi contenuti e differimento dei termini di consegna della Cu 2017 al dipendente e/o al lavoratore autonomo rispetto al termine e di trasmissione telematica, confermato al 7 marzo. Relatori dell’evento gli stessi funzionari, dirigenti, tecnici ed esperti dell’Agenzia delle entrate, del ministero dello sviluppo economico, dell’Inps che si occupano, in prima persona, della predisposizione delle norme attuative, della modulistica, delle specifiche tecniche, delle procedure e dei portali dei diversi enti. Una specifica sessione, a cura degli esperti della Sts Deloitte, è stata infine dedicata all’approfondimento di alcuni aspetti operativi e gestionali della Patent box per le software house.
Di seguito una breve sintesi su uno degli argomenti più significativi, l’invio trimestrale dei dati di riepilogo delle fatture e della liquidazione periodica Iva, con cui dovremo confrontarci già a partire dai primi mesi del 2017.
Il doppio invio trimestrale dei dati di riepilogo delle fatture e della liquidazione periodica Iva. Scelte tecniche interessanti, ma ancora da affinare, quelle connesse alle diverse tipologie di trasmissione telematica in ambito Iva che, per obbligo o per facoltà, ci attendono dal prossimo anno.
Per inquadrare in modo schematico le diverse problematiche occorre distinguere:
– l’invio trimestrale dei dati di riepilogo delle fatture attive e passive registrate sui registri Iva, da effettuarsi per obbligo ai sensi dell’art. 4, comma 1, del dl 193/2016 ovvero in alternativa per facoltà, ai sensi dell’art. 1, comma 3, del dlgs 127/2015, in caso di opzione per il regime premiale (specifiche tecniche contenute nel provvedimento dell’Ade n. 182070, del 28 ottobre 2016);
– l’invio trimestrale dei dati delle liquidazioni periodiche Iva, da effettuarsi per obbligo ai sensi dell’art. 4, comma 2, del dl 193/2016 (specifiche tecniche ancora da definire);
– l’invio completo delle fatture attive emesse, ancorché non ancora registrate sui registri Iva, da effettuarsi per facoltà ai sensi dell’art. 1, comma 2, del decreto 127/2015, in caso di opzione per la fatturazione elettronica B2B nei confronti dei clienti che accolgono tale tipologia di fatture (specifiche tecniche FatturaPa, aggiornate alla versione 1.2, in vigore dal 9/1/2017).
Stante che poco si può dire al momento sull’invio dei dati delle liquidazioni periodiche Iva, in assenza di informazioni di dettaglio non ancora fornite dall’Ade, né sull’invio delle fatture B2B, dato che l’adozione delle modalità FatturaPa/B2B rende questo adempimento di fatto già chiaro e con poche incognite, le maggiori criticità si concentrano sull’invio trimestrale dei dati di riepilogo delle fatture.
In particolare due sono le problematiche che i tecnici delle società associate ad AssoSoftware hanno sollevato, sulle quali è stato richiesto un approfondimento all’Ade e alla Sogei e sulle quali sono state formulate specifiche ipotesi di modifica:
1) rendere il file Xml multifattura. Pur apprezzando la logica di derivazione dei dati fattura dal tracciato Xml della FatturaPa/B2B, che semplifica la costruzione del file, è innegabile che la gestione massiva di tanti files Xml quante sono le fatture attive e passive da trasmettere complica notevolmente tutte le fasi di costruzione, controllo, trasmissione dei dati, e soprattutto di elaborazione delle ricevute, che verrebbero prodotte una per ciascuna fattura (non sarebbe neppure immaginabile poi stamparle).
Sarebbe quindi opportuno rendere il file Xml multifattura (con più blocchi Dte e Dtf), con la possibilità di creare un unico file per l’intera azienda (più files solo nel caso di grandi quantitativi di fatture). Chiaramente adottando questa nuova logica dovrebbe essere modificata l’impostazione del processo di rettifica/annullamento delle singole fatture, per poter identificare ciascun documento all’interno del file, tuttavia i benefici appaiono comunque evidenti;
2) introdurre i dati dell’azienda, dell’intermediario e dell’impegno a trasmettere. L’attuale struttura Xml è contraddistinta dell’assenza del contenitore azienda, trattandosi di un invio indistinto di fatture, anche relative ad aziende diverse, in cui il soggetto obbligato viene desunto fattura per fattura esclusivamente dai dati anagrafici del cliente o fornitore contenuti all’interno della fattura stessa. Non sono neppure previsti i dati dell’intermediario fiscale che invia il flusso per conto delle aziende, assumendosene la responsabilità con apposito impegno. Con conseguenti difficoltà a individuare le diverse responsabilità in caso di problemi di qualsiasi natura che dovessero sorgere.
Sarebbe quindi opportuno aggiungere nella struttura Xml i dati relativi all’azienda (il soggetto obbligato), il codice fiscale dell’intermediario fiscale e la data dell’impegno a trasmettere, dati che nella struttura Entratel sono tutti contenuti nel record B, per qualsiasi tipologia di invio.
In altre parole manca nell’attuale struttura Xml tutta la logica del record B che identifica i ruoli delle parti e che a nostro avviso è irrinunciabile.
Aziende a confronto sulle
opportunità offerte dal Patent box
Nell’ambito del Convegno AssoSoftware uno spazio importante ha avuto la sessione «Patent Box per le Software House aspetti operativi e gestionali», a cura dello Sts Deloitte, dedicata all’approfondimento di alcuni aspetti operativi e gestionali del Patent Box per le software house. Particolarmente efficaci gli interventi di Luca Miele (dottore commercialista, Of Counsel Sts Deloitte) e di Giuseppe Lagrutta (dottore commercialista, partner Sts Deloitte).
Quello contenuto nel Patent box è un pacchetto di norme fiscali molto interessante per quelle aziende che, generando innovazione per il sistema paese, producono il proprio reddito, tutto o in parte, grazie all’utilizzo «di opere dell’ingegno, di brevetti industriali, di marchi, di disegni e modelli, nonché di processi, formule e informazioni relativi a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili».
Un pacchetto di norme che ha due scopi diversi e ben dichiarati: da un lato quello di prevenire che il reddito derivante dallo sfruttamento di beni immateriali, che per sua natura è di difficile collocazione geografica, possa venire delocalizzato, mediante complesse strutture organizzative, dai paesi da dove viene effettivamente creato verso paesi caratterizzati da una fiscalità agevolata; dall’altro lato, quello di rendere il mercato italiano maggiormente attrattivo per gli investimenti nazionali ed esteri di lungo termine, con benefici effetti per la base imponibile italiana. In tal modo si è ritenuto di poter incentivare la ricollocazione in Italia dei beni immateriali attualmente detenuti all’estero da imprese italiane o estere e di evitarne, viceversa, la collocazione all’estero e di favorire l’investimento in attività di ricerca e sviluppo.
Rimanendo in ambito software house, tra i soggetti beneficiari che possono optare per il regime agevolato vi sono tutti i soggetti titolari di reddito di impresa che esercitino determinate le attività di ricerca e sviluppo, tra cui l’ideazione e la realizzazione del software protetto da copyright. In questo caso, non sussistendo, di regola, le condizioni previste dall’articolo 4, comma 3, del decreto del ministero dello sviluppo economico del 30 luglio 2015, per le software house che realizzano e non utilizzano direttamente il proprio software (che non controllano altri soggetti, né ne sono controllate) non occorre l’avvio della procedura di Ruling, prevista invece in altri casi.
Sul punto è interessante, quanto condivisibile, la posizione degli esperti i quali hanno spiegato che in questi mesi molte aziende hanno inutilmente avviato istanze di Ruling, ancorché non ve ne fosse la necessità, né tantomeno i requisiti per farlo, quasi sempre non ottenendo alcuna risposta dall’Ade che giustamente ha risposto nei soli casi in cui il Ruling era richiesto per legge. Infine, deve essere ricordato che l’Agenzia delle entrate, i primi di agosto, ha risposto con consulenza giuridica n. 954-17/2016 all’istanza presentata da AssoSoftware in data 09/03/2016 chiarendo quasi tutti i dubbi che erano emersi in capo agli associati.
Nuovi ingressi
Sono entrate a far parte di AssoSoftware le seguenti aziende: Infotel srl (www.telematicoaccise.it), Gbsoftware spa (www.softwaregb.it)