di Bonfiglio Mariotti (*) – Rubrica a cura di AssoSoftware
La prima era il «centralismo» con cui era stato disegnato il passaggio alla banca dati unica che prevedeva l’eliminazione delle anagrafi locali e la sostituzione dei gestionali dei Comuni con la web application di Sogei; la seconda la mancanza di un sostegno economico ai Comuni e alle software house in un’attività così complessa e strategica. I due punti erano stati più volte sollevati nei confronti delle istituzioni preposte senza ricevere riscontro o addirittura sollevando al contrario reazioni negative, quasi minacciose, che andavano nella direzione dell’imposizione delle ragioni di Stato.
Mi duole ricordare che anche tra i rappresentanti delle imprese alcuni sostenevano la necessità di abbandonare le giuste rimostranze per allinearsi alle strategie ministeriali e solo la tenacia e caparbietà di Assosoftware ha permesso di mantenere sempre viva la speranza nelle imprese di rilanciare il progetto in un modo diverso.
Ostacoli rimossi
Fortunatamente, come spesso si dice, «il tempo è galantuomo» e dopo due anni di assoluta paralisi nell’avanzamento del progetto (sono solo una ventina i Comuni finora subentrati ad Anpr), ora possiamo dire di aver finalmente rimosso quegli ostacoli che avevano compromesso fortemente il successo dell’operazione.
È notizia di questi giorni la pubblicazione del decreto della Funzione Pubblica che mette a disposizione dei Comuni fondi dedicati al subentro all’Anagrafe nazione della popolazione residente (Anpr), si tratta di 14,4 milioni di euro da ripartire tra tutti i Comuni, in base a classi demografiche, che subentreranno ad Anpr entro il 31 dicembre 2018. Fondi che potranno essere utilizzati per l’acquisizione di software, consulenze e competenze utili al passaggio all’Anagrafe nazionale. Si tratta di una svolta, a mio avviso determinante, che sbloccherà la situazione di impasse che si è venuta a creare per mancanza di risorse, soprattutto nei Comuni medio piccoli che già soffrono per problemi di bilancio.
Le novità
Parallelamente il nuovo Piano triennale per la Pa e le modifiche all’articolo 62 del Cad, presenti nello schema di decreto in consultazione pubblica, prevedono lo «sdoganamento» della base dati locale, a pieno titolo utilizzabile per i servizi da erogare al Comune e l’uso delle API come modalità primaria per interoperare tra il gestionale comunale e i servizi di Anpr.
Il merito del cambio di direzione nel progetto oltre che ad Assosoftware, che fin dall’inizio ne è stata paladina, va senz’altro al Team Digitale di Diego Piacentini, che ha cambiato l’approccio pubblico nell’attuazione dell’Agenda Digitale, facendo del dialogo con le software house e dell’interoperabilità con i software privati l’elemento fondante per rilanciare la digitalizzazione nella Pa, da tempo arenata tra rigidità burocratiche e mancanza di risorse.
C’è da sperare che le nuove iniziative su Anpr diventino una best practice anche per altri progetti pubblici sul fronte digitale che stentano a decollare come PagoPA e Spid.
(*) Presidente di AssoSoftware
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