di Roberto Bellini, direttore generale AssoSoftware
Nel dibattito di questi giorni sui i pro e i contro del nuovo spesometro e sui correttivi da apportare all’adempimento, la cosa più semplice e pericolosa è addossare tutte le responsabilità, degli errori e dei ritardi, alla tecnologia e all’innovazione, sostenendo che «il sistema non regge» o «i flussi sono troppi», secondo la massima che «si stava meglio quando si stava peggio».
Nemmeno è possibile, a nostro avviso, ripensare il sistema da zero o cambiare drasticamente le logiche funzionali, gettando a mare gli sforzi e gli investimenti pubblici e privati di milioni di aziende e intermediari. È evidente che qualcosa non ha funzionato come nelle attese e che ci sono stati, da parte di Sogei e dell’agenzia delle Entrate, diversi errori, tecnici e di valutazione, che hanno causato forti disagi a intermediari, clienti e software house, tuttavia questi incidenti si possono addebitare alla fase di rodaggio di un adempimento così importante e pervasivo. Come Assosoftware non entriamo nel merito delle questioni politiche e normative che giustificano l’adempimento ma ci permettiamo di suggerire alcune modifiche e miglioramenti tecnici che riteniamo potrebbero essere sufficienti e determinanti per semplificare le procedure.
I controlli sui dati
È indubbio che uno dei problemi più gravi riscontrati durante l’invio dei dati fattura è imputabile ai numerosi errori e agli scarti dei flussi ricevuti durante la trasmissione. Innanzitutto, vorrei ricordare che l’invio dei «Dati fattura» era stato inizialmente pensato, dal Mef e dall’agenzia delleEntrate, con caratteristiche diverse dal precedente spesometro dal quale si voleva prendere le distanze. Il nuovo adempimento, infatti, prevedeva l’indicazione analitica di tutti i dati presenti nei documenti, così come registrati, senza le particolarità e le eccezioni che avevano complicato la precedente edizione. Doveva essere un passo preliminare verso la Fattura elettronica, inserendo da subito le medesime logiche ed automatismi. Purtroppo invece, chiarimento su chiarimento, dubbio dopo dubbio, si è giunti ad una complessità di regole e di controlli che richiedono un attento monitoraggio di quanto inviato. È un problema, noto e comune a tutte le trasmissioni telematiche, che parte da lontano, dalla bonifica dei dati dei data base locali e dalla completezza delle informazioni registrate. Quello che però è mancato in questo caso è la possibilità di effettuare il controllo diagnostico dei file da inviare prima e separatamente dalla trasmissione telematica, prassi oramai consolidata nelle dichiarazioni dei redditi tramite i cosiddetti «controlli Sogei» che i sistemi gestionali hanno spesso integrato all’interno degli applicativi, rendendo di fatto trasparente l’operazione all’utente. Nel caso specifico però si potrebbe fare un passo ulteriore abilitando anche le software house a interagire con l’Anagrafe tributaria per il controllo delle partite Iva e dei codici fiscali. Questo eviterebbe a monte il caricamento di dati errati che ora invece si manifestano solo durante la trasmissione.
Il tracciato Xml
Tra le tante cose lette in questi giorni, qualcuno ha sostenuto che anche il passaggio al formato xml sia stato fonte di difficoltà e problemi. Non serve ricordare che il percorso verso il formato xml è oramai una tendenza diffusa per le note semplificazioni in termini di manutenzione ed elaborazione dei dati, nonché di intelligibilità delle informazioni. Nel caso specifico, aver estratto il tracciato dati fatture da quello della fatturazione elettronica Pa ha senz’altro il vantaggio di riutilizzare logiche, sistemi e know-how già ampiamente sperimentati e di avviare tutti gli utenti verso il percorso, oramai ineludibile, della fatturazione elettronica B2B. Detto questo però ci sono alcune modifiche, già suggerite, che ci permettiamo di ribadire.
Eliminare i dati anagrafici delle controparti (clienti e fornitori) lasciando obbligatorio solo l’identificativo fiscale (partita Iva o codice fiscale), renderebbe più leggeri i flussi ma soprattutto eviterebbe l’enorme lavoro di controllo e sistemazione della parte anagrafica che in questi giorni tormenta gli operatori.
Andrebbero inoltre inseriti in chiaro i dati del periodo di riferimento, dell’intermediario fiscale e del trasmittente, nonché del produttore di software che ha prodotto il file, il tutto per rendere autoconsistenti i flussi e poter individuare in modo chiaro e immediato le singole responsabilità.
La firma digitale dei flussi
Firmare i file da inviare è necessario per rendere identificabile il soggetto che invia e immodificabile il contenuto del flusso, tuttavia si tratta di un’operazione che, per quanto automatizzabile, richiede l’utilizzo di sistemi aggiuntivi adeguatamente configurati (smart card, desktop telematico, eccetera). Sarebbe auspicabile aggiungere alle attuali modalità anche la firma remota del trasmittente/provider, già valida per la fatturazione elettronica Pa. Questo renderebbe trasparente il processo di firma all’azienda/intermediario senza alcun onere e problematica tecnica sui sistemi locali. Diversamente non si capirebbe per quale motivo i dati fattura acquisiti dall’agenzia delle Entrate via Sdi, tramite le fatture elettroniche, con l’apposizione della firma del trasmittente siano considerati validi esattamente come quelli trasmessi con la firma digitale del contribuente.
Il sistema d’invio e le ricevute
L’uso del Sistema di interscambio (Sdi) Sogei per l’invio dei dati in cooperazione applicativa con i sistemi gestionali è sicuramente la modalità più funzionale e efficace per inviare grandi masse di dati come appunto lo Spesometro. L’integrazione dello Sdi con i software gestionali permette di automatizzare tutto il processo di preparazione e invio dei file senza mai uscire dal proprio applicativo e senza complicate operazioni manuali. I fatti di questi giorni, a parte qualche anomalia sulle ricevute, hanno testimoniato la robustezza della soluzione SdI integrata nei software privati che infatti non si è mai fermata, a differenza del portale web dell’agenzia delle Entrate. Qualche intervento migliorativo è invece auspicabile nel Sistema delle ricevute di esito che potrebbe essere reso più performante (ora le ricevute arrivano con diverse ore, a volte giorni, di ritardo) e più intellegibile con l’inserimento negli esiti di qualche altra informazione di riferimento e di riepilogo di quanto inviato.
Su questi punti e su altri aspetti più di dettaglio siamo come sempre disponibili a un confronto con tutti gli attori, in particolare con l’agenzia delle Entrate e Sogei, con i quali la collaborazione non si è mai interrotta ma certamente, come si legge dalle nostre proposte, si può sempre migliorare.
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